Differenze culturali in Irlanda: cosa aspettarsi davvero se studi lì da italiano?
Hai deciso di trasferirti in Irlanda per studiare – o ci stai pensando seriamente. Magari hai già viaggiato all’estero, ma sospetti (giustamente) che passare mesi interi a vivere, studiare e socializzare lì sia un’altra cosa. Parliamoci chiaro: lo shock culturale è reale, non si risolve solo “guardando serie in lingua”. Ma non serve nemmeno farsi bloccare dalle paure. Qui trovi una guida aggiornata e onesta alle differenze culturali che gli studenti italiani notano di più in Irlanda, con consigli pratici, piccole strategie e le domande che ci mandano più spesso.
Perché è normale sentire culture shock quando studi in Irlanda?
Se arrivi pieno di entusiasmo e dopo qualche settimana cominci a sentirti spaesato, non sei “debole” né “inadatto”. Il culture shock è una specie di roller coaster prevedibile: c’è la fase da cartolina (“tutto è fantastico”), quella della frustrazione (quando il tuo inglese sembra peggiorare, ti manca la carbonara come l’aria e tutto ti sembra più difficile), e infine quella dell’adattamento vero e proprio.
Questa alternanza è normale: il trucco è riconoscerla e non farti spaventare. Secondo l’ICOS (Irish Council for International Students), serve allenare l’osservazione, senza giudicare. Tradotto: se qualcosa ti infastidisce, prendi nota, cerca di capire il perché e poi chiedi (anche in modo diretto). È molto più sano che auto-colpevolizzarsi.
Come si comunica davvero in Irlanda? Il piccolo caos di small talk e humour
La prima differenza che notano gli italiani? Parlare del tempo (o del traffico) non è solo un riempitivo, ma quasi una regola sociale. Saltare la small talk può essere percepito come scortese. Allo stesso tempo, può succedere che una battuta (che tu magari non cogli subito) sia un modo per includerti, non per escluderti.
Marta, studentessa del primo anno a Maynooth, ci ha scritto: “Quando mi hanno spiegato il vero senso di ‘good craic’, ho smesso di sentirmi fuori posto. Ora, se mi prendono un po’ in giro, rispondo allo stesso modo: funziona!”
In più, il linguaggio è indiretto: un “That’s grand” può voler dire davvero tutto e il contrario di tutto (“Va bene”, “Pazienza”, “Non ti preoccupare”). Se non sei sicuro del senso, chiedere chiarimenti non è mai maleducato. Anzi, spesso fa apprezzare la tua onestà.
Come abituarsi all’accento e allo slang irlandese?
- Ascolta podcast locali (RTÉ, Today FM) anche solo per 10-15 minuti al giorno.
- Se ti bloccano certe parole, chiedi ai compagni di scrivertele – di persona funziona meglio che ripassarle da solo col Google Translate.
Che differenze ci sono nei rapporti con i prof e nello studio universitario irlandese?
Dimenticati la cattedra distante. Qui i professori si chiamano per nome, ma non pensare che questo renda tutto “easy”: professionalità e impegno restano imprescindibili. Molte materie richiedono lavoro autonomo: letture, project work, discussioni in aula.
Spesso la partecipazione vale parte del voto. Non senti di poter parlare davanti a tutti? Prepara qualche domanda semplice in anticipo: spesso rompere il ghiaccio è la parte più difficile.
P.S.: Le “office hours” (orari in cui vedere il prof senza appuntamento) sono un’occasione sottovalutata dagli italiani e invece salva-vita per orientarsi e risolvere dubbi rapidamente.
È vero che il pub è fondamentale nella vita sociale degli studenti irlandesi?
In parte sì, ma non significa “festa tutti i giorni” né obbligo di bere. Il pub, in Irlanda, è un prolungamento del soggiorno di casa: puoi ordinare una bibita o un tè, e nessuno giudica.
In realtà, molti trovano amici veri partecipando a club universitari o attività sportive. Il volontariato è un altro modo pratico per conoscere gente.
Valerio, ora al master alla UCD, dice di aver trovato più compagni “veri” nel club di kayaking che tra colleghi di corso.
Ci sono anche un sacco di attività senza alcol: escursioni, tornei GAA, stand-up comedy… Basta chiedere allo Students’ Union della tua università.
Come funziona la routine quotidiana in Irlanda? Puntualità, formalità e “regole invisibili”
Contrariamente al mito degli irlandesi “rilassati”, lezioni e lavoro iniziano puntuali: arrivare in ritardo trasmette scarso rispetto. Allo stesso tempo, la formalità eccessiva rischia di creare distanza. Un saluto sorridente e una stretta di mano (o un contatto visivo onesto) sono più che sufficienti.
Tocchiamo un’altra regola: parlare di soldi è generalmente tabù. Chiedere “quanto paghi di affitto?” va fatto solo se ormai vi conoscete bene – prima può suonare invadente.
Come adattarsi a vivere con coinquilini irlandesi? Piccoli consigli da “sopravvivenza”
Tabella pratica e onesta (dopo decine di mail su questo tema):
Abitudine | Cosa aspettarsi | Consiglio utile |
---|---|---|
Turni pulizie | Nessuna regola scritta, ma rispettata | Proponi un calendario condiviso (Google Sheet) subito |
Bagno | Docce veloci: la bolletta va a consumo | Se hai bisogno di più tempo, avvisa con anticipo |
Spesa | Ognuno compra il suo; la condivisione si concorda | Etichetta i tuoi cibi o crea un fondo comune se sei d’accordo |
Piccolezze? Forse. Ma spesso sono quelle che fanno la differenza tra una convivenza serena e un incubo.
Come gestire nostalgia e fasi difficili da expat? (senza vergogna)
Sentirsi giù, fuori luogo o nostalgici è assolutamente normale. Invece di nasconderlo o chiudersi, prova con la “regola del 3-3-3”:
- Tre telefonate a casa alla settimana (non ogni giorno, altrimenti non ti ambienti mai)
- Tre attività “locali” a settimana (anche solo prendere un caffè fuori dal campus)
- Tre ore dedicate ad hobby familiari (Netflix in italiano? Va bene!)
Molte università offrono counselling gratuito (6-8 incontri inclusi nelle tuition). Prenota subito: le liste d’attesa diventano infinite da ottobre.
Occhio anche ai workshop ICOS su culture shock e nostalgia: sono accessibili, spesso a costo zero.
Quali risorse sono davvero utili quando studi in Irlanda?
- Irish Council for International Students (ICOS): formazione, help-line, workshop su culture shock.
- Students’ Union: buddy programme, informazioni aggiornate sui club, aiuto su problemi pratici.
- Studey: dalla revisione della pagella fino al mentoring personalizzato con chi c’è già passato (anche in emergenza homesickness!).
FAQ – Domande vere sulle differenze culturali in Irlanda
Gli irlandesi bevono sempre?
No. Il pub è sociale, non obbligo di alcol. Spesso chi guida, gioca a sport o lavora preferisce soft drinks.
Devo dare del tu o del lei ai professori irlandesi?
Non c’è “lei” in inglese. Chiamali per nome, mantieni comunque un tono professionale (a voce e nelle email).
Faccio fatica con lo slang: come miglioro l’inglese “vero”?
Partecipa a società universitarie, guarda canali irlandesi con sottotitoli, registra parole nuove su app come Anki o Quizlet. Bastano tre parole al giorno: in un anno fanno più di mille termini nuovi.
È difficile fare amicizia con gli irlandesi?
Più che difficile, è diverso. La socialità nasce “doing things together”: sport, volontariato, progetti, non solo chiacchierando al pub.
Conclusione: le differenze culturali in Irlanda sembrano un ostacolo, ma…
In realtà sono solo codici da decifrare. Se ti alleni a osservare senza (troppo) giudizio e usi un po’ di autoironia, puoi trasformare il culture shock in una delle esperienze che ti farà crescere di più.
Hai domande su come prepararti o su cosa succede davvero i primi mesi in Irlanda? Scrivici: puoi fissare una consulenza gratuita con uno dei nostri advisor (tutti ex studenti in Irlanda). Niente risposte prefabbricate: solo quello che serve davvero per partire meno spaesato.
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