Come vengono celebrati i “Global Village Days” nei campus irlandesi? E perché parteciparci può cambiarti davvero l’esperienza all’università
Ti sei mai chiesto com’è la vita in un campus irlandese, a parte le lezioni e gli esami? Parliamo di quelle giornate in cui l’università si trasforma in qualcosa che va ben oltre i libri e PowerPoint. I Global Village Days sono tra quei momenti: una specie di festa multiculturale che, appena messo piede in Irlanda, ti fa sentire parte di qualcosa di grande — anche se, come tanti, arrivi senza conoscere nessuno.
Che cosa sono davvero i Global Village Days nelle università irlandesi?
Immagina questo: corridoi pieni di bandiere, profumo di piatti che non hai mai sentito nominare, studenti che ti propongono di indossare un kimono o insegnarti uno scioglilingua turco. I “Global Village Days” sono giornate (o, in certi casi, intere settimane) pensate proprio per condividere culture, storie e ricette dei cinque continenti direttamente nei campus irlandesi.
Non sono eventi “d’elite” per chi già si sente super internazionale; sono (anche) occasioni per chi magari parte con mille dubbi e voglia di farsi nuovi amici.
Ecco, in pratica, cosa succede durante un Global Village Day:
- Ogni paese ha il suo spazio, organizzato dagli stessi studenti: puoi trovare assaggi, giochi tipici, mini lezioni di lingua, quiz tra “expat”.
- Il programma va oltre il cibo: spesso ci sono talk sull’immigrazione, tornei sportivi, sfilate di abiti tradizionali, workshop per imparare il basics di qualche ballo afrolatino o una football clinic australiana.
- L’ingresso è libero per tutti gli studenti: serve solo il badge universitario.
Vuoi sapere dove accade davvero? Tre esempi di Global Village Day in Irlanda, raccontati senza filtri
Atlantic Technological University (ATU) – Campus Sligo
- Oltre 40 nazionalità presenti, ciascuna con il suo stand, una vera gara di creatività (nel 2024 il tema era la sostenibilità: addio plastica usa e getta).
- Street-food internazionale, un contest per il miglior costume, photo-booth a tema.
- Peculiarità: l’evento chiude la Culture Week. Arrivano studenti da tutti i campus ATU (Galway, Mayo, Donegal) solo per allestire lo stand della propria nazione.
- Insider tip: il segreto per vincere? Un piatto che si prepara in poco tempo… e una playlist che coinvolge gli altri.
South East Technological University (SETU) – Carlow & Waterford
- Nel 2024: 100 studenti coinvolti, 37 stand di paese diversi; un pomeriggio di spettacoli live e “Entertainment Hour”.
- Qui il focus non è soltanto su “mangiare e divertirsi”. Molti docenti usano l’evento per conoscere nuovi studenti e scegliere i collaboratori per progetti internazionali.
- È un’opportunità anche per quelli più timidi: il cibo rompe il ghiaccio e spesso si torna a casa con qualche nuovo contatto LinkedIn che conta davvero.
Dublin City University (DCU) – Il progetto permanente
- DCU ha investito (davvero) 15 milioni di euro per creare il suo Global Village in versione “fisica”, cioè una zona permanente dove gli studenti di ogni cultura organizzano eventi tutto l’anno, non solo nel “giorno” ufficiale.
- La festa d’apertura di aprile è super vissuta: la mattina workshop di cucina africana, il pomeriggio dibattiti su cooperazione e sviluppo internazionale.
Come si organizza (sul serio) un Global Village Day? Nota pratica per studenti italiani
Magari stai pensando “ok, ma quanto sbattimento è?”. Ecco un mini-ritratto della realtà dietro le quinte:
- Budget: di solito l’università copre le spese di base (tavoli, attrezzature), però agli studenti può essere chiesto di trovare sponsor locali (dalla panetteria italiana in centro all’ambasciata).
- Logistica: prenota lo spazio con largo anticipo (parliamo anche di 6 settimane prima). Se c’è cibo, serve un piano HACCP minimo.
- Serve una squadra: ogni stand funziona meglio con 5-10 persone, spesso ci si unisce agli Erasmus+ o ai fuorisede italiani appena arrivati.
- C’è un minicorso obbligatorio, niente di tragico: impari due regole su sicurezza e inclusione.
- Comunicare bene aiuta (e fa amicizia): a volte serve fare video dietro le quinte o post sui social dell’ateneo, niente linguaggio patinato, meglio essere autentici.
Perché partecipare a un Global Village Day in Irlanda, anche se non sei “il re della festa”?
- Nessun evento universitario attira così tanti tipi diversi di studenti come questo. Anche se non sei super estroverso, ti basta chiedere una ricetta o proporre il tuo piatto per rompere il ghiaccio (e sì, tutti ti chiederanno dove hai imparato a fare la carbonara).
- Le soft skill contano, soprattutto se vuoi restare e trovare lavoro. Qui impari a coordinare una squadra, raccogliere fondi, parlare in pubblico. Da mettere subito sul CV, e non è follia: in alcune università dà punti extra sulle application per diventare student ambassador.
- Questione di realtà: vedi subito quanto è davvero internazionale l’atmosfera del campus. Se il Global Village Day è vissuto e ben organizzato, sai che l’università punta davvero sull’inclusione — non solo sulla carta.
Domande vere di studenti italiani su Global Village Days in Irlanda
Serve qualcosa di particolare per partecipare?
Non devi fare una selezione: basta iscriversi quando apre il form dell’International Office (di solito tra gennaio e febbraio). Piccola nota: spesso c’è un numero chiuso per ogni nazione, conviene muoversi in fretta.
Quanto costa davvero preparare uno stand?
La struttura e la corrente la paga l’università. Gli ingredienti per cucinare, le bandiere, le foto… di solito si dividono tra chi gestisce lo stand, parliamo di 30-50 euro a testa nei campus più piccoli (dati Sligo 2024).
Ci vuole esperienza o “devo saper cucinare”?
Niente panico: lo stand italiano spesso offre anche quiz, mini-dizionari, playlist di canzoni regionali. Anche una teglia di pasta (fatta in residence la sera prima) va benissimo.
Check-list pratica per chi partecipa a un Global Village Day in Irlanda
- Chiedi al tuo International Office quando (e dove) sarà il prossimo evento – le date cambiano da campus a campus.
- Controlla eventuali divieti alimentari (es: no alcolici se siete in un “dry campus”).
- Prepara un QR code con info sulle tue città o regioni: tutti (moltissimi) lo scannerizzeranno!
- Se non vuoi fare tutto da solo, cerca gli Erasmus in arrivo e fate squadra per dividere spese e ricette.
Vale la pena vivere un Global Village Day, anche se non sei il tipo “da eventi”?
Sì, senza troppi giri di parole. Ti basta una scusa per parlare con qualcuno, e il cibo tira giù muri più in fretta di qualunque discorso motivazionale. Anche se non ti senti super “social”, qui nessuno parte già “nel giro”: molti legano proprio durante queste giornate. E soprattutto, capire “quanto” una università è davvero internazionale — numeri, spazi, investimenti, voglia di ascoltare — si percepisce vivendo cose così, non leggendo soltanto le brochure.
Se vuoi scoprire com’è DAVVERO l’atmosfera nei campus irlandesi, il prossimo Global Village Day può essere la prova che ti serve. Se ti va, scrivici: possiamo metterti in contatto con chi queste feste le organizza o le ha vissute in prima persona. Magari scopri che il tuo posto è lì — anche senza dover partire per una meta esotica.
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