Dormire bene in studentato: consigli pratici e problemi veri (da chi ci è passato)
Se ti stai chiedendo “Come faccio a dormire bene in uno studentato in Irlanda?” o “Che trucchi veri usano gli studenti per non restare zombie dopo tre notti di fila?”, sappi che non sei il solo. La verità? Non ci sono bacchette magiche — ma ci sono strategie testate sul campo, da chi si è svegliato più di una volta con l’allarme antincendio alle tre di notte o è stato buttato giù dal letto da una porta che sbatteva.
Perché è così difficile dormire in studentato? (E cosa dice davvero la scienza)
Chi ha già passato un anno in campus lo sa: spesso la sfida più dura non è capire la differenza tra “assignment” e “examination”, ma arrivare a otto ore di sonno decente. E non è solo una questione di sfortuna. Le principali cause sono sempre le stesse:
- Rumori continui o improvvisi: tra porte che sbattono, chi torna alle quattro dopo il pub o il solito sciacquone, il rumore medio di notte supera spesso i 40-45 dB. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che oltre i 40 dB si iniziano ad avere disturbi del sonno. A 55 dB (una risata di gruppo in corridoio) il rischio per la salute, anche cardiaca, sale.
- Luci sempre accese nei corridoi (o peggio: la luce d’emergenza verde, quella che sembra un faro di luna piena).
- Temperatura difficile da regolare: alcuni studentati hanno il riscaldamento centralizzato e spesso non è programmabile da stanza a stanza.
- Orari sballati: c’è chi cena alle 22, chi rientra dopo il lavoro serale, chi sposta la sveglia a seconda delle lezioni. Risultato: ritmi sfasati per tutti.
Secondo l’HSE (il sistema sanitario irlandese), e studi OMS, il segreto non è vivere in una campana di vetro ma creare buone abitudini di “sleep hygiene”: ambiente scuro, fresco e il più possibile regolare.
Quali sono i trucchi veri per dormire meglio in studentato? (10 strategie senza fuffa)
Vale la pena ribadirlo: nessuna soluzione funziona sempre per tutti, ma chi ha sopravvissuto ai primi mesi in campus prova e riprova questi:
- Mappa i rumori
Prima di comprare gadgets, prova a capire: chi/cosa fa più casino, a che ora? Tappi e white noise servono di più con rumori a picco (porte) che con un costante vociare. - Prova i tappi in silicone modellabile
Dimentica quelli in schiuma supereconomici: i tappi di silicone (li trovi in farmacia) isolano meglio le frequenze basse, tipo bassi delle feste in cucina. - Usa il white noise (ma con criterio)
App o macchinette che creano un rumore costante (tipo ventola soft) aiutano il cervello a ignorare i suoni improvvisi. Basta impostarli a volume basso e tenere il telefono in modalità aereo. - Blocca la luce
Le mascherine per occhi fanno la differenza (testato per voi). Se hai la fortuna di poter cambiare le tende, scegli quelle a oscuramento totale. Piccolo trucco: cambiare la lampada della scrivania con un modello “warm light” (meno blu) aiuta la melatonina. - Occhio alla temperatura
Il corpo dorme meglio a circa 17-19°C. Se il riscaldamento deciso dal campus somiglia al Sahara, apri la finestra 5 minuti prima di andare a letto per far drop di temperatura. - Rispetta una routine (quando possibile)
È dura, specie sotto esami, ma andare a letto più o meno sempre alla stessa ora “fortifica” il cervello contro i risvegli. Non serve essere monaci: 5 giorni su 7 bastano. - Caffeina stop alle 14 e occhio all’alcol
Sembra noioso, ma caffè e birra dopo una certa ora prolungano la fase di sonno leggero. Risultato? Bastano due risate fuori dalla porta per svegliarti. - Parla subito con i coinquilini
Più facile a dirsi che a farsi, vero? Ma definire insieme orari “quiet” (anche solo 23-7) spesso previene litigi inutili. Meglio parlarne a freddo che svegliarsi arrabbiati. - Feltrini e paracolpi alle porte (il colpo di genio “low tech”)
Costano poco, si attaccano facilmente e abbassano i picchi di rumore, soprattutto al mattino. Se non sono previsti, chiedi al reparto manutenzione: in molti studentati preferiscono installarli piuttosto che sentire reclami notturni. - Scegli bene la stanza
Sembra scontato, ma una camera lontana da cucina, ascensori e strade rumorose vale più di mille oggetti anti-disturbo. Se puoi scegliere, i piani alti e i corridoi interni sono quasi sempre meno rumorosi.
Cosa posso fare se il disturbo è strutturale? (Ventilazione rumorosa, finestre su strada, ecc.)
- Ventilazione o impianti rumorosi?
Se la ventola in stanza sembra un aeroplano (oltre 40 dB!), hai diritto a chiedere una verifica: per legge in Irlanda il limite in camera da letto è 35 dB. Documenta e chiedi controlli all’amministrazione dello studentato. - Finestra su strada, autobus notturni, rumori fuori controllo?
Nei primi 14 giorni quasi tutti gli studentati permettono il cambio camera se motivato, ovviamente se c’è disponibilità. Vale la pena provarci subito, prima di rassegnarsi. - Nessuna soluzione sembra funzionare?
A quel punto, valuta alternative: alcuni campus offrono “quiet zone” o è possibile optare per un appartamento off-campus in condivisione. Spesso, a parità di costi, guadagni in qualità della vita.
Domande frequenti (FAQ pratiche su dormire in studentato)
Quanto conta la posizione della stanza per dormire meglio in studentato?
Moltissimo. Stare lontano da cucine, ascensori, sale comuni e strade trafficate riduce i dB del rumore. Un piccolo spostamento può fare una grande differenza.
Il white noise rischia di peggiorare il sonno?
Se tenuto a volume basso (sotto 45 dB), aiuta a mascherare i rumori imprevedibili e non disturba il ciclo del sonno.
Cosa è meglio usare: tappi per orecchie o cuffie bluetooth con musica rilassante?
Meglio i tappi in silicone: sono più confortevoli a lungo, non scivolano e non emettono segnali luminosi. Le cuffie possono dare fastidio per pressione e, se wireless, mandare flash led.
I sonniferi da banco sono una soluzione valida?
Meglio usarli solo in casi estremi e per pochi giorni, come raccomanda anche l’HSE. Prima vale la pena puntare su routine e riduzione del rumore.
Dormire male in studentato è “normale”? Vale la pena cercare di migliorare davvero?
Sì, capita quasi a tutti avere settimane complicate — tra scrollate su TikTok, compagni rumorosi e turni notturni. Ma con qualche trucco pratico (e un po’ di insistenza, dove serve), le notti insonni si riducono parecchio. Non deve diventare la norma essere stanchi tutto il giorno: un sonno decente è alla base di tutto, anche degli esami fatti bene.
Se vuoi capire meglio come scegliere la residenza adatta o hai domande su problemi specifici (tipo: “Posso davvero chiedere una stanza più silenziosa?” o “Vale la pena cambiare sistemazione se proprio non dormo?”), puoi parlarne con noi — senza costi nascosti, senza promesse strane. Siamo ex studenti, abbiamo “dormito” (o provato a farlo!) in quei letti prima di te, e qualcosa l’abbiamo imparato. Puoi scriverci quando vuoi.
Parliamo del tuo caso specifico?
In una rapida call di 20 minuti, un nostro advisor valuterà la tua situazione e ti dirà come possiamo aiutarti a realizzare il tuo progetto in Irlanda.
Valuta la tua situazione gratuitamente →Chiamata introduttiva gratuita e senza impegno
Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.