Come è cambiata davvero la routine di uno studente universitario in Irlanda durante la pandemia? (E cosa resta oggi)
Se stai pensando all’università in Irlanda oggi, la domanda te la sei posta: com’è cambiata (sul serio) la routine di uno studente universitario in Irlanda durante la pandemia? Che impatto ha avuto il lockdown sulla vita di tutti i giorni e, a distanza di anni, cosa è rimasto di quell’esperienza? Qui raccontiamo tutto senza filtri: gioie, fatiche, compromessi, e alcuni consigli pratici che arrivano direttamente da chi l’ha vissuto sulla propria pelle.
Com’era una giornata tipo da universitario in Irlanda prima, durante e dopo il lockdown?
Non c’è un racconto “unico”, ma ognuno ha vissuto la routine in modo diverso. Qui sotto trovi uno spaccato reale di com’è cambiata la vita tra il 2020 e il 2021.
Fase | Mattina | Pomeriggio | Sera |
---|---|---|---|
Prima del Covid | Autobus o bici fino al campus, lezione dal vivo | Mensa con amici, laboratorio, sport | Biblioteca, pub, eventi delle society |
Lockdown totale | Colazione davanti al laptop, Zoom o Brightspace | Project work in stanze virtuali, pranzo a casa | Studio in solitaria, quiz su Kahoot, socialitĂ quasi zero |
Ritorno ibrido | Test rapido, lezione mini in aula o online | Lunchbox all’aperto, laboratorio limitato | Sport outdoor, society sia presenza che online |
In pratica: se prima la routine era scandita da bus affollati, campus pieni e caffè con gli amici, durante la pandemia ci si è trovati (di colpo) in stanza davanti a uno schermo, spesso in pigiama, a rincorrere slide e link di Zoom.
Cosa ha significato seguire le lezioni dall’Irlanda (o dall’Italia) durante la pandemia?
Quali piattaforme e metodi venivano usati?
Le università irlandesi si sono spostate su Zoom, Brightspace e Blackboard. Secondo una ricerca dell’University College Dublin, più della metà degli studenti ha preferito Zoom per la sua praticità . Molti professori facevano lezione live, ma altrettanti caricavano video brevi che potevi rivederti la sera o la domenica, anche a velocità 1.5x (pratica diffusissima!).
La flessibilitĂ era un vantaggio?
Per chi aveva orari di lavoro strani, o era rientrato temporaneamente in Italia, la modalità asincrona è stata una svolta. Ma — onestamente — in tanti hanno sentito la mancanza della classica chiacchierata “in aula” o della domanda spontanea al prof. Webcam sempre spente (complici la timidezza e i coinquilini in pigiama…) e poche occasioni di socialità vera.
Come sono cambiati studio, esami e valutazioni in Irlanda ai tempi del Covid?
Come funzionavano gli esami online?
Si è passati quasi tutto agli esami online, spesso “proctored” (cioè col software che controlla che non copi) oppure open-book ma con domande più complesse. Tantissimo project work di gruppo — e qui è emersa la difficoltà di coordinarsi: connessioni traballanti, coinquilini rumorosi, gestione dei tempi. In compenso, molti hanno imparato a usare strumenti da “adulti” (bacheche Trello, checklist condivise, micro-riunioni da 10 minuti).
Quanto erano disponibili i professori?
Sorprendentemente, parecchi docenti rispondevano via mail in tempi rapidi (a volte 24-48 ore), chi lo faceva veniva considerato un vero punto di riferimento. Suggerimento: chiedi sempre se per il tuo corso esistono sportelli individuali o sessioni di chiarimento live, soprattutto nei periodi in cui la didattica resta in parte online.
Vita sociale da studente universitario durante la pandemia in Irlanda: cosa era possibile fare davvero?
Club, society ed eventi online funzionavano?
Si è trovato un equilibrio strano: molti club universitari sono passati a fare tornei di e-sport, serate quiz o cineforum su Netflix Party. Reale? Fino a un certo punto. Nel frattempo, appena consentito, c’erano lunghe passeggiate, picnic su prati del campus e sport esclusivamente all’aperto. Questi momenti, seppur distanziati, sono stati una boccata d’ossigeno.
Il supporto psicologico: c’era, ma pochi lo chiedevano
Tantissime università hanno potenziato (gratuitamente) lo sportello di counselling online. In teoria accessibile a tutti, ma non tutti ne hanno usufruito per timidezza o senso di inadeguatezza. Se dovessi trovarti in una situazione simile, meglio non farsi troppi scrupoli: parlare (senza giudizio) con uno specialista può aiutare a ritrovare un equilibrio.
Come si gestiva la salute mentale e il benessere personale?
Non girandoci troppo intorno: il rischio era quello di farsi inghiottire dalla routine schermo-letto-cucina-schermo. Ecco alcune strategie vere raccolte da chi ci è passato:
- Pause pranzo “offline” (davvero: niente notifiche, niente scrolling).
- Camminata di almeno 30 minuti (anche solo intorno all’isolato), per riprendere respiro e lucidità .
- Gruppi WhatsApp di “accountability”, cioè piccoli gruppi che si confrontavano sui progressi ogni giorno, senza giudicarsi.
Non tutto è andato liscio: c’è chi, dopo mesi di fatica, ha preferito rimandare un esame o rientrare in Italia. Non è una sconfitta: è una scelta, spesso saggia, quando si sente di aver superato il proprio limite.
Quanto si è risparmiato (o perso) tra affitto, vita quotidiana e spese impreviste?
Un tema pratico, spesso sottovalutato. Sì, c’è stato chi ha risparmiato sui trasporti e sui caffè fuori casa. Ma se avevi già pagato l’affitto per 9 mesi anticipati, restare bloccato in Italia significava – in molti casi – soldi buttati (alcuni landlord hanno dato piccoli rimborsi, altri nulla). E la connessione? Le residenze universitarie hanno investito in nuovi router ma, nelle case condivise, la “battaglia per la banda” era all’ordine del giorno. Un piano dati di riserva salvava le giornate degli esami a sorpresa.
Cosa bisogna chiedersi prima di decidere di studiare in Irlanda dopo la pandemia?
- Come si svolgono le lezioni ora? Ci sono ancora parti online? Meglio chiederlo subito al dipartimento, perché tra corsi 100% in presenza e altri ibridi la differenza si sente.
- Che tipo di studente sei? Hai bisogno di confronto continuo o preferisci autonomia? Onestà con sé stessi prima di tutto.
- Sei capace di auto-organizzarti? Fissare degli orari minimi — sveglia, pranzo, sport — sembra banale, ma ha salvato parecchi studenti dal perdere la bussola.
- Esiste un “piano B” se le cose cambiano di nuovo? Meglio prevederlo: saper rinegoziare l’affitto, conoscere i servizi di supporto, capire subito come funzionano esami a distanza può togliere un bel po’ di ansia.
FAQ – Domande frequenti sulla routine studente universitario pandemia Irlanda
Serve un visto per studiare in Irlanda durante (o dopo) il Covid?
No, se sei cittadino UE non serve alcun visto per l’Irlanda. Guarda però sempre le eventuali regole sanitarie attive (test, mascherine…) che possono cambiare, e informati direttamente su gov.ie o sui canali ufficiali del tuo college.
Gli esami fatti online valgono come quelli in presenza?
Sì, le università irlandesi hanno garantito pari valore. La forma era diversa (spesso con software di anti-copia, oppure domande più discorsive), ma sul piano formale sono riconosciuti a tutti gli effetti.
Se le lezioni tornassero online, potrei seguirle anche dall’Italia?
Sulla carta sì, molti l’hanno fatto. Ma attenzione: valuta bene fuso orario, qualità della connessione, necessità di accedere a laboratori o materiali cartacei. In ogni caso, confrontati sempre con il course coordinator.
I laboratori scientifici come venivano gestiti durante la pandemia?
Nel periodo di lockdown stretto sono stati sospesi quasi tutti. Nel 2021 si è ripartiti, ma con turni, distanziamento e DPI. Se il tuo percorso richiede laboratori, chiedi esattamente come verrebbe gestita un’eventuale nuova emergenza.
Le tasse universitarie sono diminuite durante il Covid?
No, nella maggior parte dei casi le tasse non sono cambiate. Alcune università hanno però attivato fondi di emergenza o rimborsato servizi non utilizzati (esempio: la palestra chiusa). Ogni college ha una propria politica: contatta l’ufficio fees per info specifiche.
Cosa ci portiamo dietro oggi (e cosa aspettarsi prima di partire)
Studiare in Irlanda durante la pandemia è stato durissimo a tratti, ma anche una palestra di autonomia e adattamento. Oggi la maggior parte delle attività universitarie sono tornate in presenza, ma alcune “innovazioni” (lezioni registrate, tutorial online, project work in remoto) restano una risorsa. Saperle sfruttare, ma anche conoscere i propri limiti, fa la differenza tra vivere bene l’esperienza o sentirsi sopraffatti.
Se hai dubbi su come organizzare la routine, gestire corsi ibridi/online o vuoi semplicemente capire meglio cosa aspettarti, il confronto con chi ci è già passato può davvero aiutare. Con Studey puoi parlare gratis con un advisor o con altri ex studenti italiani in Irlanda: consigli onesti, niente filtri, e soprattutto zero promesse da pubblicità .
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