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Programmi di mentorship: irlandesi e italiani a confronto

Scopri come i programmi di mentorship universitari offrono supporto pratico agli studenti in Irlanda e Italia, confrontando esperienze e opportunità reali.

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Programmi di mentorship universitari: come funzionano davvero in Irlanda e Italia?

Se stai pensando di studiare in Irlanda oppure di rimanere in Italia, probabilmente una domanda ricorrente nella tua testa è: “Ci sarà qualcuno a darmi una mano i primi tempi o rischio di sentirmi completamente perso?” Se ti interessa capire come funzionano i programmi di mentorship universitari – cioè quel supporto pratico (e spesso umano) offerto dagli studenti che ci sono già passati – qui trovi un confronto senza giri di parole tra Irlanda e Italia. Niente promesse perfette, ma consigli veri da chi queste cose le ha vissute.

Che cos’è un programma di mentorship universitario e a cosa serve veramente?

  • In parole davvero semplici: è un sistema dove studenti più “rodati” (mentor) aiutano le matricole (mentee) a orientarsi, sia negli aspetti pratici che in quelli relazionali, soprattutto nelle fasi più delicate dell’inizio.
  • L’obiettivo principale NON è insegnarti a passare esami, ma a non sentirti perso: dove si trovano le aule, come iscriversi agli esami, chi puoi contattare se hai dubbi. Quasi sempre nasce per aiutare a socializzare (e non mollare tutto dopo due settimane).
  • Non aspettarti miracoli: il mentor non sostituisce il tutor accademico e non diventa il tuo migliore amico per forza. Però spesso è un punto di riferimento sincero.

Com’è organizzato il mentoring universitario in Irlanda?

Come funziona il programma Student2Student al Trinity College Dublin?

  • Lo Student2Student (S2S) esiste dal 2009 e copre praticamente tutti i corsi di laurea del Trinity.
  • I mentor sono volontari (più di 500 ogni anno, dato 2025) e sono formati con workshop obbligatori prima di iniziare.
  • Il contatto non parte dopo settimane, ma addirittura prima dell’arrivo: di solito verso agosto ricevi già una mail dal tuo mentor, che si presenta e ti offre un primo punto di supporto (anche via WhatsApp, Teams, Discord).
  • S2S offre anche uno sportello di ascolto (peer-support), se senti il bisogno di parlare con qualcuno che ti capisce davvero.

Come funziona il Peer Mentoring alla University College Dublin (UCD)?

  • Qui il network di mentor è ancora più grande: ogni anno 650+ studenti diventano mentor e vengono assegnati ai nuovi iscritti.
  • Il matching non è casuale ma per corso, e spesso tiene conto anche di interessi extra-accademici.
  • Gli eventi social sono parte integrante: nella Orientation Week ci sono incontri con cibo (rimborsato dall’università) per rompere il ghiaccio.
  • Il programma strutturato dura il primo semestre, ma spesso il rapporto con il mentor continua in modo spontaneo anche dopo.

Cosa significa davvero “mentorship” per uno studente italiano in Irlanda?

  • Vuol dire ricevere supporto concreto, spesso prima ancora di mettere piede nel paese (mail, chat, videochiamate).
  • Non paghi nulla: i mentor sono volontari e ricevono solo crediti extracurriculari per il loro impegno.
  • Nessuno fa le cose al posto tuo, ma avere una persona dedicata che ti spiega dove sbattere la testa per le pratiche… è un bel vantaggio.

Come funzionano i programmi di mentoring universitario nelle università italiane?

Università di Torino – Progetto Mentorship: Cosa offre a uno studente straniero o migrante?

  • È un progetto pensato soprattutto per studenti con background migratorio, nato da una collaborazione tra OIM e CRUI.
  • I mentor sono formati per aiutarti nella burocrazia pesante: permessi di soggiorno, borse, alloggi.
  • Il focus è anche integrativo: eventi, tandem linguistici, radio universitaria per creare una rete vera, non solo “incontri frontali”.

Università di Padova – Cosa significa davvero “Career Mentorship”?

  • Al Mentorship di Padova possono accedere solo pochi studenti per ogni ciclo (c’è selezione su CV e motivazioni).
  • La durata è di 6 mesi e prevede incontri one-to-one con mentor esterni (ex studenti, manager) più workshop col career service.
  • Il punto di forza: l’orientamento al lavoro, più che la “sopravvivenza” da matricola.

Università di Genova – Il Progetto Matricole aiuta davvero chi inizia il percorso?

  • Funziona più come tutorato classico: studenti tutor, qualche attività di orientamento e supporto per le pratiche base (es. come accedere ai servizi online).
  • La qualità però varia molto tra dipartimenti: in alcuni è una vera mano, in altri è praticamente invisibile.

Tabella confronto programmi di mentorship universitari Irlanda vs Italia

Programma Paese Target Quando inizia Durata Chi sono i mentor
Trinity S2S Irlanda Tutte le matricole Prima dell’arrivo 1° anno Studenti esperti volontari
UCD Peer Mentoring Irlanda Tutte le matricole Orientation Week 1° semestre Studenti senior
UniTo Mentorship Italia Studenti migranti/internazionali Dopo immatricolazione Annuale Studenti senior + associazioni
UniPD Mentor&Me Italia Studenti/Neolaureati Metà percorso/Neolaurea 6 mesi Manager ed ex-alumni
UniGe Progetto Matricole Italia Matricole 1° anno Inizio lezioni 1° semestre Tutor retribuiti

Quali sono i punti di forza e i limiti veri dei programmi di mentorship universitari in Irlanda e Italia?

Irlanda – cosa funziona e cosa meno

  • Copertura ampia: praticamente tutti i corsi hanno un programma attivo.
  • Comunicazione digitale super rapida: gruppi WhatsApp, Teams, Discord, social.
  • Mentor formati (spesso più di una giornata), non lasciati all’improvvisazione.
  • Limite: Focus più sul benessere sociale, meno su orientamento al lavoro (almeno nei primi tempi).
  • Limite: Se cambi corso, alloggio o perdi il gruppo iniziale, potresti sentirti “fuori dai radar”.

Italia – cosa c’è di buono e i limiti reali

  • Diversificazione: alcuni programmi sono molto orientati all’accoglienza, altri già al futuro lavorativo (ma in poche università).
  • Tutor pagati: meno rischio che “spariscano”.
  • Limite: Copertura disomogenea: non tutte le facoltà o corsi hanno mentoring strutturato.
  • Limite: Spesso partono tardi, quando i primi problemi li hai già dovuti affrontare da solo o con i gruppi Telegram.

Domande critiche da farsi (e chiedere all’università) prima di affidarsi ai programmi di mentorship

  • Le mentorship coprono tutti i corsi o solo alcuni dipartimenti?
  • I mentor ricevono davvero formazione o si affidano solo alla buona volontà?
  • Il supporto dura solo la prima settimana o qualcuno ti segue almeno il primo semestre?
  • Che tipo di aiuto offrono: solo per ambientarsi, anche orientamento al lavoro o supporto psicologico?
  • Esistono risultati misurabili (ad esempio meno abbandoni, più studenti che socializzano o trovano lavoro)? Se mancano dati, chiedi il perché.

Esempio concreto di mentorship: cosa cambia davvero tra Irlanda e Italia?

Martina, 19 anni, iscritta a Business a UCD: una settimana prima di partire riceve una mail dal suo mentor irlandese, Sean, con la mappa del campus, consigli su quale SIM irlandese comprare e l’invito a un brunch gratuito il primo weekend. Risultato? Dopo due giorni conosce 15 persone.

Federico, coetaneo, comincia Economia in Italia: il tutorato parte a novembre, ma lui nel frattempo ha già perso due laboratori perché non aveva idea di come iscriversi ai servizi online. Quando finalmente il tutor lo contatta, ormai l’emergenza è passata (grazie a qualche gruppo Telegram) ma resta la sensazione di essere sempre un passo indietro.

Morale molto semplice: non è la quantità di incontri, ma la tempestività e la concretezza che fanno la differenza.

FAQ vere sulle mentorship universitarie (Irlanda e Italia)

Devo pagare per avere un mentor in Irlanda?

No: i programmi universitari in Irlanda sono gratuiti per lo studente. I costi li copre l’università oppure vengono dai fondi studenteschi.

Se faccio l’Erasmus in Irlanda posso avere anche io accesso alla mentorship?

Nella maggior parte dei casi sì, ma spesso bisogna fare una richiesta esplicita entro una data precisa (quella della Orientation). Le tempistiche cambiano: controlla sempre il sito ufficiale e non aspettare l’ultimo momento. Se non capisci la procedura scrivici, ci siamo passati.

Esistono in Italia programmi di career mentoring come quello di Padova?

Qualcosa si sta muovendo in altre università ma, per ora, bandiera bianca: sono pochi i casi strutturati come UniPD. Se hai una meta specifica, chiedici pure cosa offre in concreto quell’ateneo.

Il mentor mi trova lavoro part-time o casa?

No. Il mentor può indicarti dove trovare informazioni (bacheche, Career Service, gruppi social), ma non è un’agenzia e non può fare le pratiche al tuo posto. Per il lavoro in Irlanda, ricordati che le regole per gli studenti cambiano spesso: informati sempre – e con fonti aggiornate.

Conclusione – Perché i programmi di mentorship universitari contano davvero (anche se non sono magici)

Non è questione di quale paese “sia meglio”. Il senso è capire quali possibilità avrai e come sfruttare davvero le risorse offerte dall’università, senza restare bloccato da ansie inutili o informazioni spezzettate. In Irlanda trovi reti già pronte all’arrivo e tanto supporto pratico. In Italia la situazione è meno omogenea: alcune università ci stanno lavorando molto bene, altre sono ancora indietro sui tempi e sulla copertura. L’onestà? Sapere come funzionano le cose – pregi e limiti – ti aiuta a scegliere la strada più giusta per te, senza illusioni.

Dubbi concreti, curiosità o domande da “studente vero”? Scrivici pure e parla con chi ci è già passato: sarà sempre una consulenza gratuita, senza pressioni. Risparmi tempo e forse anche qualche notte insonne.

I numeri e le caratteristiche dei programmi sono aggiornati a giugno 2025, ma alcune università possono cambiare modalità anche a pochi mesi dal nuovo anno. Controlla sempre anche i portali ufficiali o chiedi direttamente ai nostri advisor Studey per info recenti e dritte pratiche.

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