Salute mentale nelle università irlandesi: cosa aspettarti davvero dai servizi di supporto (e cosa nessuno ti dice)
Perché dovresti parlare di benessere mentale prima ancora di partire per l’Irlanda?
Spostarsi per l’università è già un bel salto, farlo in un altro paese – dove lingua, metodi di studio e cultura sono diversi – lo è ancora di più. In Irlanda quasi tutte le università danno molta visibilità al “wellbeing”: poster nelle hall, pagine web dedicate, settimane della salute mentale... Sembra tutto perfetto, vero? La realtà, però, è che oltre la metà degli studenti (dati HEA, 2023) dichiara livelli di ansia o depressione sopra la norma. Per questo, capire in anticipo quali servizi troverai – e anche quali sono i loro limiti – può davvero fare la differenza tra sentirti bloccato e sapere a chi chiedere una mano quando serve.
Come funziona il supporto psicologico per studenti universitari in Irlanda?
Negli ultimi anni il tema è diventato una priorità nazionale, non solo “buone intenzioni” dei singoli atenei. Alcune cose che fanno la differenza:
- Dal 2020 esiste un piano nazionale voluto dal governo (National Student Mental Health & Suicide Prevention Framework), che obbliga gli atenei ad avere un approccio a 360°, dal “peer support” alle emergenze.
- A fine 2023 sono arrivati 5 milioni di euro extra per assumere counsellor, case manager e figure specializzate nei campus.
- Tutti gli studenti di università pubbliche hanno accesso a Togetherall, una comunità online sorvegliata da professionisti della salute mentale, anonima e aperta 24/7.
Quali tipi di supporto mentale trovo nei campus irlandesi?
University Counselling Service: quanti incontri e come si prenota
- La regola generale sono 4-8 sessioni gratuite l’anno, dipende dall’ateneo. Dopo, in genere si paga o si viene orientati a un servizio esterno.
- Prenotare è semplice: c’è sempre un form online dove lasci i tuoi dati e orari, e entro 5-10 giorni lavorativi dovresti ricevere una telefonata di triage (primo contatto).
- La lingua delle sedute è quasi sempre l’inglese. Alcuni counsellor parlano altre lingue, ma trovare qualcuno che parli italiano è molto raro. In alcuni casi si può richiedere un servizio di interpretariato online, ma non è sempre disponibile.
GP (General Practitioner) nel campus e supporto sanitario
- Molte università hanno un centro medico interno. La registrazione è gratuita, ma le visite costano spesso 25-40 euro (salvo copertura extra).
- Per farmaci specifici (antidepressivi, ansiolitici, ecc.) serve passare per il GP. Porta sempre con te la documentazione italiana in inglese, meglio se su carta intestata: fa risparmiare molto tempo e spiegazioni.
Supporto digitale e peer support
- Togetherall è una chat/community moderata da clinici, totalmente anonima e raggiungibile h24 con la mail universitaria.
- 50808 Text About It è un servizio di messaggistica gratuito che ti collega in pochi minuti con un volontario formato. Funziona 24/7; basta scrivere "HELLO" o il codice della tua università, ad esempio "MU" se sei di Maynooth.
Disability e Wellbeing Office: aiuti aggiuntivi se hai una diagnosi già riconosciuta
- Con una diagnosi formale (ADHD, ansia, depressione, ecc.), puoi richiedere il “Needs Assessment”, che può darti diritto a esami separati dagli altri, scadenze spostate, tutoring specialistico e tanti altri supporti pratici.
Cosa c’è di meglio rispetto all’Italia? Cosa ancora zoppica?
Vantaggi
- I servizi di supporto sono nel campus, non in una sede esterna scomoda.
- L’accesso al supporto digitale è rapido e disponibile a qualsiasi ora.
- C’è un monitoraggio e dei fondi pubblici dedicati (le università devono fare report all’HEA).
Difficoltà concrete
- Nelle fasi critiche del semestre (ottobre-novembre, marzo) le liste di attesa per il counselling si allungano; non è raro aspettare anche tre settimane per il primo incontro.
- Le sessioni gratuite sono poche: una volta terminate, potresti dover pagare il supporto o ti viene consigliato un servizio privato.
- Non tutti gli atenei offrono lo stesso livello di servizi: le università più grandi (Trinity, UCD, UCC) hanno team più ampi, mentre gli Institutes of Technology hanno risorse limitate.
- Parlare di emozioni in inglese (soprattutto se non ti senti sicuro di un B2 solido) può essere più difficile del previsto. Alcuni studenti scelgono un mix: terapeuta italiana online per le “questioni grosse” e counsellor locale per le emergenze o per questioni logistiche.
Quali strategie pratiche posso adottare prima di trasferirmi per proteggere la mia salute mentale?
- Salva già sul telefono i contatti del Counselling Service del tuo ateneo, del centro medico (GP), dei servizi digitali (Togetherall, 50808).
- Porta tutta la certificazione medica già tradotta in inglese, su carta intestata e aggiornata: velocizza molto il lavoro.
- Se prendi farmaci, informati in anticipo su nomi/equivalenti irlandesi e disponibilità in farmacia (non tutti i farmaci italiani esistono qui).
- Valuta una polizza salute con rimborso per sessioni private: può tornare utile se i tempi di attesa si allungano troppo.
- Usa club e society già dalla prima settimana! Sport, volontariato e tutoring sono “protezioni invisibili” contro l’isolamento; può sembrare un consiglio banale, ma fa veramente la differenza.
Due studenti italiani raccontano: come mi sono trovato davvero con il supporto mentale a Dublino e Galway
Marco, 19 anni, UCD
“Le prime tre settimane ero sempre in ansia, a Dublino non conoscevo nessuno. Una notte alle 2 ho scritto a 50808: risponde un volontario praticamente subito e in 10 minuti mi sono sentito un po’ meno solo. Il giorno dopo ho prenotato il triage del counselling service, nel giro di dieci giorni ho parlato con un counsellor. Mi ha aiutato soprattutto a capire che non ero l’unico in crisi.”
Sara, studentessa magistrale a Galway
“La lingua era la mia paura più grossa. All’inizio ho usato Togetherall: non mi vedeva nessuno, niente ansia da performance e avevo i moderatori clinici ‘di guardia’. Quando mi sono sentita pronta, ho chiesto incontri in presenza: ne ho fatti cinque, tutti gratuiti grazie al counselling dell’università.”
FAQ: domande che ogni studente italiano si fa (sì, compreso tu)
Il supporto psicologico nelle università irlandesi è gratis davvero o poi mi fanno pagare tutto?
Le prime sessioni universitarie sono sempre gratuite (fra 4 e 8 all’anno, varia da ateneo ad ateneo). Se vuoi continuare o se il tuo caso richiede interventi specialistici, spesso si passa a servizi esterni a pagamento (di solito dai 50 ai 70 euro a seduta).
La privacy e la riservatezza sono davvero garantite?
Sì, tutti i counsellor universitari seguono il codice etico della Irish Association for Counselling & Psychotherapy. Quello che dici col tuo counsellor non finisce mai sul transcript né viene comunicato alla famiglia, a meno che non ci siano rischi gravi per l’incolumità tua o di altri.
Per prenotare serve il referral dal medico?
No, la maggior parte degli atenei permette di prenotare colloqui direttamente online, senza passare dal GP.
Cosa posso fare se ho un’emergenza fuori dagli orari di servizio?
Per situazioni veramente gravi chiama il 999 o il 112 (come in Italia). Per parlare con qualcuno “nel frattempo”, ci sono sempre Togetherall e la text line 50808, attivi 24/7.
Posso continuare la terapia con una psicologa italiana via Zoom o videocall?
Assolutamente sì: tanti studenti mescolano terapia online dall’Italia e supporto locale in caso di bisogno improvviso. Unica attenzione: verifica prima il fuso orario e assicurati che la connessione nel campus regga!
In sintesi: come vivere meglio la salute mentale da studente italiano in Irlanda
Le università irlandesi hanno molti strumenti: counselling gratuito, piattaforme online attive sempre, servizi sanitari interni. Ma i limiti ci sono: dalle possibili attese agli ostacoli linguistici, ogni percorso è unico. Prepararsi in anticipo, portare la documentazione giusta e imparare ad attivare subito il proprio network di supporto può fare la differenza. Dimentica la pretesa di “farcela da solo”. Non c’è nulla di sbagliato a chiedere aiuto, né qui né in Irlanda – e fidati, non sei l’unico ad averne bisogno.
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