Studey - Studiare in Irlanda

Irlanda accademica: tra folklore e innovazione

Studiare in Irlanda offre un mix unico di tradizione e innovazione, permettendo di esplorare corsi umanistici e tecnici. Scopri tutti i dettagli qui!

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Irlanda, tra antiche leggende e hi-tech: cosa significa davvero studiare qui per uno studente italiano?

Quando immagini l’università in Irlanda, magari ti vengono in mente castelli pieni di fascino, gente che suona nei pub, ma anche start-up e laboratori super all’avanguardia. In realtà, questo mix di folklore e innovazione non è solo un cliché da brochure: si sente proprio nella vita di tutti i giorni. Se stai pensando di trasferirti qui per studiare (o vuoi capire cosa cambia rispetto all’Italia), ti racconto cosa troverai davvero — senza filtri e senza mezze promesse.

Come convivono tradizione celtica e innovazione tecnologica nelle università irlandesi?

A volte sembra impossibile: da una parte, in Irlanda puoi iscriverti a corsi dove si studiano lingua gaelica e miti celtici; dall’altra, proprio negli stessi atenei, nascono progetti di ricerca su AI, blockchain o biotecnologie. E non è questione solo di “immagine”: le università irlandesi investono sia su cattedre dedicate alla cultura “antica” che su laboratori hi-tech (e soprattutto ti incoraggiano a mescolare mondi diversi).

È anche per questa capacità di “ibridare” che qui continuano ad arrivare aziende come Google, Facebook, Pfizer, Stripe. Non cercano solo programmatori, ma anche persone abituate a pensare in modo creativo e trasversale.

Quali università irlandesi offrono il giusto equilibrio tra radici culturali e ricerca d’avanguardia?

Ti faccio qualche esempio concreto, giusto per capire meglio:

  • Trinity College Dublin è famoso in tutto il mondo per custodire il Book of Kells (un antico manoscritto illuminato che puoi vedere anche come “turista”), ma negli ultimi anni è cresciuto a vista d’occhio nei ranking internazionali grazie a investimenti enormi su scienze e tecnologie.
  • University College Dublin (UCD) ha uno dei dipartimenti di Folklore più antichi d’Europa e, nello stesso campus, lavorano team di ricerca su intelligenza artificiale applicata alla salute.
  • Negli altri atenei “generalisti” (University College Cork, University of Galway, Maynooth University, University of Limerick) è normale trovare on campus un po’ di tutto: professori di letteratura che collaborano con informatici, incubatori di start-up aperti pure agli studenti di lingue o filosofia, festival scientifici che convivono con workshop sulla musica tradizionale.

Posso davvero “mischiare” corsi umanistici e materie tecniche nello stesso percorso di studi?

Sì, ed è una delle cose che, onestamente, in Italia ancora manca: qui sei tu che costruisci il percorso, spesso componendo l’orario con esami da aree molto diverse (salvo limiti imposti da alcuni corsi). Ecco esempi pratici:

  • Irish Folklore BA (UCD): puoi studiare storia orale, leggende urbane, strumenti musicali tradizionali… e aggiungere moduli di Digital Humanities, cioè digitalizzare e analizzare dal punto di vista informatico queste tradizioni.
  • Data & Computational Science (University of Galway): percorso super applicato, con stage obbligatorio in azienda.
  • Business Analytics (UCC): collaborazioni dirette con giganti dell’ICT e possibilità di progetti pratici.

Insomma: la giornata tipo può passare da “folklore” al mattino a “coding” il pomeriggio — ed è un mix che piace molto anche a chi, finita l’università, assume davvero.

Quanto investe l’Irlanda in ricerca e innovazione? I numeri, non solo parole

Qui niente fumo negli occhi: i dati veri sono questi (da aggiornare sempre perché le cifre possono cambiare):

  • L’European Innovation Scoreboard ha appena classificato l’Irlanda tra i paesi europei più innovativi (“Strong Innovator”) con risultati sopra la media UE.
  • La Science Foundation Ireland indica che le pubblicazioni scientifiche in nanoscienze irlandesi sono le più citate al mondo — roba da primato globale, non solo europeo.
  • Il finanziamento alla ricerca (pubblica/privata) supera ogni anno i 900 milioni di euro, secondo i dati 2024.

Tradotto: chi vuole fare ricerca vera, qui può trovare davvero le risorse e gli spazi giusti — non solo tesi “di facciata”.

Studiare in Irlanda: quanto costa davvero per uno studente italiano? (E cosa NON ti dicono sempre)

Passaporto UE in mano? Allora hai diritto alla Free Fees Initiative (per il “primo ciclo”, quindi la laurea triennale o l’equivalente): la tuition fee non la paghi, a patto di rispettare alcune regole di residenza ed essere al tuo “primo titolo” (no doppi tentativi).
Ma attenzione: resta comunque la “student contribution”, cioè una tassa “fissa” che copre i costi dei servizi agli studenti, che per l’anno accademico 2024/25 è di massimo 2.000 euro (tornerà a 3.000 € dal 2025/26, salvo sorprese…). Molte università aggiungono anche piccoli contributi extra (tipo il “student centre levy”, attorno ai 250 euro).
Le cifre, ultimamente, cambiano un po’ troppo spesso: prima di qualsiasi domanda, chiedi conferma a chi ci vive davvero o a noi — meglio farsi i conti veri subito, che trovarsi sorprese dopo.

Quanto costa vivere in Irlanda da studente? E come si trova casa?

Qui iniziano le note dolenti, specialmente se miri a Dublino: nel 2024 è una delle città più care d’Europa, anche più di Milano. Una stanza singola in zona centrale parte da 800/900 euro, spesso senza bollette incluse. Se ti sposti a Galway o Limerick si scende di qualcosa, ma l’offerta non è tantissima — ed è normale cercare casa anche 6/8 mesi prima, specie per le studentati universitari.
In ogni caso: farsi troppo “i conti della serva” solo sulla tuition può far saltare il budget — è tutto il pacchetto (affitto, bollette, trasporti, voli per tornare in Italia, spese impreviste) che va considerato. Calcola almeno un 15% di margine in più rispetto alle previsioni.

Posso lavorare legalmente mentre studio? Che possibilità ci sono davvero?

Domanda classica (“Ma si può lavorare part-time legalmente se sono studente in Irlanda?”): sì, se sei cittadino UE puoi lavorare senza permesso fino a 20 ore a settimana durante l’anno accademico e anche full-time durante le vacanze. Il salario minimo, dal 2025, sarà di 12,70 euro l’ora — che non è poco, ma il costo della vita (soprattutto affitti e spesa) assorbe una buona parte di quello che guadagni.
In pratica, molti studenti lavorano bar/ristoranti, retail o customer service. Trovare il primo lavoro può richiedere pazienza — il tasso di disoccupazione è basso, ma l’inglese deve essere almeno “funzionale”, e spesso ci si arrangia con turni serali o weekend.

Master in Irlanda: quando chiudono le application e quali sono i rischi da non sottovalutare?

Fai attenzione se ti interessa un Master: alcuni programmi chiudono le application molto presto, anche a gennaio/febbraio per partire a settembre! Se perdi quella finestra, rischi di buttare via un anno.
Verifica sempre le deadline direttamente sui siti delle università che ti interessano e non aspettare: molti corsi sono “oversubscribed” e, dopo una certa data, la selezione diventa durissima.

Come si sopravvive al clima, alla nostalgia e a tutto quello di cui non parla mai nessuno?

Qui non vendiamo sogni: l’Irlanda, specie in autunno-inverno, può mettere a dura prova anche chi non soffre di meteo-cattivo. Piove spesso, le giornate sono corte, la luce in certi mesi sembra non arrivare mai davvero. A tanti (me compreso) questa atmosfera piace; per altri, può diventare un macigno. E poi c’è la distanza da casa, la solitudine dei primi tempi, il bisogno di rifarsi una rete sociale da zero.
La verità? Nessun paese è “perfetto” e va benissimo sentire nostalgia, stanchezza o anche solo lo “strano” di non essere più a casa.

Strumenti utili e consigli pratici da chi ci è già passato

  • Partecipa (davvero!) agli Open Day virtuali delle università: sono gratis e spesso ci sono i video registrati se non riesci a collegarti in diretta.
  • Scrivi a ex studenti italiani su LinkedIn: chiedi di parlare al telefono o via chat, e non fermarti alle domande “istituzionali”. Tipo: “Quanto spendevi al mese in affitto?”, “I bus funzionano realmente?”, “Come hai trovato amici i primi mesi?”.
  • Fai bene i conti: non solo fees, ma anche quanto spenderai per volare avanti e indietro, quanto costano i libri/materiali, e metti in conto una quota “imprevisti”.
  • Controlla con attenzione i requisiti di inglese: alcuni corsi accettano anche il test Duolingo, altri solo IELTS o TOEFL.
  • Se stai scegliendo corsi “di nicchia” (ad esempio Folklore o Celtic Studies), considera di aggiungere un minor più facilmente spendibile (es. Digital Humanities, Marketing…). Avere un “piano B” non fa mai male.

FAQ: le domande che riceviamo più spesso — risposte schiette

Studiare in Irlanda è gratis per chi ha passaporto italiano?

Se sei UE, hai diritto al “Free Fees” per la laurea triennale (primo ciclo), a patto di rispettare i criteri richiesti. Ma pagherai comunque la student contribution e altri piccoli contributi extra.

Serve il visto per studiare in Irlanda da studenti italiani?

No. Se hai un passaporto UE, niente visti.

Posso cambiare corso dopo il primo anno?

Sì, ma in genere perdi il diritto alla “Free Fees” per l’anno che rifai (quindi quell’anno lo paghi a prezzo pieno).

Il titolo di laurea irlandese vale in Italia?

Sì, i titoli sono riconosciuti (stessa struttura EQF/NQF). Però, per le professioni regolamentate (tipo Psicologia o Medicina), devi seguire procedure precise e informarti sempre con l’Ordine professionale.

Quando scadono le iscrizioni (CAO) per le triennali?

Per le undergraduate la deadline principale è il 1° febbraio. Esiste anche una “late application” con sovrapprezzo fino a maggio, ma alcune scelte e corsi chiudono prima. Meglio controllare sempre il sito CAO o chiedere direttamente a noi.

Vale la pena studiare in Irlanda? Cosa bisogna valutare prima di decidere?

L’università irlandese non è solo pub, musica e startup. È davvero un posto dove letteratura antica e innovazione si intrecciano ogni giorno. Detto questo, costi alti, meteo complicato e una pressione accademica vera fanno sì che non sia la scelta giusta per tutti. Non c’è un verdetto universale: il modo più onesto per capire se fa per te è parlare con chi ci è già passato e mettersi in ascolto delle proprie emozioni e paure (senza vergogna).

Se hai qualche dubbio sugli step pratici, vuoi chiarire le idee su iscrizione, costi o semplicemente vuoi sentire una voce “normale” e non promozionale, scrivi pure a Studey: molti di noi sono ex studenti e siamo passati da tutto questo. Senza giudicare, ma col massimo della trasparenza.

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