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Come cambia il rapporto docente-studente tra Irlanda e Italia

Scopri come il rapporto docente-studente cambia tra Irlanda e Italia, dall'informalità alla frequenza delle classi, e le sfide di ogni sistema.

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Come cambia davvero il rapporto docente-studente tra Irlanda e Italia? Esperienze, dubbi e cose che nessuno ti dice

Quanto è davvero diverso studiare con i professori in Irlanda rispetto all’Italia? Se stai pensando di fare le valigie – o magari sei in quell’imbarazzante fase in cui aggiorni ogni due minuti il gruppo WhatsApp degli amici con domande tipo “Ma là chi ti corregge i compiti?” – questa guida è per te. Parleremo di nomi di battesimo usati senza imbarazzo, email notturne, del perché non sei più solo “uno dei tanti” e anche di quello che può metterti in difficoltà. Senza promesse magiche, senza filtri.

Cosa cambia davvero tra Irlanda e Italia nel rapporto professore-studente?

Partiamo dal vissuto quotidiano: in Irlanda, la scena-tipo è quella di un’aula dove gli studenti chiamano il docente “John” o “Sarah”, gli scrivono email dal pub (sì, succede!) e si aspettano delle risposte. In Italia, ti verrebbe mai in mente di salutare il prof con un “ciao” e passare direttamente al punto? Forse no.

Ma questa “familiarità” come si traduce davvero nello studio, nella motivazione, nelle soddisfazioni ma anche nella fatica di chi cambia sistema?

Vediamolo con un po’ di dati veri, alcune voci di studenti e qualche dettaglio meno instagrammabile (ma reale):

Irlanda vs Italia: quanto sei davvero “visto” dagli insegnanti?

  • Coinvolgimento in classe
    In Irlanda più della metà degli studenti dà un giudizio ottimo alla qualità dell’interazione con i docenti (StudentSurvey.ie 2023). In Italia la maggior parte è soddisfatta, ma solo un quarto dice di sentirsi davvero ascoltato (AlmaLaurea 2024).
  • Il nome di battesimo non è tabù
    In tanti college irlandesi è incoraggiato chiamare i professori per nome: fanno persino la battuta se dimentichi (“Please, call me Dave!”). Da noi, l’imbarazzo nel darsi del “tu” vince ancora su tutto – per non parlare del brivido quando sbagli appellativo.
  • Orari di ricevimento? Qui si chiamano “office hours”
    Gli irlandesi le pubblicano sempre (Moodle, sito del corso) e rispondono fissando sessioni anche online. In Italia…dipende: c'è il rischio che trovare il professore sia quasi come prenotare una visita medica.
  • Dimensione delle aule
    In Irlanda non è sempre la “cameretta” da 10 studenti, ma classi tra i 25 e i 60 (nei college tecnici). In Italia, nelle materie gettonate (giurisprudenza, economia) vai facilmente sopra i 100, con il rischio di essere “quello con la maglia blu in terza fila”.

Perché in Irlanda potresti sentirti meno “numero” rispetto all’Italia?

Perché salutare la prof “per nome” cambia davvero le cose?

Sembra una stupidaggine, ma abbattere la barriera linguistica e dare del tu (o chiamare per nome) rende i docenti molto più avvicinabili. Il risultato? Secondo StudentSurvey.ie, dove si usa una comunicazione diretta, gli studenti si sentono coinvolti e capiscono meglio cosa ci si aspetta da loro. Fa effetto trovarsi di fronte a una persona che si mette allo stesso livello: ansia da prestazione? Sì, ma meno.

Cosa sono le office hours e perché in Irlanda pesano così tanto?

Nei contratti dei lecturer irlandesi c’è scritto nero su bianco: almeno tot ore a settimana dedicate solo agli studenti. Sono appuntamenti pubblici, a volte persino monitorati dall’università. Se non ti presenti, spesso è il docente a ricontattarti. Ti sembra un dettaglio? Prova ad avere una domanda su un esercizio di algebra: capirai quanto contano quei 15 minuti esclusivi.

Feedback continuo: qui non si vive solo di esami finali

Il famoso “continuous assessment” irlandese significa che la tua performance viene valutata man mano: progetti, presentazioni, assignment. Ti aspetti feedback regolari (spesso scritti, anche lunghi) nel giro di pochi giorni. In Italia, invece, di solito ricevi solo il voto dell’esame finale, a volte con un commento telegrafico sul registro. Un “mondo” diverso, sia se ami i consigli pratici, sia se vivi male la pressione continua.

Dove restano differenze che possono pesare? Non a tutti il modello irlandese va a genio – ed è ok

Per chi ama la formalità, l’Italia è ancora un porto sicuro

La relazione gerarchica, il confronto “corretto” e tutto il valore simbolico del professore restano un pilastro. Se questa dimensione per te è importante – la proclamazione in aula magna, i titoli, l’esame orale “difficilissimo” – in Irlanda sentirai meno “sacralità” (e magari ti mancherà). La valutazione qui è basata quasi solo sulle prestazioni e sulle consegne.

Piccolo non sempre vuol dire “personalizzato”, nemmeno in Irlanda

Occhio agli stereotipi: Dublino e le “big university” irlandesi hanno classi da 200 studenti, specie nei primi anni o nelle facoltà di medicina e ingegneria. Al contrario, certi atenei italiani vantano corsi da 30 ragazzi seguiti alla vecchia maniera, spesso nelle città universitarie di provincia.

Il lato (molto) pratico: quanto costa avere questo rapporto più diretto?

Crescita internazionale, più confronti, docenti “vicini”… tutto bello, ma il prezzo si sente: cercare una stanza a Dublino spesso significa preventivare oltre 900 euro al mese. Molti studenti italiani optano per città fuori Dublino, o pensano al blended learning per non affittare tutto l’anno.

Domande tipiche sulla didattica in Irlanda: come allenarti prima di partire?

Come faccio ad abituarmi al feedback continuo?

Inizia già in Italia: chiedi ai tuoi insegnanti correzioni specifiche su tesine, presentazioni, esercizi. Imparerai che il vero “giudizio” non è solo un voto finale.

Le office hours sono così diverse?

Sì. Allenati a prenotare brevi incontri preparandoti una lista di domande chiare, perché ogni minuto è utilissimo.

Come gestisco le revisioni tra pari (peer review)?

Quasi nessuno le fa in Italia, ma sono normalissime nei college irlandesi. Puoi iniziare collaborando con amici a correggere i compiti: la logica è la stessa.

Mi manca la formalità! Come trovo “struttura”?

Partecipa agli incontri tra studenti e docenti (class rep meeting) per avere un confronto più istituzionale. In molti casi, puoi proporre argomenti e organizzare dibattiti.

Voci vere: chi ci è passato racconta che…

  • Federico, Business, Dundalk
    «Il primo giorno il prof di Accounting mi ha detto “Call me Dave”. All’inizio ero scettico, poi ne ho approfittato e gli mandavo le bozze a tutte le ore. La risposta arrivava sempre.»
  • Chiara, Nursing, UCD
    «La tesi in Italia mi sembrava un muro. Qui inizi a fare ricerca da subito, la supervisor ti segue passo passo. Fatica? Sì, ma non sei mai lasciata sola.»
  • Matteo, Erasmus a Galway
    «Tornato a Milano, la grandezza delle aule mi ha scioccato. In Irlanda sentivo che anche i prof più impegnati sapevano chi ero.»

Quali sono i pro e i contro concreti tra Irlanda e Italia nel rapporto docente-studente?

Cosa cambia davvero In Irlanda In Italia
Formalità e distanza Bassa, clima informale Alta, titoli e gerarchia
Feedback Continuo e dettagliato Spesso solo esame finale
Classi 25-60 studenti nei college 100+ (spesso)
Tempo dei docenti Lecturer dedicati alla didattica Prof anche ricercatori
Costo vita Più alto soprattutto a Dublino Variabile, ma spesso più basso
Ricevimento Obbligatorio per docenti Dipende molto da singoli

Quando invece forse è meglio restare in Italia (ed è giusto così)

Sentirsi a proprio agio è fondamentale. Se ti spaventa l’idea di un percorso fatto di project work continui, se preferisci l’orale finale o il confronto “frontale” classico, l’università italiana è ancora un’ottima scelta. Idem se il budget è troppo stressante: vivere all’estero non vale la pena se il prezzo è ansia costante. Meglio fare le cose a modo proprio, con le risorse che hai.

Vale la pena puntare sull’approccio irlandese? Ecco cosa valutare prima

Nessuna soluzione è “migliore” a prescindere: tutto dipende da cosa ti aiuta a crescere, a imparare sul serio e (sì…) anche a sentirti meno spaesato. Informati sui numeri delle classi, sulla disponibilità di office hours, sul tipo di prove d’esame. Chiedi direttamente agli studenti o ai docenti dei corsi che ti interessano: sono i consigli più veri.

Se vuoi parlarne con qualcuno che ci è passato, davvero senza filtri, raccontaci i tuoi dubbi: non c’è nessuna risposta preconfezionata, solo dialogo vero.

Vuoi capire se la “formula irlandese” può davvero aiutarti?

Nessun form magico. Scrivici: ti metteremo in contatto con qualcuno che ha già fatto quel salto, che conosce bene i dettagli (positivi e no). Sappi che puoi parlarne senza sentirti giudicato o spinto: qui non si fanno promesse impossibili, ma si ascolta e si cerca insieme la strada più adatta a te.

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