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Come si struttura un master in ricerca in Irlanda

Scopri la verità sui master di ricerca in Irlanda: corsi, supervisori e aspettative. È un percorso impegnativo, ma può offrirti grandi opportunità.

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Master di ricerca in Irlanda: come funziona davvero (senza filtri)

Ogni settimana ci arriva almeno una mail con questa domanda: “Ma un master di ricerca in Irlanda è solo tesi, o devo anche seguire corsi?”. Se anche tu sei bloccato su questa cosa, tranquillo, è normale: in Italia la distinzione non è sempre chiarissima, e le informazioni che si trovano online spesso sono piene di termini tecnici oppure vaghe. Qui ci proviamo senza troppi giri di parole — né promesse strane — e ti raccontiamo cosa aspettarti davvero.


Master by Taught o by Research? Due tipi, due mondi.

Le università irlandesi offrono, a grandi linee, due tipi di master:

  • Taught Master: molta didattica “classica”, esami, progetti, lavori di gruppo, e solo verso la fine un po’ di tesi.
  • Research Master: il fulcro è un progetto di ricerca personale, seguito da almeno due supervisor. Le lezioni sono pochissime o assenti.

Differenza lampo: se cerchi un percorso strutturato, con lezioni e compagni di corso, la prima fa per te. Se già ti viene voglia di alzare le mani sporche di inchiostro e buttarti a capofitto in qualcosa di tuo, la seconda.

Ah, e a livello di carta finale si chiamano entrambi “MSc/MA”, ma la dicitura cambierà in “by Taught” o “by Research”.


Ricerca pura… ma quanto pesa davvero?

  • Carico tipico: 90 ECTS in un anno di full-time (o due anni part-time). Sì, è TANTO: tra tesi e (pochi) moduli, siamo intorno alle 1.800 ore complessive.
  • Durata: minima 12 mesi, massima 2 anni (più facile avanzare se lavori mentre studi).
  • Tesi: almeno 60 ECTS devono essere ricerca pura: raccolta dati, analisi, scrittura… insomma, il cuore del master.
  • Moduli opzionali: da zero a massimo 30 ECTS, scelti insieme ai supervisor per darti le basi metodologiche su misura. A volte sono obbligatori (statistica, etica…), altre sono d’aiuto ma non strettamente richiesti.
  • Competenze “extra”: alcuni atenei permettono di aggiungere corsi che non c’entrano con il tuo ambito specifico ma utili per il CV (tipo project management, public speaking). Non tutti li scelgono, ma potrebbero tornarti utili.

Un esempio reale

Alla University College Cork (UCC), puoi prendere fino a 15 ECTS di corsi, ma nessuno ti obbliga: dipende dal tuo piano concordato con l’università e con il supervisor. Non aspettarti il classico calendario tipo liceo o triennale: gran parte del tempo starai su un progetto TUO, con le tue scadenze.


Come si viene seguiti?

Questa forse è la differenza più sentita con l’università italiana:

  • Supervisor: almeno due, uno “principale” e uno di supporto. Li raccatti tu ancora prima di essere iscritto, proponendo una tua idea di ricerca.
  • Piano di lavoro: si fa insieme ai supervisor, entro 3 mesi massimo dall’inizio. Si fissano incontri (da 5 a 10 l’anno, minimi), tappe di controllo e cosa andrai a “studiare” a parte la tesi (come statistiche avanzate o grant writing).
  • Controlli intermedi: c’è sempre una revisione dopo un anno. Se vai lungo coi tempi, scattano altri check ogni sei mesi.
  • Formazione obbligatoria: quasi tutti gli atenei (e l’ente irlandese QQI) richiedono brevi training su etica della ricerca, gestione dei dati ecc. Sì, vale anche per chi non farà esperimenti con persone o animali.

Esame finale: solo tesi o anche discussione?

La tesi è SEMPRE richiesta (può essere una monografia o una serie di articoli collegati). La discussione pubblica (“viva voce”, un po’ come da noi) dipende dall’ateneo: spesso è obbligatoria solo per il PhD, nel master a volte sì, altre volte no. In ogni caso, la tua tesi sarà letta da un esaminatore esterno per evitare nepotismi.

E pubblicare articoli durante il master? Non è la regola ma se riesci, sei già un passo avanti per il PhD o la carriera accademica.


Requisiti di ingresso: poche illusioni

  • Titolo di studio italiano: serve minimo la triennale, quasi sempre è richiesto il voto “2.1 honours” (sfiora il 92/110, occhio a non scendere troppo).
  • Lingua: se il tuo percorso NON è stato in inglese, serve IELTS 6.5 (o altro test simile).
  • Proposta di ricerca: va discussa SUBITO con potenziali supervisor, non aspettare l’application “ufficiale”.
  • Budget: i costi variano tanto tra università e spesso cambiano all’improvviso. Chiedi sempre un preventivo con dritte aggiornate (noi, ad esempio, monitoriamo ogni singolo aumento... a volte, lo scopriamo con te!).
  • Laboratori: in alcune discipline possono esserci “bench fees” per coprire l’uso di laboratori o materiali.

Pro e contro — senza filtri

Pro (detti davvero)

  • In 12 mesi puoi capire se la ricerca è la “tua vita”, senza bloccarti 3-4 anni in un PhD subito.
  • Lavori su un progetto tuo, con risorse e laboratori anche di eccellenza (che in Italia spesso si sognano).
  • Se scegli bene i corsi extra, ti porti a casa skills pratiche molto richieste (pianificazione progetti, scrittura accademica... roba che servirà ovunque).

Contro (che spesso pochi dicono)

  • Carico intenso: non è il master “più semplice”, anzi. Chi lavora fatica; da noi sono pochi quelli che lo fanno “part-time” e non si lamentano.
  • Poca struttura: niente orari fissi o corsi obbligatori ogni settimana. Serve essere autonomi, se vuoi il “prof che ti chiama se manchi”, qui non succede.
  • Soldi: borse di studio poche; spesso vanno ai PhD o a studenti “interni”. Meglio non contare a occhi chiusi sui finanziamenti.
  • Discussione finale: se punti a fare PhD e vuoi abituarti alla difesa pubblica, verifica se il master la prevede (alcuni no).

Errori tipici (che vediamo spesso)

  • Confusione tra titoli: l’MSc by Research NON è un PhD “corto” né un MPhil.
  • Moduli sottovalutati: anche se pochi, vanno seguiti e superati; se cadi su una materia obbligatoria, si allungano i tempi.
  • Relazione col supervisor: i problemi qui rallentano tutto. Non scegliere “a caso”: se già dopo la prima chiamata ti sembra la persona sbagliata, ascolta la pancia.
  • Etica e dati: lavorare con persone/animali? Serve l’approvazione etica (che può richiedere MESI: occhio ai tempi).

Domande che ci fate spesso (e risposte oneste)

Quanto costa?
Dipende. C’è chi spende 6.000 euro, chi ne sborsa oltre 13.000 all’anno. Ogni università fa storia a sé, e anche la disciplina pesa (in media, biomedico e STEM più caro). Le cifre cambiano con poco preavviso: per stare sul sicuro, scrivici.

Visto?
Se hai passaporto UE, niente visto. Ti serve solo registrarti per lavorare (PPS Number quando arrivi, poca burocrazia).

Se poi voglio passare a PhD?
Possibile, ma non automatico. Servono progetto approvato e supervisor d’accordo. A volte c’è una “progressione” diretta, altre bisogna rifare domanda.

Devo per forza discutere la tesi?
Non sempre: dipende dall’università. Alla UCC solo per il PhD. Controlla sempre il regolamento specifico.

Quanti corsi devo fare?
A volte nessuno, a volte 2-3 (raramente più di 30 ECTS su 90). Ogni master fissa il suo schema esatto.


La verità — per chiudere

Fare un master by research in Irlanda è tutto tranne che “una passeggiata rilassante”. È un anno intenso, magari anche entusiasmante, ma richiede molta autonomia, organizzazione, e una buona idea di partenza. Se vuoi scoprire se la vita da ricercatore fa per te – ma senza un salto nel buio di 3-4 anni da PhD – può essere la scelta giusta. Ma va pianificata per tempo.

Dubbi su supervisioni, scelta della sede o costi?
Scrivici, anche solo per fare due chiacchiere. Nessuna promessa magica: ti aiutiamo a chiarire idee, budget, contatti e quella famosa domanda “ma sarà davvero il percorso giusto per me?”. E, se non lo sappiamo, te lo diciamo senza problemi.

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