Corsi blended e online: quanto sono diffusi davvero in Irlanda rispetto all’Italia? Ecco i dati (e le storie) che non ti raccontano
“È meglio iscrivermi a una telematica in Italia o cercare un corso blended o online in Irlanda?” Se stai leggendo queste righe, probabilmente sei almeno al secondo giro di ricerche su Google, hai già letto discussioni infinite su Reddit e ti sei chiesto almeno una volta chi ci abbia capito davvero qualcosa. Spoiler: non sei solo, e ancora meno sei in ritardo. Qui mettiamo sul tavolo — senza filtri — cosa dicono numeri, regole e soprattutto la voce di chi queste esperienze le ha provate davvero.
Cosa si intende davvero per “blended” e “online” in Irlanda e Italia? (E perché non è la stessa cosa)
Partiamo dai termini, perché già qui fanno confusione in molti:
- Blended learning: in pratica, parte delle lezioni in presenza e parte online (di solito con una % indicata nel piano di studi). Può voler dire workshop in campus + lezioni registrate, o lezioni live su Teams + qualche giornata intensiva on site.
- Fully online: si segue tutto a distanza, dal primo all’ultimo esame. In Irlanda capita che anche università classiche offrano corsi di questo tipo.
- In Italia però “online” spesso è sinonimo di “telematica”, cioè quelle università nate solo per l’online e separate dagli atenei statali. Occhio: là fuori la differenza tra “blended” all’irlandese e “telematica” italiana pesa molto più di quanto sembri.
I corsi blended e online in Irlanda sono davvero più diffusi delle università telematiche italiane?
Quanto è ampia l’offerta online-blended nelle università irlandesi tradizionali?
Per non perderci nelle leggende, ecco qualche numero e fatto reale:
- Oltre 300 corsi Springboard+ (2023/24), quasi tutti flessibili o online. Se cerchi in qualsiasi ateneo, trovi moduli blended anche nelle lauree triennali classiche (fonte: springboardcourses.ie).
- Le micro-credential sono già realtà pubblica: piccoli moduli online validi anche per il mercato del lavoro e per i crediti universitari, sostenuti dal Ministero (HEA) irlandese.
- Dal 2023 c’è una linea guida nazionale QQI di oltre 100 pagine dedicata SOLO ai corsi blended e online: requisiti di progettazione, supporto tech, verifica delle piattaforme, qualità dei tutor. Esiste perché questi corsi non sono una rarità, ma una parte integrata dell’offerta.
- Anche la “blendedizzazione” è visibile già dai syllabus: ogni modulo ha scritto chiaramente la % di online, spesso direttamente nel titolo.
In pratica: in Irlanda i corsi blended non sono la “scelta di chi lavora e basta”, ma un formato dignitoso, considerato alla pari del full-time, riconosciuto a tutti gli effetti e adatto a chi punta in alto (master, PhD, accesso al lavoro).
In Italia l’aumento dell’online riguarda davvero tutti gli atenei?
Qui le cose sono diverse:
- Le università telematiche iscritte al MUR sono 11 e totalizzano oltre 250.000 studenti (dato 2022/23). Sono cresciute del 500% in 10 anni! Ma riguardano soprattutto chi sceglie l’online fin dall’inizio, non chi cerca un mix.
- Negli atenei statali tradizionali, i corsi blended veri sono pochi e quasi sempre a seguito dell’emergenza Covid; spesso si torna in fretta alla classica lezione in aula.
- Al momento non esiste nulla in Italia di paragonabile alle dettagliatissime guideline QQI: l’ANVUR ha linee guida, ma sono più raccomandazioni che vincoli rigidi.
- Il risultato che vediamo ogni anno? Chi ha bisogno di massima flessibilità, in Italia, di solito deve andare sulla telematica; altrove, il blended è raro o poco strutturato.
Tabella pratica: differenze chiave tra blended/online in Irlanda e Italia
Aspetto | In Irlanda (“core” nei tradizionali) | In Italia (telematiche Vs. statali) |
---|---|---|
Diffusione dei corsi online/blended | Presenti in tutti gli atenei pubblici e privati | Alti numeri solo nelle telematiche, bassa nei tradizionali |
Regole e controlli qualità | Guideline nazionali QQI, verifiche periodiche | Raccomandazioni non vincolanti ANVUR |
Percezione titolo nel lavoro | Blended/online riconosciuto allo stesso livello (titolo e ateneo contano più della modalità) | Illegale discriminare, ma alcune professioni danno più valore al “presenziale” |
Borse o bandi pubblici dedicati | Springboard+ copre spesso 100% tasse per adult learner e disoccupati | Poche borse mirate, spesso escluse le telematiche |
Quando scegliere l’Irlanda e quando una telematica italiana? Esempi reali di vantaggi, limiti e “curve di realtà”
Pro e contro concreti dei corsi blended e online in Irlanda
Vantaggi
- Puoi davvero mixare stage, laboratorio e moduli online senza girare mezza Italia/in mezza Europa. Le lezioni online sono integrate nel calendario, non “un favore”.
- Il voto dei moduli online pesa EFFETTIVAMENTE sul GPA (media di laurea), nessuna penalizzazione “di serie B”.
- Per italiani niente visto per studiare online dall’Italia (finché resti in UE). Quindi la burocrazia è davvero meno stressante.
Punti da non sottovalutare
- Orari: Dublino è un’ora indietro. Seguire le lezioni in tempo reale, soprattutto all’inizio, richiede adattamento (niente maratone notturne in pigiama se la live è alle 9 del mattino locale).
- Internet stabile e PC decente: in Irlanda ti fanno controllare i requisiti tecnici PRIMA dell’iscrizione. Sembra banale, ma chi parte “alla leggera” spesso rimane fregato.
- Lezioni e assessment sono sempre in inglese (parlato veloce, slang): devi metterlo in conto, specie se sei abituato alle dispense italiane lente e ripetitive.
Vantaggi e limiti delle università telematiche italiane
Vantaggi
- Costo annuo spesso più basso rispetto agli atenei stranieri (ma attenzione: controlla bene i costi “extra”, esami, materiale didattico!).
- Più sedi d’esame rispetto a un’università classica; può essere utile se lavori o hai famiglia.
Ma:
- La community online è ancora spesso “piatta” (i famosi forum abbandonati, i tutor che rispondono dopo giorni… se ci hai provato, conosci la sensazione).
- In alcune professioni la laurea telematica viene vista — a torto o a ragione — come “meno impegnativa”. La legge dice che sono equivalenti, ma la percezione fa parte del mondo reale.
Quanto costa un corso blended o online in Irlanda rispetto all’Italia? (E altre domande vere che ci arrivano ogni giorno)
Quanto costa davvero un corso blended undergraduate in Irlanda?
La forbice è ampia: da 3.000 € (qualche short course e diploma) fino a 9.000 € l’anno per i bachelor o corsi più “mainstream”. E sì, le tasse aumentano frequentemente: prima di iscriverti, chiedici pure un check aggiornato (senza impegno).
Posso usare la borsa di studio italiana per un corso online in Irlanda?
In diversi casi sì, perché resti studente di una università UE. Ma attenzione: ogni bando regionale/studentesco ha regole proprie (alcuni “non vogliono l’online”; altri sì, purché il corso sia pubblico). Serve sempre controllare il bando dell’anno corrente.
Serve il visto se seguo solo online dall’Italia?
No, se sei cittadino italiano/UE non hai bisogno di nulla. L’unica eccezione: se decidi di passare periodi prolungati in Irlanda (oltre i 90 giorni), magari per stage o training in presenza, ci possono essere pratiche aggiuntive (PPS Number, etc.) — ma solo in quel caso.
Che tipo di diploma/certificato rilasciano i corsi blended/online in Irlanda? Vale in Italia?
Il titolo è esattamente lo stesso che rilascia l’ateneo per gli studenti on campus. Le università irlandesi sono parte dell’EHEA, quindi per il riconoscimento in Italia si seguono le normali regole di equipollenza (con qualche scartoffia, ma nessuna barriera vera).
Racconto vero: la storia di Martina tra telematica in Italia e blended in Irlanda
“Ti dico la verità, all’inizio la scelta per me era solo una: trovare un corso da seguire mentre lavoravo. Ho iniziato in Italia, telematica: promesso tanto supporto, ma la realtà era forum semi-vuoti e tutor che rispondevano dopo giorni. Molta solitudine. Poi ho tentato il ‘blended’ a Dublino (Business & Analytics): 40% online, 60% workshop in presenza. Non sto dicendo che sia tutto ‘facile’: viaggio spesso, e sì, spendo di più. Ma il network che ho creato, la chat live con il librarian, il career coach sempre reperibile e i boot-camp on campus… mi hanno cambiato. Il salto di qualità, almeno per me, è stato lì”.
Conclusione (senza giri di parole): conviene davvero puntare sull’Irlanda per lo studio online/blended?
Se ti interessa la flessibilità VERA, riconosciuta anche fuori dal mondo telematico, e vuoi aggiungere la dimensione internazionale (inglese, network, accesso a stage), oggi il sistema irlandese ti offre più opzioni strutturate rispetto all’Italia. Se invece hai bisogno soprattutto di risparmiare e vuoi una laurea legalmente valida a prescindere dal “dove lavorerò dopo”, la strada italiana (telematica) resta una scelta ragionevole.
La chiave è davvero questa: non esiste la soluzione “per tutti”. Conta chi sei, da dove parti, che obiettivi hai tra uno e cinque anni. Se vuoi vedere direttamente come funzionano lezioni, calendari e piattaforme (anche solo per chiarirti le idee su cosa NON vuoi), qualche ex-studente del team Studey è sempre felice di farti dare un’occhiata dietro le quinte — senza stress e senza impegno.
Hai altre domande che non hai mai avuto il coraggio di chiedere su corsi online o blended all’estero? Puoi scriverci qui o anche semplicemente leggere le storie degli altri: spesso ci si ritrova più di quanto si creda.
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