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Corsi professionalizzanti: Irlanda e Italia a confronto

Scegliere tra corsi professionalizzanti in Irlanda o Italia dipende dalle tue aspirazioni, disponibilitĂ  e mercato del lavoro: esplora le opzioni e i requisiti.

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Corsi professionalizzanti in Irlanda o Italia: quale scegliere? Un confronto vero, senza filtri

Ogni settimana riceviamo domande tipo: “Mi conviene fare un corso breve per lavorare subito o è meglio puntare sulla laurea?” Capita anche a te di averci pensato? La risposta, spoiler: non esiste una soluzione giusta per tutti. Quello che conta davvero è cosa vuoi fare dopo la maturità, quanto sei disposto a spostarti (fisicamente e mentalmente), e cosa ti serve sul serio per trovare il tuo prossimo posto – che sia in Italia o all’estero. Oggi mettiamo a confronto, concretamente, i corsi professionalizzanti post-diploma: Irlanda (con i famosi Post Leaving Certificate – PLC e altri corsi FET) e Italia (ITS Academy). Niente promesse miracolose, solo quello che serve sapere.


Cosa sono i corsi professionalizzanti (e perché stanno attirando sempre più diplomati)?

In poche parole: sono percorsi post-maturità (da 1 a 3 anni) che mischiano lezioni pratiche, laboratorio, stage in azienda e ti portano a imparare un mestiere “vero”, subito spendibile. Niente sbattimenti teorici inutili: si va dritti al punto. Spesso vedi sigle come EQF 5 o EQF 6 — sono livelli standard europei, stanno sotto alle lauree triennali/magistrali ma sopra al diploma.

Negli ultimi anni sono diventati super popolari perché:

  • Il mercato cerca tecnici, non solo laureati.
  • Voglia di imparare “sul campo”, magari in inglese.
  • In Italia gli ITS crescono, ma molti non li conoscono ancora bene.

Come funzionano i corsi professionalizzanti in Irlanda?

Quanto durano e che titoli rilasciano i PLC?

La maggior parte dura 1 anno (a volte 2, se ci prendi gusto). Si chiamano QQI Level 5 (livello base) e qualcuno arriva al Level 6. A fine corso ottieni un Major Award riconosciuto in Irlanda e, attenzione, anche in Europa. Non è una laurea, ma è spendibile.

Cosa si studia e come sono le lezioni nei PLC irlandesi?

Si va dalle 30 alle 40 ore a settimana, di cui una bella fetta è pratica: laboratori, esercitazioni, lavori di gruppo. E una cosa che molti italiani non sanno: lo stage è obbligatorio (di solito 4-8 settimane). I docenti spesso lavorano/han lavorato davvero nei settori che insegnano (ICT, media, sanità, turismo...). Classi piccole, laboratori veri, poca teoria-fuffa.

Quali sono i requisiti per entrare in un PLC in Irlanda? Serve l’inglese perfetto?

Serve un diploma di scuola superiore (la nostra maturità basta). In più, ti servirà almeno un B2 d’inglese. Alcune scuole vorranno parlarti o farti un test, ma nulla di tragico. Se hai fatto corsi di lingua o superato l’esame Cambridge, sei già avanti.

Quanto costano i corsi PLC in Irlanda? Ci sono spese nascoste?

Il corso “in sé” è spesso gratuito (niente quota statale fissa). Ma può esserci un “course charge” di 200-500 euro per materiali, divise, iscrizione esami professionali ecc. Ogni centro ha la sua politica: chiedici sempre conferma sui costi veri, perché qualche sorpresa esce sempre.

Quali sono le possibilitĂ  di lavoro e i proseguimenti dopo un PLC?

Secondo la Central Statistics Office, più di 7 ragazzi su 10, a un anno dal titolo PLC/FET, lavorano in modo “solido” (retail, ospedali, IT, turismo…). E chi vuole, può continuare in università — tanti atenei irlandesi accettano crediti PLC (non sempre è automatico, eh!).

Pro e contro dei corsi professionalizzanti in Irlanda per studenti italiani

Vantaggi pratici:

  • Inglese sul serio, non solo “da libro”.
  • Titolo valido in tutta l’UE.
  • Niente visto, nessuna barriera strana extra per italiani.
  • Conosci gente da tutto il mondo.

DifficoltĂ  reali:

  • Trovare casa (specialmente a Dublino e Cork) può essere uno sport estremo.
  • Lo stage spesso non è pagato (serve mettere via qualcosa).
  • Dopo il corso, bisogna sbattersi per trovare lavoro: nessuno ti regala nulla.

ITS Academy in Italia: cosa sono e come funzionano?

Quanto durano e che tipo di diploma rilasciano gli ITS?

Gli ITS (ora anzi “ITS Academy” per essere moderni) sono corsi biennali o triennali, da 1800 a 3000 ore, livello EQF 5 o 6. A fine percorso ottieni un Diploma di Specializzazione Tecnica Superiore firmato Ministero e un supplemento Europass per l’Europa.

Che materie si fanno e quanto è “pratico” l’ITS in Italia?

Il punto forte: almeno il 60% dei docenti sono manager, tecnici o professionisti che lavorano davvero. Lo stage occupa almeno il 35% del percorso: puoi farlo anche all’estero, ma spesso è nella PMI italiana del territorio. I settori? Energia, IT, moda, agroalimentare, turismo, meccanica… qui davvero c’è molta scelta, ma conta molto “dove” e “con chi” lo fai.

Chi può entrare in un ITS e come funziona la selezione?

Basta il diploma superiore, ma si passa per un test scritto e un colloquio motivazionale. Le classi sono piccole (25-30 persone), quindi posti non infiniti. Il livello di selezione e la difficoltĂ  cambia molto da ITS a ITS.

Quanto costano gli ITS in Italia? Posso avere borse di studio?

La tassa di iscrizione va da 300 a 1000 euro l’anno, dipende molto dalla regione e dalla fondazione. Di solito copre materiali, assicurazioni ecc. In alcune zone le aziende/enti locali coprono parte dei costi, ci sono anche borse di studio ma non per tutti. Meglio informarsi con largo anticipo.

Che percentuale trova lavoro dopo un ITS in Italia?

Secondo l’ultimo monitoraggio INDIRE, circa l’84% dei diplomati lavora entro un anno; la maggior parte in settori coerenti. Si parte spesso con apprendistato o tempo determinato, ma chi si impegna spesso resta in azienda.

Punti di forza e limiti degli ITS italiani

Cosa funziona:

  • I programmi sono creati insieme alle aziende, veri bisogni reali.
  • Docenti aziendali: spesso sono i tuoi futuri capi.
  • Stage spesso “porta d’accesso” per il lavoro.

Fatiche vere:

  • Esperienza internazionale scarsa, inglese non sempre centrale.
  • Enorme differenza di qualitĂ  tra ITS buoni e “giusto per”.
  • Devi informarti molto, non basta “scegliere a caso”.

Tabella di confronto tra corsi professionalizzanti in Irlanda e Italia

Aspetto Irlanda – PLC/FET Italia – ITS Academy
Durata 1-2 anni 2-3 anni
Livello EQF 5-6 5-6
Lingua Inglese Italiano (con moduli inglese)
Stage obbligatorio Sì (4-8 settimane) Sì (almeno 35% delle ore)
Costi ufficiali Gratis + 200-500€ materiali 300-1.000€/anno
Requisiti ingresso Diploma + inglese B2 Diploma + selezione
Tasso occupazione 1 anno 74% (dati 2021) 84% (monitoraggio 2025)
Proseguimenti Possibile accesso lauree Riconoscimento parziale CFU
Vita fuori dai corsi Affitti/carovita alti PiĂą vicini a casa, meno costi

FAQ: le domande “da Google” che riceviamo sempre

“Se faccio un PLC in Irlanda, posso poi entrare in università?”

Spesso sì, molti atenei riservano posti ai titolari di QQI Level 5/6. Non tutte le facoltà però ti permettono l’accesso diretto. Conta molto anche il corso PLC scelto e i tuoi risultati finali. Serve far combaciare le tempistiche application (CAO e non solo). Qui ti supportiamo a ricostruire la storia accademica e fare domanda senza errori strategici.

“Gli ITS in Italia sono davvero gratis?”

No. Paghi una retta annuale (che copre spesso materiale, tirocinio, assicurazioni). In alcune regioni/settori si riesce a strappare il prezzo grazie a finanziamenti locali/aziendali, ma NON è scontato. Verifica sempre in anticipo.

“Meglio lavorare subito in Irlanda dopo il PLC o tornare in Italia?”

Non c’è una risposta magica. Settori come ICT e hospitality in Irlanda offrono più chances (specie a Dublino), ma pesa moltissimo il costo della vita post-tirocinio. Se torni in Italia, il tuo inglese e lo stage all’estero ti aiuteranno parecchio a farti notare.


Storie vere: “Com’è andata davvero?”

  • Alessandro, 20 anni, Roma – Ha scelto un PLC in Computer Systems a Cork. Un anno dopo, tirocinio fatto (con qualche “disastro” all’inizio per trovare casa), oggi lavora come junior IT support a 28.000 lordi. Dice: “L’inglese imparato in laboratorio mi serve ogni giorno, piĂą del diploma scritto. Senza il corso, nessuno mi avrebbe mai assunto sul posto.”
  • Sara, 22 anni, Bari – Percorso ITS in Efficienza energetica, Puglia. Dopo 10 mesi dal diploma è project assistant in una PMI che fa pannelli fotovoltaici. “Durante lo stage mi hanno giĂ  messa alla prova come se fossi un’assunta vera. Il test d’ingresso però l’ho sottovalutato: lì ho rischiato.”

Meglio Irlanda o Italia? Quando scegliere l’una e quando l’altra?

Vai in Irlanda se:

  • Vuoi che l’inglese diventi la tua seconda lingua, davvero.
  • Sei pronto a gestire affitto, burocrazia, distanza da casa e costi piĂą alti.
  • Hai in mente settori “internazionali” (ICT, coaching, biotech, turismo).

Resta in Italia se:

  • Preferisci stare vicino a casa (e alle spese contenute).
  • Ami le filiere del territorio (moda, agroalimentare, meccanica).
  • Non ti senti ancora pronto (psicologicamente o lingusticamente) a un corso 100% in inglese.

Esistono alternative ai PLC o agli ITS per i neodiplomati italiani?

Sì, magari non sono conosciutissime, ma:

  • In Irlanda ci sono anche gli “apprenticeships” retribuiti (rete SOLAS): impari lavorando e prendi stipendio.
  • In Italia esistono i cosiddetti IFTS (800 ore, EQF 4): durata minore, formula smart.

Se tutto ti sembra un labirinto (codici, scadenze, conversione voti, procedure online…), ricordati: ci siamo noi. Ti aiutiamo senza filtri, anche solo per capire se ha senso davvero partire o cambiare strada.


In conclusione: come scegliere davvero il corso professionalizzante giusto?

Fra PLC irlandesi e ITS italiani ci sono più differenze di quanto sembri, ma l’obiettivo è lo stesso: darti un passaporto per il lavoro vero. L’Irlanda ti regala l’immersione linguistica e la porta dell’università in UK/Irlanda, l’Italia gioca sulla forza delle aziende locali che ti mettono alla prova subito.

Prima di prendere la decisione, chiediti “quanto posso spendere, dove voglio vivere, che settore mi interessa, e che qualità ha quel corso lì?” Dubbi ancora? Meglio parlarsi ora che pentirsi dopo: hai sempre la possibilità di parlare con chi ha già vissuto questa esperienza. Magari così scopri qualcosa che i siti ufficiali non dicono mai.

Le informazioni possono cambiare all’improvviso: per costi, requisiti e iscrizioni meglio un check concreto prima di iscriverti.


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