Meglio un percorso tecnico-pratico in Italia o in Irlanda? Ecco cosa sapere davvero
Se scegli tra ITS Academy in Italia o un Institute of Technology / Technological University in Irlanda, probabilmente hai ricevuto consigli diversi e letto tante opinioni online: qualcuno dice che in Irlanda “trovano subito lavoro”, altri che il Made in Italy non si batte, altri ancora parlano solo dei costi. Noi parliamo ogni settimana con studenti (e genitori) che si fanno le stesse domande – e la verità è che non c’è una ricetta magica.
Questa guida non promette miracoli, ma prova a risponderti con dati, esperienze raccolte negli anni, e qualche dritta pratica su cosa cambia davvero tra Italia e Irlanda: dalla vita in aula al portafoglio, fino a quello che succede dopo il diploma.
Qual è la vera differenza tra ITS Academy italiana e Technological University irlandese?
In breve? Alla fine si impara (tanta) pratica in entrambi i sistemi, ma tutto il resto – durata, modalità dei tirocini, costi, impostazione delle lezioni e possibilità dopo il diploma – cambia parecchio. Prima di tutto uno sguardo comparativo veloce:
ITS Academy (Italia) | Institutes of Technology / TUs (Irlanda) | |
---|---|---|
Durata | 2 anni (a volte 3) | 3–4 anni (Bachelor), 1–2 anni (Higher Certificate) |
Titolo | V livello EQF | NFQ Level 7-8 (Bachelor), o 6 (Higher Cert) |
Stage | Almeno 30% ore in azienda | Semestre di co-op richiuso nel curriculum, spesso pagato |
Lavoro post-diploma | 87% a 12 mesi (2022)1 | 82–87% assunti a 9 mesi, dipende dal settore2 |
Stage pagato? | Raramente | Spesso sì (stipendio deciso dall’azienda, media 1.600-2.000€/mese ICT) |
Requisiti | Diploma superiore, selezione | Maturità (diploma superiore), domanda in inglese |
Tasse | ~800€/anno | 3.000–7.000€/anno (EU), ma con prestito agevolato e lavoro part-time |
Nota: i dati sulle percentuali di occupazione sono quelli più recenti disponibili (fonte: INDIRE, HEA – dettagli in coda).
Come si studia “hands-on” davvero? Esperienza pratica a confronto tra Italia e Irlanda
Cosa aspettarsi da ITS Academy in Italia – pratica, ma non sempre “internazionale”
- Oltre un terzo dei docenti viene dal mondo delle imprese, spesso realtà locali.
- Laboratori in sede: alcune fondazioni sono all’avanguardia, altre meno (dipende molto da dove vivi).
- Tirocinio in azienda: dura almeno 4-6 mesi, spesso in aziende del territorio, raramente è pagato, ma tanti vengono poi assunti.
- Sedi: di solito puntano su settori forti per il Made in Italy (agroalimentare, meccanica, moda, ICT…).
- Piccola nota dolente: se sogni l’estero subito, non tutte le Fondazioni hanno contatti internazionali strutturati.
In cosa è diversa la “pratica” nelle Technological Universities irlandesi?
- Tutto il programma è pensato accanto alle aziende: c’è un “industry board” (obbligatorio per legge!) che decide cosa serve davvero.
- Il tirocinio (si chiama “cooperative education”): si svolge di solito tra il secondo e il terzo anno, dura 6 mesi (a volte di più), spesso retribuito. Qui la differenza è notevole: guadagnare fino a 8-10.000 € in un semestre non è raro nei settori STEM.
- Molti progetti si realizzano direttamente in collaborazione con aziende: hackathon, simulazioni in laboratorio, partnership con multinazionali reali (es: Google per informatica, GE Healthcare nel medtech…).
- Se vuoi fare stage all’estero, in Irlanda non dovrai impazzire con trafile burocratiche: il placement può essere in Irlanda o in altri Paesi UE/extra-UE, spesso tutto riconosciuto nel piano di studi.
Quali sono i requisiti per entrare? Serve già l’inglese per studiare in Irlanda?
Per entrare in un ITS italiano:
- Devi passare una selezione: test scritto e colloquio, tutto in italiano.
- In genere non è richiesto l’inglese certificato (lo studi come materia, ma il livello raramente viene verificato in ingresso).
Per accedere alle Technological Universities in Irlanda:
- Domanda sul portale CAO (per la maggior parte dei corsi Bachelor) o direttamente all’università.
- Bisogna presentare l’esame di maturità italiano (viene accettato!) e una certificazione linguistica: quasi sempre IELTS 6.0 o 6.5.
- Niente visto per cittadini UE (quindi vale anche per l’Italia).
- No “numero chiuso” come in Italia: se hai i requisiti entri, nessuna lotteria.
Quali sono i costi veri tra Italia e Irlanda per un percorso pratico?
Non giriamoci attorno: studiare in Irlanda costa di più, ma ci sono modi per rendere la spesa sostenibile, e il placement retribuito può davvero fare la differenza. Facciamo due calcoli pratici:
Tasse accademiche
- Italia: contributo regionale ~800€ all’anno (può variare).
- Irlanda: tasse universitarie tra 3.000 e 7.000€ a seconda dell’istituto, ma la maggior parte degli studenti EU riesce a ottenere lo “Student Contribution Loan” a tasso zero per la quota base (3.000€/a.a.).
Vita quotidiana
- Dublino è molto cara (case soprattutto), ma città come Limerick, Athlone o Sligo sono più accessibili (paragonabili a Milano-Bologna).
- In Irlanda puoi lavorare part-time: 20 ore/settimana LEGALMENTE, stipendio minimo 12€/ora (e spesso nei settori ICT sale a 14-16€).
- Placement retribuiti: un semestre vale davvero come un “mini salario”.
Borse e aiuti
- ITS italiani hanno borse regionali, ma la coperta è corta e ogni territorio fa storia a sé.
- In Irlanda puoi ottenere detrazione fiscale sulle tasse universitarie (tax relief) e il prestito copre parte della quota annuale, rendendo il tutto più gestibile.
Quali sono le reali probabilità di trovare lavoro dopo ITS o università tecnica in Irlanda?
- Italia (ITS): L’87% dei diplomati lavora entro un anno. Colpisce che oltre il 93% trova impiego in aziende coerenti al settore di studio. Se punti su meccanica o ICT nei distretti giusti, le offerte non mancano.
- Irlanda (TU): L’ultimo report ufficiale (HEA, 2023) parla di 82-87% assunti a meno di un anno dalla laurea. Piccola (ma concreta) differenza: si trova spesso impiego in multinazionali, e le carriere possono decollare anche fuori dall’Irlanda.
In pratica: entrambe le strade offrono buone chance, ma se vuoi esporti a un mercato globale, l’Irlanda offre più porte d’accesso.
In quali casi ha davvero senso restare in Italia?
- Hai un legame forte con un distretto specifico (motor valley, food valley ecc.) e vuoi già inserirti lì;
- Il budget è molto ristretto e cerchi una soluzione low-cost, senza debiti né avventure troppe rischiose;
- Il livello di inglese ti mette ansia e vuoi guadagnare sicurezza prima di buttarti in contesti internazionali.
Quando invece conviene puntare sull’Irlanda?
- Hai già una buona base di inglese e vuoi metterti davvero alla prova;
- Miri a settori dove l’Irlanda è protagonista (es. software, pharma, aerospazio, med-tech);
- Cerchi uno stage pagato e vuoi far capire subito sul CV di aver lavorato in un ambiente internazionale;
- Sei disposto a investire un po’ di più oggi per vederti offrire stipendi iniziali più alti domani (tra 32 e 36 mila euro l’anno per i lavori ICT junior, per darti un’idea concreta).
Domande (davvero) frequenti degli studenti italiani sul percorso tecnico-pratico in Irlanda o Italia
L’inglese è davvero fondamentale per studiare o lavorare in Irlanda?
Sì. Gli istituti chiedono certificazioni (IELTS, Cambridge o equivalente), e durante lo stage dovrai saper comunicare, non solo cavartela nelle email. Non sentirti “fuori tempo” se ora non sei pronto: quasi tutti partono con l’ansia, ma ci sono opzioni come corsi online e conditional offer che ti danno margine per raggiungere il livello.
Il diploma ITS italiano vale in Irlanda? Posso fare un “top-up degree”?
Dipende dal percorso. In generale un diploma ITS non è automaticamente riconosciuto come Bachelor irlandese, ma spesso puoi accedere a un “Top-up Bachelor” di un anno se hai fatto gli esami giusti (e qui serve inviare la documentazione precisa, meglio se ti facciamo noi da ponte con l’università di riferimento).
Posso fare Erasmus+ dall’ITS in Irlanda (anche solo per un semestre)?
Qualche Fondazione propone borse Erasmus, ma i posti sono sempre pochi e le tempistiche rigide. Se vuoi davvero un’esperienza estera prolungata e pratiche più snelle, l’opzione della Technological University irlandese è molto più lineare.
Lo stage/placement è garantito al 100% in entrambi i sistemi?
In Irlanda lo è: fa parte dei crediti obbligatori e l’università è tenuta a trovarti un’azienda ospitante; l’esperienza reale in azienda è un diritto/dovere dello studente. In Italia la qualità (e l’efficacia) del placement dipende molto dal network dell’ITS: ci sono realtà con contatti fortissimi e altre che fanno più fatica.
Quali errori vediamo più spesso tra chi parte per l’Irlanda (e come evitarli)?
- Non fare bene i conti: Dublino può costare anche più di quanto dicono le guide! Fai un piano annuale – senza ansia – ma il consiglio è di non voler vivere “come a casa” e valutare città più piccole.
- Sottovalutare l’inglese: Arrivare a fare lo stage senza una buona preparazione linguistica vuol dire rischiare di finire in ruoli poco stimolanti. Se pensi di zoppicare, falle subito lezione extra!
- Non informarsi sulla qualità dei laboratori dell’ITS: Chiedi di visitarli, fatti mostrare gli strumenti che userai e domandati se davvero quel corso è aggiornato alle esigenze di oggi.
Quindi: Italia o Irlanda per chi cerca una formazione pratica? Una scelta che va “personalizzata”
Se vuoi risparmiare, lavorare subito (magari in settori molto legati al territorio), e studiare in italiano, l’ITS resta una scelta concreta e valida. Se invece vuoi un percorso più internazionale, uno stage già pagato, e la possibilità di aprirti al mondo già da fine corso universitario (magari con un inglese finalmente fluente), le Technological Universities irlandesi offrono davvero tanto – ma richiedono più investimento all’inizio, soprattutto in termini di lingua e autonomia.
Dubbi su costi, bandi, CV in inglese o idee confuse su quale strada sia quella “giusta”?
Se ti è rimasto un punto interrogativo sulla fronte (“Ce la farò davvero? E cosa succede se poi non mi trovo?”), è normale. Nessuno ti deve convincere a partire, né a restare dov’è. Noi di Studey ci passiamo – e ci siamo cascati in un sacco di errori, prima di trovare la strada giusta. Se vuoi parlarne senza filtri, basta scriverci: basta una call gratuita di mezz’ora (senza promesse, né pressioni) per aiutarti a capire pro e contro per il tuo profilo, e se serve metterti direttamente in contatto con chi ha già vissuto questa esperienza.
Fonti principali
1. INDIRE – Monitoraggio ITS 2022
2. HEA Graduate Outcomes Survey 2023, sezione Technological Universities
3. QQI – Policies and standards for Technological Higher Education Institutions
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