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Insegnamento a piccoli gruppi: più diffuso in Irlanda o in Italia?

Scopri come le dimensioni delle classi e i metodi d'insegnamento differiscono tra Irlanda e Italia, e cosa aspettarti per i tuoi studi.

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Insegnamento a piccoli gruppi: è più comune in Irlanda o in Italia? Esperienze concrete, numeri veri e cosa aspettarsi

Perché è importante capire come funziona

Se tuo figlio o tu stesso state pensando di studiare in Irlanda, probabilmente vi siete già fatti questa domanda: “Ma nelle università irlandesi si lavora davvero in piccoli gruppi, o è una leggenda?”. L’immagine classica che molti hanno – il prof che segue 10 studenti seduti intorno a un tavolo, come a Hogwarts – è più uno specchio delle brochure che della realtà quotidiana. La verità, come spesso succede, è piena di sfumature e cambia molto a seconda del livello di studi, della materia e dell’università. Qui sotto trovi numeri aggiornati, esperienze dirette e consigli che ti aiutano a farti una vera idea, senza filtri.

La scuola: in Italia classi più piccole, ma il metodo conta

Com’è la dimensione media delle classi nelle scuole italiane rispetto a quelle irlandesi?

Molti ragazzi (e tanti genitori) partono da qui. Nei dati più recenti, l’Italia vince sui “piccoli numeri”:

Ordine scuola Italia - media studenti/classe Irlanda - media studenti/classe Fonti principali
Scuola primaria 18 22,8 OCPI 2024, INTO 2022
Secondaria I grado 20 24-25* OCPI 2024, INTO 2022

*In Irlanda le classi possono essere anche più numerose, soprattutto nelle città.

Se invece guardi il rapporto studenti/docente (che misura quante persone deve “seguire” un insegnante nell’arco delle lezioni):

Ordine scuola Italia Irlanda Fonti
Primaria 10,8 : 1 14,3 : 1 OECD 2023, CSO 2024
Secondaria superiore 10 : 1 12,4 : 1 OECD 2023, CSO 2024

Cosa significa questa differenza?

In Italia, soprattutto alle scuole elementari e medie, le classi sono mediamente più piccole: più facile conoscere l’insegnante, chiedere spiegazioni, sentirsi “visti”. In Irlanda trovi ancora, specie nelle zone urbane, classi anche da 30 bambini, pur se il governo sta lavorando per abbassare questi numeri.
Detto questo: il modo in cui le lezioni vengono gestite è spesso diverso. In molte scuole irlandesi si lavora molto con tutoraggio tra pari, gruppi cooperativi, aiuto di teaching assistant anche a scuola, soprattutto per i bisogni educativi speciali (BES). Quindi, a parità di numeri, l’ambiente può essere ugualmente “inclusivo”, anche se la distanza numerica sembra più grande.

Mio figlio ha bisogno di un ambiente raccolto, dove può chiedere aiuto subito. È meglio l’Italia?

Risposta onesta: se guardi solo alle dimensioni delle classi, la risposta è spesso sì. Ma se invece stai cercando un ambiente in cui tutti vengano aiutati concretamente, magari con tecniche didattiche moderne o più supporti extra, il consiglio è informarsi bene caso per caso. Se vuoi, ti mettiamo in contatto con famiglie che hanno vissuto entrambe le realtà, e che ti raccontano come si sono trovate davvero.

Università: i numeri sono alti, ma le esperienze cambiano (specie in Irlanda)

Quanti studenti ci sono in aula nelle università irlandesi rispetto a quelle italiane?

Qui le aspettative sono spesso confuse dai siti ufficiali. Sui numeri puri, entrambi i Paesi hanno lezioni frontali molto affollate (purtroppo), e qui il dato è onesto:

Paese Rapporto studenti/docente universitario
Irlanda 23 : 1 (fra i peggiori d’Europa)
Italia 20,2 : 1

Fonte: Irish Times 2023 su dati OECD; OECD Education at a Glance 2023

Allora perché le università irlandesi parlano sempre di “lezioni in piccoli gruppi”?

Qui entra in gioco la struttura dei corsi. Tutti fanno lezione “one-to-many” (magari con 200 matricole). Ma:

  • Tutorial: ogni settimana, quasi tutte le facoltà organizzano sessioni di approfondimento a gruppi ridotti (in media 15-25 studenti) gestite da tutor, dottorandi o docenti giovani. Qui si lavora in maniera interattiva, si fanno esercizi, si discute, si correggono compiti o si preparano gli esami.
  • Laboratori: alcune discipline (tipo ingegneria, scienze della vita, informatica) hanno obbligatoriamente sessioni in laboratorio dove il numero massimo di studenti si abbassa molto (anche meno di 20).
  • Continuous assessment: molti esami si basano su progetti o attività fatte in gruppo durante il semestre, guidate da teaching assistant che seguono davvero da vicino.

E nelle università italiane?

  • Le lezioni frontali sono spesso molto affollate e i “canali” (cioè le divisioni parallele delle classi) raramente portano a gruppi sotto i 70-100 studenti.
  • I tutorial o seminari in mini-gruppi esistono, ma sono eccezioni e dipendono molto dalla facoltà (più comuni in economia, ingegneria e scienze dure; quasi assenti nelle materie umanistiche).
  • I laboratori ci sono, ma sono gestiti con meno risorse umane rispetto all’Irlanda e spesso gli studenti si devono auto-organizzare a turni.

E per i master e i percorsi post-laurea?

Qui l’Irlanda spicca: nei master “taught” irlandesi spesso non si supera mai la soglia di 40 studenti, e la media è 1 docente ogni 12 studenti. In Italia, invece, specialmente nelle magistrali più richieste, puoi tranquillamente trovarti in una classe da 100 persone.

I numeri contano, ma bastano davvero per misurare la qualità?

No, purtroppo (o per fortuna). Avere un’aula piccola non vuol dire che sarà sempre coinvolgente.
Ciò che fa davvero la differenza sono altri aspetti:

  • Il feedback e l’assessment continuo: in Irlanda c’è una cultura della correzione costante e dei lavori di gruppo, in Italia molto meno.
  • La formazione dei docenti su come gestire classi attive e interattive.
  • Il sistema di peer learning e tutoraggio tra pari: Irlanda molto avanti, Italia ancora indietro su questi strumenti.

D’altra parte, in Italia puoi trovare un corpo docenti spesso più stabile, e a volte ancora una maggiore personalizzazione del percorso, ma i numeri restano comunque alti e l’accesso diretto ai prof fuori orario non è sempre la regola.

Come puoi informarti davvero? Ecco le domande pratiche da fare prima di scegliere

  • Chiedi sempre al corso di laurea attuale: “Quanti sono gli studenti medi per lezione plenaria? E nei tutorial e nei lab?”
  • Domanda se c’è un “continuous assessment”, e per quanti crediti: più compiti in itinere = più lavoro in piccoli gruppi.
  • Parla con ex-studenti della facoltà che ti interessa (noi possiamo aiutarti a trovarli) e chiedi: “Quanto era semplice parlare con il docente davvero?”, non solo dopo la lezione, ma anche via mail o in ricevimento.
  • Tieni conto che i numeri cambiano spesso: se una facoltà taglia o assume staff, il rapporto può peggiorare o migliorare in poco tempo.

FAQ: domande tipiche che riceviamo dagli studenti italiani

Quanti sono, davvero, i partecipanti a un tutorial in Irlanda?

Normalmente tra 15 e 25 studenti, ma varia moltissimo in base alla facoltà. Chiedi sempre la media aggiornata.

Il “class size” è lo stesso dello student-staff ratio?

No: il primo misura quante persone stanno insieme in una certa aula; il secondo è il totale degli studenti diviso per il totale dei docenti di quel dipartimento (compresi i docenti che magari fanno solo ricerca). Per farsi un’idea serve guardarli entrambi.

Esistono corsi in Irlanda dove si studia “in piccolissimi gruppi”, tipo liceo?

Sì, ma sono rari: qualche college privato, materie molto specifiche, corsi professionalizzanti. In genere, pochi posti e selezione severa.

Sono una persona che ha bisogno di confronto diretto con il prof: dove sto meglio, Italia o Irlanda?

Dipende da tanti fattori. In Italia puoi avere numeri più piccoli, ma spesso meno ricevimento formale; in Irlanda i tutorial sono strutturati e regolari, ma il tempo dedicato “one to one” non è sempre moltissimo. L’esperienza reale di chi ci è già passato è la bussola migliore.

La verità? Piccoli gruppi sì, ma non sempre e non ovunque

Alla fine, non esiste una risposta “giusta” o universale. In Italia le scuole superiori sono più raccolte; nelle università, Italia e Irlanda si somigliano (e i numeri sono alti in entrambi i sistemi), ma in Irlanda – specie a livello universitario e master – c’è più attenzione alle attività in piccoli gruppi, laboratori guidati e continuous assessment.
Se vuoi valutare davvero cosa fa per te, chiedi sempre info concrete e mettiti in contatto con chi ci è già passato: ex-studenti, famiglie, advisor pratici.
Se hai domande specifiche o vuoi sapere che esperienze hanno avuto altri ragazzi come te, puoi scriverci: la consulenza Studey è gratuita, senza impegno, e cerchiamo di darti risposte che non trovi su Google, compresi i pro&contro vissuti sulla pelle.

Speriamo che queste informazioni ti aiutino non ad “illuderti”, ma a scegliere in modo consapevole. L’importante è chiedere, confrontarsi, e ascoltare più “voci vissute” possibili – anche quelle che raccontano le parti più difficili.

Se vuoi fare due chiacchiere con chi ha già vissuto l’Irlanda o l’Italia (nelle classi grandi o nei mini-gruppi), basta un messaggio.

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