Lavorare come barista in Irlanda: cosa serve davvero e cosa aspettarsi
Se stai pensando di trasferirti in Irlanda e vuoi iniziare a lavorare subito, fare il barista è una delle scelte più comuni tra gli studenti italiani. Non è un lavoro da film: ci sono le corse di sabato mattina, le mani che odorano di caffè anche dopo la doccia, i clienti che ti parlano troppo veloce. Ma è uno dei modi più concreti per guadagnare qualcosa, migliorare l’inglese e conoscere persone nuove. Qui trovi tutte le risposte alle domande più frequenti (anche quelle un po’ scomode) per chi vuole capire come funziona davvero lavorare come barista in Irlanda.
Quali documenti servono davvero per lavorare come barista in Irlanda?
Niente promesse vaghe: ecco la checklist reale, con spiegazioni pratiche — non solo quella “sulla carta”, ma come si muovono davvero i datori.
Documento/Requisito | Serve? | Quello che succede davvero |
---|---|---|
Passaporto o carta d’identità valida | Sì | Se sei cittadino UE basta, ma tienila valida fino a fine contratto. Non perdi il lavoro per documento scaduto, ma eviti ansie e intoppi. |
PPS Number (codice fiscale irlandese) | Sì | Serve per ricevere lo stipendio. Puoi lavorare qualche giorno senza, ma il datore lo vorrà il prima possibile. Si fa online, non serve pagare nessuno per aiutarti. |
Conto corrente irlandese | Nì | Alcune catene richiedono IBAN irlandese, altre accettano quello italiano. In pratica, con Revolut o N26 di solito risolvi entro un giorno. |
Età minima | 16 anni | Se non hai 18 anni lo stipendio è più basso. Facile che ti chiedano comunque età e disponibilità turni nel colloquio. |
Certificato HACCP/Food Safety | Non richiesto dalla legge | Molti locali “vorrebbero” che tu lo abbia, soprattutto se vendono anche cibo. Si prende online in 3 ore. Non fartelo vendere a 100 euro: il costo giusto è 20–40 euro. |
Certificato di inglese | No | Nessuno chiederà IELTS per fare cappuccini. Ma il colloquio è in inglese e la prima impressione conta. |
PPS number, banche e burocrazia: cosa aspettarsi nei primi giorni
Subito dopo il colloquio, molti datori ti offriranno un piccolo contratto anche prima che tu abbia il tuo PPS number — il “tax code” locale. Anche se puoi lavorare subito, è solo con il PPS che ricevi lo stipendio regolarmente e paghi meno tasse. Per ottenerlo servono:
- Un documento d’identità valido
- Una prova di indirizzo (basta una lettera del datore, un affitto, talvolta anche solo una email ufficiale)
- Una job offer letter
Attenzione: in estate o in città trafficate (Dublino, Cork) l’attesa al PPS office può allungarsi fino a tre settimane. Non è un dramma, ma va messo in conto quando calcoli il tuo primo stipendio.
Come funzionano gli stipendi dei baristi in Irlanda? (E quante ore puoi lavorare)
A gennaio 2025 il salario minimo nazionale sale a 13,50 euro l’ora per chi ha almeno 20 anni. Sotto i 20 anni, si prende una percentuale – non farti illusioni: sono cifre definite per legge e cambiano di anno in anno a seconda della stagione politica e degli aumenti del costo della vita.
Le ore di lavoro dipendono dal contratto. Molte catene ti propongono part-time (15-25 ore) e c’è la possibilità di fare straordinari nei weekend. Attenzione alle promesse: l’orario “minimo garantito” è 8 ore per settimana solo all’inizio (per legge il contratto banded hours garantisce più stabilità solo dopo un anno).
Domanda vera: quanto si guadagna come barista a Dublino?
Facciamo due conti:
- 25 ore a settimana x 13,50 € = 337,50 € lordi settimanali
- 1350 € lordi al mese circa (togliendo tasse, circa 1180-1250 € netti)
- Mance medie: 20–50 € a settimana, molto variabile (a volte si arriva a 80 se lavori nei locali "di passaggio" o in una buona caffetteria indipendente; molto più basse sulle catene)
- Una stanza singola a Dublino (zona centrale): 750–1050 € al mese — spaventa, ma è la realtà che ci raccontano tutti gli studenti!
La veritĂ : si riesce a vivere, ma bisogna condividere spese e magari spostarsi in periferia.
Come vengono gestite davvero le mance nei locali irlandesi?
Dal 2022 c’è una legge precisa: le mance elettroniche (quelle in carta e con POS) devono essere redistribuite e il locale è obbligato ad affiggere la propria policy. Le mance in contanti... è terra di nessuno, ma quasi sempre vengono divise tra tutto lo staff di sala e bar, in proporzione alle ore di lavoro. Se c’è qualcosa che non torna o vieni “saltato”, puoi rivolgerti gratuitamente al Workplace Relations Commission — ma, sinceramente, difficilmente succede per pochi euro.
Le mance elettroniche finiscono direttamente in busta paga e sono tassate. Quelle in contanti, tecnicamente, andrebbero dichiarate da te, ma pochi lo fanno all’inizio (attenzione: rischio controllo fiscale, se diventano consistenti).
Cosa cercano davvero i datori di lavoro irlandesi: competenze e atteggiamento
Non serve essere il prossimo campione di latte art, ma alcune capacità vengono richieste subito (e ti aiutano a non andare nel panico nei primi giorni). Tutte le info teoriche sul caffè ti possono aiutare, ma “sul campo” si valuta altro.
Cose che fanno la differenza:
- Saper fare un espresso senza bloccare la macchina (se hai mai lavorato al bar in Italia, questo punto è ok)
- Montare il latte correttamente: un cappuccino che sembra polistirolo non si perdona nemmeno agli italiani
- Pulizia e igiene (controllo degli allergeni, uso corretto delle pinze e controllo delle temperature frigo): anche se non hai il certificato HACCP, te lo chiedono con domande pratiche
- L’inglese pratico: capire le battute, cogliere la fretta dei clienti, sistemare un errore se necessario
- Multitasking: preparare dieci ordini al volo mentre spieghi al cliente cosa sono i “scones”
- Spirito di squadra: se “ti chiudi” con connazionali, rischi che qualcuno te lo faccia notare
Dove si trovano davvero le offerte di lavoro per baristi? (Catene, caffetterie, hotel)
- Catene (Caffè Nero, Insomnia, Costa): qui ci sono le entry-level più accessibili, a volte basta portare il CV a mano verso le 16 (mai durante il rush del mattino). Spesso fanno training pagato.
- Caffetterie indipendenti: cercano personale su Instagram, Facebook Marketplace, Indeed e spesso anche su un semplicissimo cartello “staff wanted” in vetrina — attenzione: qui pretendono spesso almeno 3 mesi di esperienza, ma se mostri voglia di imparare, puoi partire anche come “commis”.
- Hotel e dining universitari: qui conta la rapidità e la capacità di adattarsi ai flussi di lavoro (eventi, conferenze ecc). Gli orari sono meno stabili, ma spesso c’è la possibilità di fare più turni insieme.
Step pratici per farti assumere (senza perdere tempo o farti fregare)
- Un CV essenziale, tutto in inglese: gli HR irlandesi leggono “al volo” – meglio indicare subito che hai esperienza (anche minima) in servizio al pubblico, piuttosto che una lunga lista di esami universitari.
- Chiedere il PPS Number non appena hai un “job offer” – puoi anche avviare la pratica da solo su MyWelfare.ie.
- Concentrati sugli orari: tra le 15 e le 17 la maggior parte dei manager è meno stressata e più disposta a parlare. In molti locali, consegnare a mano il CV è ancora la mossa vincente.
- Al colloquio ti chiedono soprattutto: “Perché vuoi questo lavoro?”, “Come gestiresti un cliente difficile?”, “Come sei messo con i turni del weekend?” Spesso ti fanno anche preparare un espresso davanti a loro.
- Ti può capitare un "trial shift": un massimo di 3-4 ore, spesso non pagate, che servono a entrambi per vedere se c’è “match”. Non firmare nulla che ti faccia lavorare una giornata intera gratis. Se il locale è serio, il trial dura poco.
- Se ti prendono, compila tutto: dati bancari, modulo per il payroll (paga), data di inizio.
Cosa c’è da sapere prima di accettare (compresi i lati scomodi)
- Il costo della vita a Dublino (e in molte città irlandesi) è alto: se non hai sistemazione stabile, rischi di spendere metà stipendio solo per l’alloggio.
- Gli orari sono spesso “spezzati”: mattina molto presto e uno spezzone serale, con lunghe pause (non pagate) in mezzo.
- La rotazione in caffetteria è alta: se non ti adatti ai ritmi (il sabato mattina, in centro, si lavora a ciclo continuo), può essere che dopo due settimane ti cambino di turno o rescindano il contratto.
- Longevità : poche persone lo fanno per anni, molti usano questo lavoro come “trampolino” o per migliorare inglese/contatti, specialmente chi studia.
Domande frequenti di chi vuole lavorare come barista in Irlanda
Quante ore minime sono garantite a settimana in Irlanda?
All’inizio solo 8 ore: il resto dipende dai turni disponibili e dalla flessibilità . Dopo 12 mesi puoi chiedere formalmente la “banded hours” se stai lavorando costantemente con più ore.
Serve l’inglese perfetto o va bene un livello base?
Non serve la grammatica di Oxford: se riesci a capire le richieste dei clienti e a fare una breve chiacchiera, sei a posto. Un livello B1-B2 è ok per la maggior parte delle caffetterie.
Le mance vanno dichiarate?
Quelle elettroniche sono tassate subito. Quelle in contanti, nella pratica, sono autogestite: devi dichiararle nella dichiarazione dei redditi (Revenue), ma nessuno te lo controlla — almeno per piccole cifre.
Posso lavorare come barista mentre studio all’università in Irlanda?
Sì, se sei iscritto full-time non ci sono limiti legali. Attenzione però alla gestione di studio/lavoro: in periodi di esami è facile andare in tilt se fai troppi turni.
Quanto tempo serve per ottenere il PPS number una volta richiesto?
Normalmente tra 4 e 10 giorni lavorativi. Nei periodi di altissima richiesta (estate/settembre) può anche volerci 2-3 settimane. Nel frattempo puoi lavorare, ma avvisa il datore che sei in attesa.
Cosa aspettarsi davvero dal lavoro da barista in Irlanda?
Fare il barista in Irlanda è spesso il punto di partenza di chi arriva dall’Italia. Non è facile, non fa diventare ricchi e la stabilità economica non è immediata — soprattutto per colpa degli affitti. Ma è un lavoro che ti insegna molto sulle persone (e sulla tua capacità di resistenza nei giorni di pioggia senza sosta), migliora l’inglese a velocità pazzesca e ti permette di costruire rapporti che spesso durano più del tempo passato al bancone.
Se vuoi capire come muoverti tra documenti, mance, affitti o vuoi solo parlare con qualcuno che ha fatto davvero questo lavoro (senza farti la solita “vendita”), puoi scrivere direttamente a Studey. Siamo ex studenti, ex baristi e — ogni tanto — ci concediamo ancora un flat white a Temple Bar. Se ti girano dubbi o incertezze, chiedi pure: almeno sappiamo di cosa parli.
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