Studey - Studiare in Irlanda

Lavorare part-time e frequentare l’università in Irlanda

Lavorare part-time in Irlanda durante l'università è possibile e utile, ma richiede attenzione a diritti e gestione del tempo per evitare eccessi.

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Lavorare part-time durante l’università in Irlanda: tutto quello che uno studente italiano si chiede davvero

Andare in Irlanda per l’università è un’esperienza incredibile, ma anche un investimento economico non da poco. Prima o poi, la domanda arriva per tutti: “Posso lavorare part-time mentre studio? Mi aiuterà con affitto, spesa o magari a mettere da parte i soldi per un volo di ritorno?” In questa guida trovi risposte concrete: dai limiti legali agli stipendi veri, dalla burocrazia ai rischi pratici — con qualche consiglio onesto per non farsi fregare.


Posso lavorare part-time durante l’università in Irlanda se sono cittadino italiano? Cosa dice la legge?

Questa è una delle domande che ci arrivano più spesso, a ragione: regole, limiti, permessi… ci si perde facilmente. Per fortuna, per noi studenti italiani (e UE in generale) la situazione è più semplice di quanto sembri:

  • Serve un permesso di lavoro per studenti UE?
    No, nessun visto o employment permit. Siamo già “a posto” grazie al diritto di libera circolazione europeo (fonte: Citizens Information). La legge irlandese non pone limiti fissi alle nostre ore di lavoro.
  • Quante ore posso lavorare ogni settimana?
    Tecnicamente, non c’è un massimo come per gli studenti extra-UE. Detto ciò… le università stesse (tipo UCC) raccomandano di non andare oltre le 15 ore settimanali. Lavorare di più aumenta serie probabilità di rivedere materie o di crolli di motivazione.

Quali documenti servono davvero prima di iniziare a lavorare part-time in Irlanda?

Ecco la mini-lista che avrei voluto leggere io, quando sono sbarcato a Dublino con mille dubbi:

  1. PPS Number (codice fiscale irlandese):
    Si richiede su MyWelfare, caricando documento, prova di indirizzo e magari una job offer o contratto d’affitto. Senza PPS, nessun datore di lavoro serio può pagare o registrarti per tasse e contributi (fonte: gov.ie).
  2. Conto corrente irlandese:
    Quasi tutti pagano via IBAN SEPA. Il classico Revolut (IBAN LT) spesso va bene, ma ci sono aziende che vogliono un IBAN irlandese (IE). Meglio chiedere prima.
  3. Contratto e busta paga:
    Anche se lavori in un minuscolo bar, hai diritto a un contratto scritto e alle “payslip” con tutte le trattenute. Non esistono eccezioni legali per “lavori da studenti”.

Quanto si guadagna (davvero) lavorando part-time in Irlanda? E quando “qualcosa non torna”?

Spoiler: lo stipendio è quasi sempre vicino ai minimi previsti per legge. Dal 1° gennaio 2024, sono questi:

Età Minimo legale (€ lordi/ora)
< 18 8,89
18 10,16
19 11,43
20+ 12,70

Mance, straordinari e CCNL possono aumentare la cifra — ma se vi offrono meno (o “cash-in-hand” senza busta paga), qualcosa non va. Ricevi meno diritti, niente PRSI (contributi), niente tax refund.

Es. reale:
Martina, primo anno a Galway, accetta 10€/h cash in una caffetteria. Niente busta paga, niente PRSI, nessuna garanzia. Col Career Service trova poi un lavoro regolare, 12,70 €/h, meno ore e finalmente tutto in regola. La morale? Non sempre “più soldi subito” è meglio.


Che tipo di lavoretti fanno gli studenti internazionali in Irlanda?

  • Bar, ristoranti, caffè:
    I turni spesso sono serali o nel weekend, le mance variano molto. L’ambiente di solito è internazionale, ma la fatica si sente.
  • Negozi e supermercati:
    Catene come Tesco o Penneys offrono orari più flessibili, stipendi base, contratti chiari.
  • On-campus:
    Ad esempio in biblioteca o come “ambassador” per gli open day. Pochi posti, orari super compatibili, ottimi primi passi.
  • Babysitting e ripetizioni:
    Spesso pagano meglio, ma l’offerta è incostante.
  • Freelance online:
    Valido se hai skill spendibili (grafica, traduzioni, social). Occhio alla fatturazione! Potresti dover dichiarare il reddito in Italia (partita IVA o forfettario).

Devo preoccuparmi di tasse, tax refund e contributi in Irlanda?

La risposta breve: sì, ma senza paranoie, con un po’ di attenzione risparmi anche.

  • Tax credits:
    Se guadagni poco, di fatto non paghi l’IRPEF locale (“PAYE”), ma devi comunque registrare il tuo lavoro su Revenue.ie per applicare i “tax credits”.
  • Tax refund:
    Se hai lavorato solo durante i mesi estivi, magari ti hanno trattenuto troppo. A fine anno fiscale (dicembre) puoi richiedere rimborsi delle tasse pagate in eccesso (anche online — processo non impossibile).
  • PRSI (contributi):
    Anche lavorando part-time, versi contributi che potrebbero tornare utili — per esempio se devi chiedere sussidi temporanei o sick pay.

Come evitare che il lavoro part-time rovini studio, salute e… la vita sociale?

Onestamente, questa è la parte più difficile. Ecco quello che abbiamo visto funzionare davvero tra studenti passati per Studey:

  • Evita i turni a ridosso di giornate importanti (laboratori, presentazioni, esami).
  • Prova a fare time-blocking settimanale: scrivi tutte le ore di lezione + almeno 2h di studio personale per ogni ora di aula (media reale in Irlanda — non sottovalutare).
  • Nei mesi “caldi” (da metà novembre e da metà aprile), chiedi in anticipo al capo di ridurre i turni: gli esami durano poco, rifarli costa caro.
  • App consigliate: Google Calendar per organizzare i turni, Notion per tracciare budget e ore lavorate.

Quali sono davvero i rischi e le trappole da evitare per chi lavora part-time in Irlanda?

  • Paghe basse “in nero” o periodi di prova non pagati: ogni ora di lavoro, anche di trial, DEVE essere retribuita per legge.
  • Straordinari non segnati: ogni ora extra va firmata e pagata. Non fidarti del “copri tu domani, poi vediamo”.
  • Overwork = rischio repeat exam: superare le 15 ore settimanali fa impennare il rischio di dover ripetere (e ripagare!) gli esami.
  • Turni notturni e trasporti: fuori Dublino, mezzi pubblici scarsi la sera: spesso taxi = metà stipendio.

Domande frequenti su “studiare e lavorare in Irlanda” (FAQ vere dagli studenti)

Posso lavorare più di 20 ore a settimana con passaporto italiano?

Sì, la legge non applica quel limite a cittadini UE. Però oltre 15 ore è fortemente sconsigliato dalle università.

Serve un visto lavoro se studio in Irlanda?

No, con passaporto (o carta identità UE) sei a posto. Il datore di lavoro deve solo verificare il tuo diritto di soggiorno.

Quanto tempo ci vuole per ottenere il PPS Number?

Online a volte basta una settimana, in periodi di alta richiesta ci vogliono 3-4. Muoviti appena hai una job offer (o anche solo un contratto d’affitto).

Posso ricevere lo stipendio su IBAN italiano?

Tecnicamente sì (IBAN SEPA), ma non tutte le aziende lo accettano. Revolut spesso è ok, ma IBAN IE risolve quasi tutti i problemi.

Se guadagno poco devo comunque registrarmi su Revenue?

Sì, sempre. Senza registrazione, il datore applica la “emergency tax” (fino al 40% trattenuto… recuperabile, ma una scocciatura in più).


Vale davvero la pena lavorare durante l’università in Irlanda? Consigli onesti

Lavorare mentre studi in Irlanda si può, e in tanti casi è necessario. Ma il lavoro deve essere uno strumento, non la ragione principale per cui sei lì. Metti sempre tutto in regola, informati sui tuoi diritti e ricordati che un 6 in meno in pagella pesa molto più di una sera di lavoro in più dietro il bancone.

Hai dubbi pratici su documenti, tasse o sulle difficoltà di gestire studio e lavoro? Scrivici: uno dei nostri advisor (che ci è già passato) risponde senza filtri — anche se la risposta non è “la soluzione perfetta”. Siamo qui proprio per aiutare chi vuole capire davvero, non per “vendere un sogno”.

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