Università irlandesi: come cambia davvero studiare (e lavorare) rispetto all’Italia?
Quando inizi a informarti sullo studio in Irlanda, il primo ostacolo non è solo la lingua: è proprio il modo in cui si vive l’università. “Qual è la differenza tra università in Irlanda e in Italia?” è una delle domande che sentiamo più spesso dagli studenti che ci contattano su Studey.
La risposta breve: meno teoria, molta più pratica. Ma dietro questa frase si nascondono domande concrete che ti troverai a porti: come funziona lo stage? È vero che si lavora davvero in team? Quanto conta la valutazione continua? E soprattutto: siamo pronti per un sistema così diverso?
Ecco una guida scritta senza filtri, fatta per chi arriva dal sistema italiano e si prepara a scegliere (o adattarsi a) un’università irlandese.
Cosa vuol dire “work placement” nelle università irlandesi? Quanto tempo dura uno stage davvero?
Se in Italia lo stage spesso si limita a poche settimane per avere 6 CFU e una firma sul libretto, in Irlanda il work placement è una delle colonne portanti della laurea. Parliamo di 6, anche 9 mesi di lavoro vero in azienda, dentro al piano di studi – non un optional ma una tappa obbligata (soprattutto nei corsi STEM e business).
- University of Limerick: qui tutti fanno il “Cooperative Education”, ovvero uno stage di almeno 6-8 mesi, indipendentemente dal corso scelto.
- University of Galway: più dell’80% dei corsi di laurea ha un semestre dedicato al placement o allo studio all’estero.
Perché questo è importante?
- A fine laurea hai un anno di lavoro già in curriculum, e non è una “finta esperienza” ma una voce che le aziende in Irlanda e UK guardano sul serio.
- Nella gran parte dei casi lo stage è pagato (magari non uno stipendio pieno, ma nemmeno solo rimborso spese).
- Gli stage universitari sono spesso “l’anticamera” del primo contratto: chi si fa notare, trova l’offerta prima ancora di laurearsi.
Da sapere: il placement lo trovi insieme all’università, con l’aiuto del Career Office. Non piove dal cielo: serve prepararsi ai colloqui e alla selezione, però una mano ce l’hai. Ti alleni sul CV in inglese, ti fanno prove di colloquio, c’è chi ti aiuta a orientarti. Non è però tutto pilotato: la responsabilità è tua.
In Irlanda esistono gli esami orali “tutti in una data”? Come funziona la valutazione continua?
Scommettiamo che hai già chiesto su Google: “ci sono esami orali in Irlanda come in Italia?”. In pratica, la risposta è: no. Gli esami, per come li intendiamo qui (un’unica data, domandoni a raffica e il rischio di “tutto o niente”), sono pochissimi.
Il sistema irlandese si basa sulla continuous assessment:
- Compiti, presentazioni, report di progetto, quiz online, revisione di casi pratici… ogni settimana qualcosa va consegnato.
- Gli esami finali (di solito a dicembre e maggio) contano ancora, ma spesso valgono solo il 40-50% del voto finale.
- Raramente troverai un’unica prova da 100% come in Italia.
Pro:
- Niente panico dell’ultimo minuto e meno stress da “se va male, addio”.
- Ti alleni sulle stesse competenze (scrivere report, presentare dati, collaborare in team) che ti serviranno dopo la laurea, non solo per memorizzare.
Contro (reale):
- Ti devi organizzare bene: compiti ogni settimana, non puoi raccontarti che “studio tutto a maggio”.
- La gestione del tempo è cruciale: se inizi a saltare assignment, tornare a galla non è facile.
Ci sono più progetti pratici e laboratori nelle università irlandesi rispetto all’Italia?
Questa è una delle domande più cercate da chi viene dal liceo o ha fatto una triennale in Italia: in Irlanda la didattica si fonda sui progetti pratici.
- In qualsiasi corso (non solo ingegneria o scienze), avrai i famosi “capstone project”: risolvi problemi veri, dati spesso da aziende o enti locali, lavorando in gruppo.
- Esempi: in ingegneria biomedica costruisci un prototipo per una startup della zona, in marketing elabori la strategia di lancio vera di un brand irlandese.
- I laboratori sono veri spazi di lavoro pratico, spesso integrati in campus (FabLab, clinica medica simulata, MakerSpace…).
- L’apprendimento problem-based viene molto prima delle lezioni frontali e delle “dispense” teoriche.
Quindi se ti stai chiedendo “mi mancherà la teoria?”, sì… ma la sentirai meno tua già dopo il primo semestre. Se invece vuoi davvero solo ascoltare e memorizzare, il sistema irlandese rischia di frustrarti.
Come vengono valutate le soft skills in Irlanda? Conta davvero essere bravi a lavorare in gruppo?
Molti studenti italiani temono: “ma io sono timido, le soft skills valgono tanto?”. Ti diciamo la verità: contano davvero, ma non devi essere il leader del gruppo alla prima lezione.
Le università irlandesi valutano:
- Teamwork (le rubric di valutazione te lo dicono nero su bianco)
- Puntualità nelle consegne, problem solving, gestione dei conflitti
- Abilità di presentare (in inglese!), argomentare con dati, migliorare un progetto dopo feedback critici
Non sono solo “soft skills” sulla carta: qui sono la fotografia di quello che le aziende irlandesi cercano, e sono fattori che, quando lavori (o cerchi lavoro), fanno la differenza. Se hai paura di essere "indietro", sappi che molti all’inizio fanno fatica – ma nessuno pretende la perfezione. Si impara e ci si allena, giorno dopo giorno.
Quanto sono pratiche davvero le strutture universitarie in Irlanda? Cosa cambia rispetto all’Italia?
Le infrastrutture – e qui parliamo di aule, laboratori, centri sportivi, spazi di co-working – sono pensate per la didattica pratica. Gli esempi più chiari?
- Human Biology Building a Galway: un’intera struttura dedicata alla simulazione clinica, laboratorio diagnostico e ricerca vera.
- MakerSpace e incubatori di start-up nei campus di Limerick e Dublino: puoi letteralmente prototipare, stampare in 3D, lavorare per giorni (e notti) dentro l’università stessa.
In Italia, ci sono alcune eccezioni simili (Politecnico, qualche ateneo grande), ma in generale il grosso delle attività pratiche lo trovi ancora fuori dal campus o nei progetti personali.
Quanto conta l’inglese in un corso in Irlanda? È difficile integrarsi in una classe internazionale?
Questa è una delle domande più vere: “e se non capisco tutto subito?”, “come faccio con l’inglese parlato dagli altri studenti?”.
- In Irlanda l’inglese è la lingua di tutti i corsi, e spesso il gruppo classe è un mix di italiani, indiani, spagnoli, cinesi, irlandesi… La “lingua ufficiale” è (difficile da credere, ma vero) un inglese internazionale, con molti accenti.
- Scrivere report lunghi, parlare in pubblico, presentare davanti a tutti è la normalità (e no, non devi essere perfetto dall’inizio).
- Nessuno ti deride se sbagli: la realtà è che il livello minimo richiesto c’è (IELTS, TOEFL o simili), ma si viene aiutati, soprattutto nel primo semestre.
- Se studi lingue troverai anche moduli in terza lingua o (spesso) semestri all’estero inclusi.
Quali sono gli errori più comuni che fanno gli studenti italiani in Irlanda?
Questo è ciò che abbiamo visto realmente accadere, tra noi e centinaia di studenti seguiti negli anni:
- Sottovalutare il carico di assignment: se non ti metti in pari ogni settimana, rientrare è un incubo (non si recupera “agli appelli”).
- Non pianificare il placement con anticipo: i posti migliori si giocano 8-10 mesi prima, non a primavera come in Italia.
- Scegliere solo corsi super teorici perché più simili a casa: così rischi di non goderti la parte più utile e pragmatica del sistema irlandese.
- Avere paura di fare domande: c’è più tolleranza di quanto si immagini, quindi parlare delle proprie difficoltà è normale e consigliato.
FAQ rapide: domande frequenti sulla pratica nelle università irlandesi
Il placement è garantito per tutti i corsi?
Quasi sempre sì, è parte del syllabus. Ma nessuno “ti piazza e basta”: devi sostenere colloqui e selezioni. L’università ti supporta con tutor, revisioni CV e simulazioni, ma tu devi metterci del tuo.
Posso evitare lo stage e dare solo gli esami teorici?
No, nella maggior parte dei corsi senza placement non puoi laurearti: fa parte dei crediti richiesti.
Serve una terza lingua oltre all’inglese?
Non è obbligatoria se non scegli un percorso linguistico. Chi studia lingue spesso trascorre 1 semestre all’estero tra i partner e ottiene credit transfer (ECTS) importanti.
Meglio fare la triennale in Italia e il master in Irlanda, o partire subito?
Non c’è una risposta unica: se il budget è limitato o hai ancora dubbi sull’inglese, puoi iniziare in Italia. Ma la vera immersione nella rete di contatti e nel metodo la ottieni vivendo 2-3 anni qui, non solo un master.
Checklist pratica: cosa controllare prima di scegliere una università in Irlanda?
- Controlla quanti crediti di placement sono previsti nel corso che ti interessa.
- Chiedi informazioni concrete sul rapporto tutor/studenti (più tutor = maggiore attenzione nel placement).
- Valuta la percentuale di “continuous assessment” vs. esame unico in ogni materia.
- Cerca quali partnership industriali ha il tuo dipartimento, e se i progetti sono reali o “finti casi studio”.
- Parla con ex studenti italiani iscritti – Studey può metterti in contatto concreto, senza filtri.
Perché scegliere un’università in Irlanda non è per forza “meglio” – ma è molto diverso
Il sistema irlandese non è la soluzione magica e non va bene per tutti. Qui la pratica entra nel piano di studi dal giorno uno, ma se preferisci una struttura più teorica e un esame finale “alla vecchia maniera”, potresti trovarti spaesato.
Se invece vuoi costruirti competenze reali, allenarti a lavorare in gruppo, mettere le mani in pasta su progetti veri, allora questa esperienza ti farà crescere davvero, anche (e soprattutto) nelle cose che all’inizio ti spaventano di più.
Hai dubbi su come funziona la conversione dei voti italiani in punti CAO? O sul costo della vita a Dublino per uno studente? Non sai di preciso se il tuo livello di inglese basta per capire tutto? Scrivici senza formalità, oppure chiedi di parlare con chi c’è già passato. Su Studey trovi ex studenti e advisor che hanno vissuto tutto questo sulla loro pelle – senza filtri né promesse magiche, ma con tanti consigli pratici per aiutarti a scegliere davvero bene.
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