STEM in Irlanda: cosa sapere davvero prima di partire
Parlare di STEM — cioè scienze, tecnologia, ingegneria e matematica — vuol dire pensare subito a corsi tosti, prospettive di lavoro buone, ma anche a tante domande e qualche paura. Se stai pensando di scegliere l’Irlanda, magari hai letto belle parole online, statistiche, promesse di “futuri brillanti”. La realtà? Ci sono tante opportunità, sì, ma anche parecchi dettagli pratici che nessuno ti racconta davvero fino in fondo.
Vogliamo dirteli in modo trasparente, come faremmo con un amico.
Perché proprio Irlanda?
Le università qui hanno una reputazione discreta nella scienza e nella tecnologia, con corsi aggiornati e un approccio internazionale. In particolare, dato che l’Irlanda fa ancora parte dell’UE, la burocrazia è molto meno pesante rispetto al Regno Unito post-Brexit. Quindi niente visti strani da richiedere e meno scartoffie da gestire — e già questa, fidati, è una bella notizia.
Ci sono corsi per ogni gusto: informatica, ingegneria, biologia, matematica pura o applicata… Però una cosa va detta subito: i corsi richiedono parecchia autonomia nello studio. A volte sentirai che le lezioni sono poche rispetto a quelle italiane e dovrai gestirti da solo (per alcuni è uno shock, per altri una liberazione!).
Quanto costa DAVVERO?
Parliamoci chiaro: l’Irlanda non è propriamente economica.
- Triennali (bachelor): Gli studenti italiani ed europei pagano il “contributo studentesco” — circa 3.000 euro all’anno. Lo Stato irlandese copre il resto della tassa universitaria, se ti iscrivi al primo anno.
- Master: Qui si sale di livello e di prezzo. Dimentica le agevolazioni: in media parliamo di 5.000-12.000 euro all’anno, però dipende tanto dal corso e dall’università.
Ma non è tutto: il costo della vita pesa di più di quanto pensano tutti all’inizio. Alloggio (che a Dublino rischia di essere quasi una caccia al tesoro), cibo, bus, libri e uscite… una spesa realistica? Metti in conto tra i 7.000 e i 12.000 euro all’anno. Se finisci a Dublino, tieni il budget più alto.
Un trucco: chi ha optato per città più piccole spesso racconta di una vita un po’ più “umana” (e portafogli meno sofferente).
Cosa serve davvero per entrare
Niente vincoli magici, ma la pagella conta: ti verrà chiesta la maturità italiana e una buona conoscenza dell’inglese (di solito certificata). Alcuni corsi super richiesti hanno limiti d’accesso più selettivi.
Dovrai preparare un personal statement e un CV in inglese. Occhio: non serve sparare “frasi da film”, ma spiegare bene perché vuoi proprio quel corso e cosa ti aspetti. Qui, spesso, serve un po’ di aiuto concreto — anche solo rileggere insieme o dare il giusto taglio pragmatico.
Paperwork e scadenze non vanno presi sottogamba: la burocrazia irlandese è meno paranoica di quella inglese, ma comunque non aspettare l’ultimo minuto. E se c’è qualcosa che non capisci, chiedi: meglio una domanda che una domanda non fatta che poi ti blocca tutto a due giorni dalla scadenza.
Occhio alle difficoltà, non solo ai sogni
Potrei raccontarti che tutto andrà liscio, ma non sarebbe onesto. Ecco alcuni aspetti meno “instagrammabili”:
- Lo stress dei primi mesi: Non sono pochi gli studenti che ci raccontano di aver vissuto smarrimento, senso di solitudine, “crisi da caffè solitario” (eh sì, il caffè buono manca davvero). Capita. Anche all’estero si può sbattere contro la realtà, soprattutto se non si ha subito una rete di supporto.
- Inglese tecnico: Anche chi già mastica bene l’inglese, a volte fatica col gergo specifico delle materie STEM — niente vergogna, succede a tantissimi. Meglio prepararsi prima (ci sono corsi settoriali o gruppi di studio).
- Costi inaspettati: Tanti in partenza sottovalutano le spese di libri o di laboratori, o la differenza di prezzo tra una stanza singola e una condivisa. Anche la birra costa più che in Italia, ahimè.
- Non tutte le università sono uguali: Ci sono programmi top e altri meno brillanti. Non affidarti solo ai ranking: cerca recensioni, chiedi a chi ci è già passato, informati su stage e collaborazioni con aziende.
Un ex studente di matematica ci confidava: “Pensavo di sentirmi subito a casa, in realtà mi sono sentito un pesce fuor d’acqua i primi due mesi. Il salto si sente, ma non è impossibile: serve organizzazione, e avere qualcuno a cui chiedere, anche solo come si fa la spesa o quale corso opzionale scegliere”.
Consigli schietti, da chi queste cose le ha vissute
- Fatti i conti senza paura: Non aspettare l’ultimo giorno per farti due calcoli sul budget. Togli i viaggi a casa ogni due mesi, e valuta davvero quanto puoi investire.
- Scrivi alle università (o a noi): Per chiarire qualsiasi dubbio sulle candidature, meglio mandare una mail in più che rischiare di perdere punti per una sciocchezza.
- Chiedi aiuto in anticipo: Per il personal statement, il CV, le certificazioni… magari ti sembra tutto ovvio, ma persino la formattazione può fare la differenza.
- Gruppi Facebook o chat di italiani in Irlanda: Non sottovalutarli. Sono pieni di consigli pratici, domande “stupide” (ma utilissime) e dritte sui supermercati o i coinquilini affidabili.
- Non aspettarti scorciatoie: I corsi sono seri, richiedono tempo, e il titolo irlandese vale tanto proprio per questo: perché dietro c’è impegno vero.
FAQ rapide (senza filtri)
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“I corsi STEM in Irlanda sono più facili che in Italia?”
No. Spesso, anzi, richiedono più autonomia e capacità d’organizzarsi. Ma si imparano cose molto “spendibili” nel mondo del lavoro. -
“Posso lavorare mentre studio?”
Sì, nei limiti consentiti dalla legge. In Irlanda gli studenti lavorano spesso part-time, ma occhio a non esagerare: i corsi occupano parecchio tempo. -
“Devo sapere l’inglese perfetto?”
Per capire e farti capire, sì. Per parlare come un madrelingua, no: l’importante è essere disposti a migliorare (e chiedere aiuto quando serve). -
“Posso cambiare idea una volta partito?”
Sì, non sei l’unico. Abbiamo incontrato studenti che sono tornati dopo il primo anno, altri che hanno cambiato corso o università. Non è un fallimento: è normale capire cosa fa per te solo vivendolo.
Se hai dubbi, nessuna domanda è “sciocca”
Siamo qui proprio perché in tanti ci siamo passati. Non abbiamo la bacchetta magica e non riusciamo “a farti entrare sicuro”, ma ti aiutiamo a vedere il quadro autentico. Se vuoi parlare con qualcuno che ci è già passato, o anche solo farti due conti alla mano per evitare sorprese, scrivici. Nessun impegno, nessuna illusione — solo consigli veri.
Studey: non promesse, ma supporto concreto per chi vuole davvero capire cosa significa studiare STEM in Irlanda, pregi e difetti compresi.
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