Lavorare più di 20 ore alla settimana durante le vacanze in Irlanda: cosa possono fare davvero gli studenti italiani?
Sempre più spesso riceviamo domande tipo: “Posso lavorare quanto voglio durante le vacanze in Irlanda?” oppure “C’è davvero un limite alle ore, anche per chi viene dall’Italia?” Le informazioni online sono spesso confuse, e parecchi blog usano frasi generiche tipo “20 ore durante l’anno accademico, 40 in estate”, senza chiarire chi riguarda questa regola. Qui voglio spiegarti davvero come funziona, senza giri di parole, senza “miti da Facebook”.
Studenti italiani in Irlanda: quali limiti reali ci sono sulle ore di lavoro?
Se hai passaporto italiano (o di un altro paese UE), sei a tutti gli effetti un lavoratore comunitario in Irlanda. Non sei soggetto al famoso limite “20/40 ore” che vale per chi ha il visa Stamp 2, cioè per cittadini extra UE.
Ecco cosa devi sapere:
- Puoi lavorare legalmente senza permessi speciali.
- Non hai un limite fisso settimanale di 20 o 40 ore.
- L’unico vero limite è la media di 48 ore a settimana, calcolata su 4 mesi, come previsto dalla legge irlandese (Organisation of Working Time Act 1997).
Funziona davvero così: puoi lavorare full-time durante l’estate o a Natale, e anche gli straordinari sono possibili. Basta non sforare la media di 48 ore calcolata su 4 mesi e rispettare le pause obbligatorie:
- Almeno 11 ore consecutive di stop ogni 24 ore
- Almeno 24 ore di riposo continuativo ogni settimana
Quali tipi di contratto posso avere se voglio lavorare a tempo pieno durante le vacanze in Irlanda?
Se vuoi lavorare durante le vacanze, le possibilità sono più ampie di quello che molti pensano. Queste sono le opzioni più comuni:
Tipo di contratto | Ore tipiche | Pro |
---|---|---|
Part-time | 8–25 | Flessibile, più facile da conciliare con lo studio |
Full-time (anche “fixed-term”) | 35–39 | Stipendio pieno, ferie pagate |
Agency / zero-hour | Variabili | Più libertà, ma stabilità zero |
Consiglio reale: Se ti propongono più di 48 ore di media, rifiuta. Non è legale e rischi solo di farti del male (e di farti fregare stipendio e diritti).
Quanto è complicata la burocrazia per lavorare più di 20 ore in Irlanda?
In realtà è molto più facile che in Italia, ma certi step sono fondamentali per farti pagare e non avere problemi dopo.
- PPS Number: È come il codice fiscale italiano. Devi farlo appena hai trovato lavoro. Senza, nessuno ti paga.
- Registrazione su Revenue.ie: Serve per non perdere soldi in tasse a vuoto (puoi impostare i tuoi tax credits online).
- Payslip: Non sottovalutarlo. Deve comparire ogni mese e indicare le detrazioni (PAYE, USC, PRSI). Ti servirà se vuoi recuperare le tasse dopo (tax back).
Senza burocrazia fatta bene, rischi di essere trattato “in nero” — con tutte le conseguenze che ne derivano.
Cosa rischio davvero se mi offrono turni massacranti o lavoro in nero?
Non ci giro intorno: capita spesso che i datori, soprattutto nei lavori stagionali, provino ad approfittarsene. Un caso classico: “Al pub volevano farmi 55 ore ogni settimana, dicono che tanto è solo per qualche mese.” Ecco perché è importante saper dire di no.
- Turni sopra le 48 ore di media non sono legali.
- Ti stressi e ti rovini le ultime energie per gli eventuali esami di settembre.
- Zero tempo per te = rischio burnout (detto da chi ci è passato).
Esempio concreto: Marco, studente di Ingegneria a Galway, dopo una trattativa ha ottenuto 38 ore suddivise su 4 giorni a settimana, tenendosi il venerdì libero per studiare. Ha coperto l’affitto dell’estate senza arrivare stremato a settembre. Ce l’ha raccontato lui, perché spesso la pressione a “dire sempre sì” è fortissima, ma puoi chiedere, negoziare, e non metterti nei guai.
Le domande che ci fate più spesso (FAQ vere da studenti italiani)
Se faccio due lavori e sommo più di 48 ore settimanali?
Puoi averli, anche insieme, ma non devi superare la media di 48 ore a settimana calcolata su 4 mesi. E ogni datore deve registrare le tue ore.
Mi serve un permesso/visa per il lavoro full-time in estate?
No, se hai passaporto italiano o UE sei completamente libero di lavorare quanto vuoi (sempre dentro il limite delle 48 ore di media).
Il datore mi paga “fuori busta”, in contanti. Che devo fare?
Rifiuta — nessuna busta paga significa niente ferie, niente assicurazione sanitaria/malattia, e nessuna prova dei tuoi contributi pagati. Se pensi di essere fregato, puoi anche segnalare la cosa al Workplace Relations Commission (esistono, e ascoltano pure gli studenti stranieri).
Quanto guadagno davvero? Mi basta per vivere in Irlanda?
Il salario minimo nazionale cambia spesso (qui trovi l’aggiornamento: citizensinformation.ie). La verità: i lavori stagionali pagano poco più del minimo, ma con turni serali e mance puoi arrivare a cifre più decenti, specie nei locali a Dublino o nelle città turistiche.
Cosa succede se durante il semestre lavoro più di 20 ore?
Per legge, a te (cittadino UE) non succede nulla. Ma la maggior parte delle università sconsiglia di lavorare più di 15–20 ore durante i corsi, per non compromettere studio, esami e la vita fuori dal lavoro. Qui il rischio non è la multa, è il burnout.
Pagina riassuntiva: è davvero possibile lavorare full-time nelle vacanze in Irlanda se sei studente italiano?
Sì, puoi lavorare a tempo pieno, senza stare a contare la barriera delle 20 ore, che vale solo per chi studia in Irlanda venendo da fuori UE. L’unico vero limite, quello che conta davvero, è la media di 48 ore settimanali calcolata su 4 mesi (come per tutti in Irlanda).
Prima di buttarti a occhi chiusi sul primo contratto che ti offrono, pensa a questi aspetti:
- Ti rimane il tempo di vivere le vacanze e magari di recuperare eventuali esami?
- Il datore rispetta la legge, ti paga regolarmente con busta paga?
- Sei registrato per le tasse e la pensione?
- Hai abbastanza tempo libero per non arrivare a settembre già stanco morto?
Noi di Studey ci siamo passati e, se hai dubbi o ti sembra che qualcosa non torni, puoi chiedere un confronto vero con chi vive o ha vissuto qui — senza promesse fuffa o “formule magiche”.
Scrivici pure se vuoi parlarne, anche solo per capire se il contratto che ti propongono è regolare, se le ore sono davvero “a norma”, o semplicemente per farti due calcoli su quanto ti rimarrà in tasca dopo le tasse.
Meglio chiarire prima, piuttosto che scoprire tardi di aver lavorato gratis o quasi.
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