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Profili di docenti universitari: formazione in Irlanda e in Italia

Scopri le differenze tra le carriere accademiche in Irlanda e Italia: meritocrazia, stipendi e tempistiche di avanzamento sono temi cruciali da considerare.

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Profili di docenti universitari: come funziona la carriera accademica in Irlanda e in Italia?

Perché dovresti leggere questa guida (se ci stai pensando davvero)

Se sogni di restare in università non solo come studente, ma come ricercatore o magari docente, una delle prime domande che spuntano è: dove conviene iniziare? L’Italia è “casa”, ma fuori – tipo in Irlanda – si raccontano storie di meritocrazia, stipendi alti (ma affitti da capogiro), meno burocrazia e più respiro internazionale. Prima di decidere, o anche solo dare spazio ai tuoi sogni, vediamo come funziona davvero. Senza filtri.

A chi serve davvero questa guida

  • Se stai pensando a un dottorato all’estero dopo la magistrale (magari a Dublino…)
  • Se sei già dentro la ricerca in Italia (assegno/RTDA/RTDB) e vuoi valutare alternative
  • Se in famiglia si chiedono “ma che ti porta lì?”, e vogliono dati concreti

Qual è la differenza tra la carriera accademica in Irlanda e quella in Italia?

In Italia:

  • Si parte con PhD (dottorato), poi contratti/titolini a tempo (assegni di ricerca, RTDA/RTDB)
  • Per diventare “di ruolo” (prof associato o ordinario) servono concorsi, abilitazione nazionale, tanta pazienza
  • L’iter classico: assegnista → RTDA → RTDB → concorso → associato → ordinario
  • Tempi: anche 8-12 anni da dopo il dottorato a una posizione stabile

In Irlanda:

  • Di solito post-doc dopo il PhD, saltando la “giungla” degli assegni (processo più snello)
  • Si punta alla tenure track vera: Assistant Professor (di solito contratto di 3-5 anni con valutazione interna, non concorsone nazionale)
  • Se va bene, scatti a Associate Prof (simile ad associato) e poi a Full Professor
  • Tempi più rapidi (in media): 3-5 anni per la tenure, 4-6 anni per il livello successivo (ma la pressione è costante…)

Attenzione: Ogni università adotta procedure e titoli leggermente differenti. Leggi sempre i bandi!


Quali requisiti servono per diventare docente universitario in Irlanda rispetto all’Italia?

Italia:

  • PhD obbligatorio, pubblicazioni indicizzate (Scopus, Web of Science), spesso esperienza universitaria pregressa (assegni, RTDA…)
  • Per accedere al ruolo (associato/ordinario): Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) e generalmente almeno 3 anni di titoli post-doc

Irlanda:

  • PhD indispensabile per STEM, fortemente consigliato per le altre discipline
  • Richiesta esperienza didattica (lezioni, laboratori, tutoraggio)
  • Meno burocrazia “nazionale”: selezione interna ad ogni università valutando dossier completo (ricerca, didattica, progetti, outreach)
  • Per avanzare devi presentare prove di impatto: teaching, pubblicazioni, outreach, anche progetti con scuole o podcast

Quanto tempo serve per avere un posto stabile come docente universitario in Italia e in Irlanda?

  • Italia: Dal PhD a una posizione stabile da associato in media 8-12 anni (tra assegni, RTDA, RTDB, concorsi e ASN). Ci vuole grande costanza (e resistenza psicologica).
  • Irlanda: Se tutto scorre liscio, in 3-5 anni da Assistant Professor puoi ottenere la tenure (tempo indeterminato). Per diventare Associate Professor occorrono altri 4-6 anni circa. Il ritmo di valutazione è alto.

Quanto guadagna un docente universitario in Irlanda e in Italia? Vale la pena spostarsi? (Dati 2024)

Ruolo Italia (lordo annuo) Irlanda (lordo annuo)
Assegnista / RTDA ~29-33.000 € Post-doc 35-41.000 € (RTDA raro)
RTDB / Assistant Professor ~40-45.000 € 35-55.000 €
Associato / Associate Prof ~45-60.000 € 65-90.000 €
Ordinario / Professor ~70-100.000 € >110.000 €

Nota: In Irlanda gli stipendi sono più elevati, ma il costo della vita (affitti, servizi) incide pesantemente. L’Italia prevede incentivi per il “rientro dei cervelli” (fino al 90% di sconto IRPEF per 8-13 anni): sfruttarli può fare una grande differenza, soprattutto per chi pensa di tornare.


Quante ore si lavora (tra ricerca e insegnamento) all’università in Italia e in Irlanda?

Italia:

  • Insegnamento: almeno 350 ore l’anno (lezioni, esami, tutoraggio, ecc.)
  • Anche per RTDA o RTDB la didattica può essere consistente, insieme all’attività di ricerca

Irlanda:

  • Il carico si misura spesso settimanalmente: 16 ore di lezione agli Institute of Technology, meno nelle università di ricerca
  • Maggiore attenzione al bilanciamento tra didattica e ricerca (alcuni atenei adottano veri Workload Allocation Models)

Quanto conta riuscire a vincere finanziamenti per la carriera accademica in Irlanda?

In Irlanda ottenere fondi (Horizon Europe, Science Foundation Ireland, finanziamenti competitivi) è indispensabile per avanzare di carriera in modo rapido. Senza nuovi progetti, la promozione rischia di arenarsi. In Italia, invece, per la progressione di carriera ("passare di livello") contano soprattutto le pubblicazioni e gli indicatori bibliometrici: i finanziamenti aiutano, ma non sono decisivi (nonostante i dipartimenti premiano chi porta i grandi progetti, come PRIN, ERC, PNRR…)


Esperienze vere: cosa dicono gli italiani che ci hanno provato?

Marco, 28 anni, PhD Ingegneria (Trinity College Dublin):
Per la tenure mi hanno chiesto un piano didattico dettagliato e prove di impatto vero, fuori dall’università. Ho mostrato podcast, progetti con le scuole… In Italia mi sentivo a posto con le pubblicazioni. Qui conta molto l’‘engagement’.

Errore comune tra chi si candida dall’Italia:
Avere solo articoli di livello molto alto, ma zero insegnamento documentato, ti blocca in partenza in Irlanda anche se sei un ottimo ricercatore.

Domanda che riceviamo spesso:
“Se faccio il dottorato in Irlanda, posso poi tornare in Italia come RTDB?”
Sì, il titolo di dottorato viene riconosciuto. Tuttavia, “tornare” non è immediato: bisogna superare il concorso italiano, l’ASN, e ricominciare l’iter. Fai i tuoi conti: dove vuoi essere tra 10 anni?


Quali sono i pro e contro concreti della carriera accademica in Italia e in Irlanda?

Italia – Vantaggi:

  • Se superi ogni step, la stabilità a lungo termine è alta (Associato = posto sicuro)
  • Incentivi per chi rientra dall’estero che possono aumentare molto lo stipendio netto
  • Una rete in Italia (amici, famiglia, supporti universitari) può rendere tutto più semplice

Italia – Svantaggi:

  • Concorsi rigidi, tempistiche lente, chiamate locali (non sempre puoi scegliere sede e città)
  • Mobilità geografica limitata

Irlanda – Vantaggi:

  • Maggiore meritocrazia: la promozione dipende dai risultati, non solo dalla quantità di anni o titoli
  • Decisione sulla tenure veloce, ambiente internazionale reale (40% dei docenti è straniero)
  • Possibilità di trasferimenti tra università più facilmente

Irlanda – Svantaggi:

  • Alto costo della vita, in particolare a Dublino e Cork (gli stipendi non sempre bastano)
  • Notevole pressione su produttività scientifica e grant writing
  • Nessuna garanzia prima della tenure: la precarietà è reale

FAQ: domande concrete che riceviamo spesso

Il dottorato fatto in Italia vale in Irlanda?

Sì, se hai pubblicato su riviste internazionali e il settore è ricercato. Tuttavia, spesso è richiesto almeno un periodo post-doc aggiuntivo, soprattutto nelle discipline STEM.

Serve una certificazione ufficiale di inglese (C1)?

Dipende: spesso la certificazione non è obbligatoria, ma senza almeno un IELTS/TOEFL ≥ 7 (o esperienze dimostrabili) rischi di venire escluso alla selezione o al colloquio.

Possibile insegnare in italiano all’estero?

No. Tutto – esami, burocrazia, relazioni interne – è in inglese, anche per chi lavora in Italian Studies.

L’esperienza industriale vale per la carriera accademica?

In Irlanda sì, spesso fa la differenza, soprattutto nei settori scientifici e tecnici: dimostra la capacità di gestire progetti applicati e attrarre finanziamenti.


Vale la pena puntare sull’Irlanda o meglio restare in Italia? Parere personale (e onesto...)

Non esiste la soluzione perfetta, ma alcuni consigli:

  • Se cerchi un sistema più veloce e premiante per chi “fa”, l’Irlanda può essere adatta – ma richiede realismo (costi, competizione e poca “tolleranza all’errore”).
  • Se invece vuoi stabilità e vuoi approfittare degli incentivi per il rientro, il sistema italiano ha ancora senso.

Studey non promette soluzioni facili, né una sola strada “giusta”: ti aiutiamo a orientarti, chiarire i numeri reali (stipendi vs. costo della vita), e costruire una strategia credibile per il sistema che scegli.

Dubbi? Scrivici – la prima consulenza è gratuita e senza promozioni. Anche solo parlare con chi ci è già passato può aiutarti, promesso.

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