Corsi universitari in Irlanda con sbocchi immediati: cosa scegliere davvero (e perché)
Scegliere un corso di laurea in Irlanda non è solo una questione di trovare una materia che piace — molti ci scrivono con una domanda molto onesta: “Ma poi, trovo lavoro?” Ed è normalissimo farsela! Nessuno vuole ritrovarsi a fare un tirocinio eterno o, peggio, tornare a casa frustrato dopo questa esperienza. Non ci sono garanzie assolute, ma possiamo aiutarti a capire dove conviene davvero investire tempo, energie e (tante) tasse universitarie. Qui sotto trovi tutto quello che abbiamo imparato confrontando le statistiche ufficiali sui tassi di occupazione dei laureati irlandesi con la famigerata Critical Skills Occupations List— che, in pratica, è la classifica delle professioni che l’Irlanda fa fatica a coprire con candidati qualificati.
Perché partire dai dati, non dalle mode
Prima qualche numero, così ci capiamo subito:
- L’83% dei laureati in Irlanda trova lavoro entro nove mesi dalla fine degli studi (fonte: HEA). Ma questo dato nasconde enormi differenze tra corsi e facoltà : in alcune aree si arriva sopra il 90%, in altre si fatica a raggiungere il 70%.
- Per chi completa una magistrale, l’89% lavora subito, spesso con stipendi oltre i 40 mila euro lordi annui.
- Se una professione compare nella Critical Skills List significa che — qui — le aziende hanno davvero bisogno di assunzioni fresche, adesso: parliamo di informatica, ingegneria, sanità , pharma, finanza-tech e data science.
Insomma: non tutto vale oro solo perché è “in Irlanda”, ma per alcune aree gli sbocchi sono davvero immediati. Vediamole una ad una, con pro, contro e qualche avviso che normalmente nessuno ti mette nero su bianco.
1. Computer Science & ICT
Cosa si studia davvero: programmazione, ingegneria del software, intelligenza artificiale, data analytics, sicurezza informatica.
Perché scegliere Irlanda: Dublino è piena di HQ europei di aziende tech (Meta, Google, Amazon...), e non parliamo per sentito dire: moltissimi studenti ricevono offerte ancora prima di laurearsi o durante gli “internship”.
Atenei da guardare da vicino: Trinity College Dublin, UCD, TU Dublin.
Pro pratici: disoccupazione post-laurea sotto il 4%; spesso si entra con contratti stabili dalla prima settimana.
Contro onesti: serve una buona preparazione in matematica; i corsi hanno ritmo alto e sono tosti—giusto saperlo, non si naviga a vista!
2. Nursing, Midwifery & Health Professions
Cosa succede in pratica: il sistema sanitario irlandese assume a rotta di collo infermieri, fisioterapisti, radiografi.
Percentuale occupati: sopra l’89%. Spesso ricevi l’offerta subito dopo il tirocinio.
Attenzione a: richieste di vaccinazioni, Garda Vetting (check del casellario locale), certificazioni di inglese anche per chi pensava di cavarsela con “lavoro pratico”.
3. Pharma & Biotech
Il “perché” conta: l’Irlanda esporta farmaci in tutto il mondo, con giganti come Pfizer, Johnson & Johnson che assumono a ritmo costante.
Le lauree piĂą utili: Pharmaceutical Science, Biotechnology, Chemical Engineering (o simili).
Una cosa davvero comoda: spesso i corsi prevedono un “placement year” pagato — ottimo per chi vuole entrare subito nel mondo lavoro (e non solo studiare in eterno).
4. Engineering per le energie rinnovabili
Contesto vero, non solo “moda green”: c’è la corsa alle rinnovabili. L’Irlanda punta a produrre l’80% dell’energia da fonti verdi entro il 2030. Servono ingegneri in nuovi settori come offshore wind, smart grids, energia marina.
Un consiglio pratico: scegliere corsi con moduli tecnici davvero aggiornati — e vedere quanti stage pratici offrono, perché la teoria da sola qui non basta.
5. Business Analytics & FinTech
Dove serve distinguersi: a Dublino ci sono fiumi di soldi (secondo hub europeo per i fondi di investimento), ma l’economia “generica” non basta più: cercano profili con vera dimestichezza in dati, rischi, strumenti digitali.
Cosa significa in pratica: chi arriva da un semplice corso di economia fatica a emergere; chi ha skill tecniche (coding, excel avanzato, modelling) trova lavoro piĂą in fretta.
6. Insegnamento STEM (matematica, scienze, lingue moderne)
Dato che molti non sospettano: quasi il 94% dei nuovi laureati trova subito lavoro come docente, soprattutto in materie scientifiche e digitali.
Una realtà “scomoda”: corsi a numero chiuso, con selezione tosta. Serve essere pronti a fare i tirocini nelle scuole—non è solo teoria, anzi!
Colpo d’occhio: tabella riepilogo
Campo | % occupati a 9 mesi | Nella Critical Skills List? | A cosa fare attenzione |
---|---|---|---|
Computer Science & ICT | ~96%* | Sì | Requisiti selettivi, ritmi alti |
Nursing & Health | ~89%* | Sì (alcune specializzazioni) | Tirocini faticosi, turni |
Pharma & Biotech | n.d. (comunque alti) | Sì | Materie scientifiche toste |
Renewable Energy Engineering | n.d. | Sì (ingegneri) | Cambiamenti veloci settore |
Business Analytics & FinTech | ~85%* | Parzialmente | Inglese tecnico, concorrenza |
Education STEM | 93,9% | No, ma carenza reale | Accesso limitato |
*Stime basate sui dati piĂą aggiornati; se vuoi i dati di una specifica universitĂ , chiedici pure.
Come leggere bene i dati (senza illusioni)
L’HEA conta chi è “occupato” nove mesi dopo la laurea — ma non sempre è lavoro a tempo indeterminato, né sempre nello stesso settore del corso. A volte risultano “occupati” anche chi in realtà ha iniziato subito un master o lavora come assistente di ricerca nell’università .
Poi: le universitĂ tecnologiche (TU) spesso hanno percentuali piĂą alte di impiego immediato rispetto ai college tradizionali, ma gli stipendi di partenza in media sono piĂą bassi.
Ultima cosa importante: anche stare nella Critical Skills List NON significa lavoro automatico. Ti serve comunque una buona base di inglese, un CV fatto bene, e un po’ di quella testardaggine che chi ha studiato all’estero conosce bene.
Domande che riceviamo ogni settimana (risposte oneste)
Serve il visto per lavorare in Irlanda se sono italiano?
No, se hai passaporto UE non ti serve. Ma se vuoi lavorare (anche solo part-time), ti devi registrare per il PPS Number (simile al codice fiscale) e aprire un conto in banca locale. Non si scappa.
Posso lavorare part-time mentre studio?
Sì, fino a 20 ore a settimana durante i corsi. Occhio, però: nei corsi clinici (come medicina o infermieristica) potrebbero esserci limiti ancora più restrittivi.
Le tasse universitarie aumentano ogni anno?
Quasi sempre c’è un piccolo adeguamento (“inflation uplift”). Chiedi bene all’università che cifra ti garantiscono per tutta la durata — ogni ateneo fa storia a sé.
Il mio voto di maturitĂ italiana conta?
Sì, ma quanto conta dipende dal corso. Di solito, per l’application tramite CAO serve il 60/100 minimo, ma per Computer Science o Nursing servono voti più alti soprattutto nelle materie scientifiche o biologia.
Se cambio idea, posso trasferirmi in un altro corso?
Sì, spesso è possibile ma non sempre semplice. Potresti perdere crediti e dovrai pagare le tasse per i nuovi moduli. Valuta bene prima di iniziare!
E adesso? Da dove partire
Trovare il corso giusto non è solo questione di statistiche. Conta quanto sei preparato, cosa vuoi imparare davvero (nel bene e nel male), e quanti rischi ti senti di correre. Nessuno qui ti dice che c’è la formula magica.
Se vuoi un parere su come incrociare la tua pagella, il budget e le ambizioni vere (non quelle da brochure), prova a parlarne con qualcuno che ci è già passato, o scrivici. Possiamo leggere il tuo transcript, segnalarti i “requisiti nascosti” degli atenei e dirti senza giri di parole se, secondo noi, quella strada vale davvero la fatica.
L’università perfetta non esiste, ma partire con le idee chiare — sì, quello ti può far dormire meglio. E magari evitare qualche errore che in tanti, prima di te (noi compresi), hanno già fatto.
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