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Religione e laicità: impatto sul percorso accademico in Irlanda e Italia

Studiare in Irlanda offre maggiori opportunità per praticare la propria religione rispetto all'Italia, con spazi e servizi inclusivi per tutti.

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Religione e laicità nelle università in Irlanda e Italia: cosa cambia davvero per uno studente italiano?

Se stai valutando di trasferirti in Irlanda per studiare, magari per una laurea completa o solo per un periodo di mobilità, probabilmente hai già sentito parlare di università prestigiose, innovazione e vita da campus. Ma se la tua domanda è: “Come si vive la propria religione (qualsiasi essa sia, compreso il non averne una) in università in Irlanda rispetto all’Italia?” — sei uno di quei pochi che affrontano subito una questione reale, spesso sottovalutata. Ecco cosa sapere, senza filtri né storielle da brochure.


Le università in Irlanda sono davvero laiche? Cosa dice la legge e cosa succede nella vita quotidiana

Italia: la Costituzione parla di laicità, la realtà è (abbastanza) diversa

  • In teoria, la Costituzione italiana prevede libertà di religione (articoli 7 e 8) e la “laicità dello Stato” viene interpretata come non indifferenza, cioè: lo Stato dovrebbe garantire che tutti possano professare la propria fede, se lo desiderano.
  • Nel concreto però, le università italiane non hanno obblighi specifici di fornire spazi o servizi legati all’esercizio della religione (nessuna legge nazionale glielo impone), e infatti ogni ateneo si regola in autonomia.

Irlanda: la Costituzione tutela anche chi non pratica

  • L’articolo 44 della Costituzione irlandese stabilisce che nessuna religione deve essere privilegiata o finanziata dallo Stato.
  • Alle superiori molte scuole sono ancora “a gestione religiosa” (cattolica o protestante), ma le università e i college pubblici irlandesi sono legalmente tenuti a operare in modo inclusivo, neutrale e accogliente.
  • Se sei praticante (di qualsiasi religione) oppure ateo, agnostico o anche solo in cerca di tranquillità per meditare, il sistema universitario irlandese offre spazi e servizi per tutti, quasi ovunque.

Quali spazi per la preghiera e il silenzio esistono nelle università in Irlanda?

Questa domanda ce la fanno in tanti: “Ci sono prayer room o multifaith room in Irlanda? Sono solo una cosa formale o si usano davvero?”

  • University of Galway: C’è una multifaith room a Corrib Village (due sale maschili, due femminili), una cappella ecumenica, e tutto è accessibile su prenotazione via mail. In pratica, puoi trovare uno spazio privato ogni giorno della settimana.
  • Dublin City University (DCU): L’Inter-Faith Centre include “quiet room”, zone per il wudu (abluzioni per i fedeli musulmani) e prayer room separate per uomini e donne; orario tipico 8-20.
  • University College Dublin: Multi-faith room in biblioteca, accesso libero, password per l’ingresso gestita direttamente dalle associazioni studentesche (es. Islamic Society).
  • Esempi simili li trovi anche a Trinity College Dublin, TU Dublin, Royal College of Surgeons: la regola è spazi neutrali per chiunque, con la possibilità di riservare sale “chiuse” se serve.

Costa qualcosa? No. Tutto questo è compreso nei servizi studenteschi: non ci sono fee extra. Orari e regole di accesso possono cambiare, quindi, appena hai l’ammissione in mano, meglio controllare il sito ufficiale o scrivere direttamente al servizio chaplaincy.


Com’è la situazione in Italia? Le prayer room esistono davvero o sono un’eccezione?

Parliamo chiaro: la “stanza del silenzio” o la prayer room in università italiana non è ancora uno standard. Secondo una ricerca dell’Università della Tuscia del 2024, solo pochissimi atenei su più di cento hanno spazi realmente multifede e stabili. Qualche esempio concreto:

  • Milano Statale: Tre “spazi di riflessione” nati su spinta dei collettivi studenteschi (specialmente musulmani), approvati dal Senato Accademico.
  • Politecnico di Milano: Due “prayer room” accessibili a tutte le fedi, dotate di tappeti e testi sacri donati dagli studenti.
  • Università di Brescia: Due “stanze del silenzio” prenotabili online, policy in fase sperimentale e da aggiornare ogni anno.
  • Altri atenei (Parma, Bocconi, Firenze…) stanno lavorando a progetti pilota o sono ancora in stand-by.

La realtà: molto dipende dal singolo campus, dalle richieste degli studenti e dalla sensibilità del rettorato. Se il gruppo studenti si organizza e porta avanti la richiesta, qualche spazio si trova. Ma non è affatto automatico.


Studiare in Irlanda: cosa cambia davvero a livello pratico se segui una fede?

1. Esami e festività religiose: Irlanda o Italia, chi è più flessibile?

  • In Irlanda, può capitare che esami o lezioni cadano nel mezzo di Ramadan, Hanukkah, Pasqua ortodossa e simili. Gli studenti possono segnalare in anticipo queste esigenze (di solito 4-6 settimane prima) e quasi sempre viene concesso uno spostamento o del tempo extra.
  • In Italia dipende molto dal docente, c’è meno standardizzazione e la richiesta è spesso gestita “al volo”.

2. Diete speciali: ci sono mense halal, kosher, vegetariane?

  • Nei maggiori campus irlandesi (UCD, DCU, Galway) trovi almeno un punto mensa con cibo halal, kosher o vegetarian/vegan chiaramente indicato.
  • Se scegli un campus più piccolo, c’è meno varietà ma nei supermercati cittadini si trova facilmente di tutto.
  • In Italia spesso serve ingegnarsi di più, se hai esigenze dietetiche specifiche, e prepararti i pasti per conto tuo, specialmente fuori dalle grandi città.

3. Abbigliamento religioso: si può indossare hijab, kippah, croci?

  • In Irlanda è permesso portare simboli religiosi (hijab, crocifisso, turbante ecc.) durante le lezioni, salvo restrizioni dettate dalla sicurezza nei laboratori (esempio classico: chimica, biologia, medicina dov’è richiesto il cappellino da laboratorio).
  • In Italia stesso discorso, ma capita più raramente e le regole possono cambiare di ateneo in ateneo.

4. Supporto spirituale e chi non crede: come funziona?

  • Le chaplaincy irlandesi sono équipe di counsellor (non solo religiosi) che offrono ascolto anche in chiave completamente laica, oltre a organizzare eventi sociali che non c’entrano nulla con la fede.
  • In Italia i servizi di counselling sono quasi sempre “neutrali”, ma la disponibilità di spazi per la meditazione, yoga o riflessione personale dipende anche qui dall’ateneo.

Quali sono gli errori più frequenti che vediamo tra chi parte?

  • Pensare che “in Irlanda sono tutti cattolici”: no, l’università va avanti con politiche di diversity da più di vent’anni. La multifaith prayer room non è uno slogan da opuscolo, esiste davvero e viene usata da studenti di ogni background.
  • Attendere di arrivare per cercare una moschea o una sinagoga: alcuni campus sono in città piccole dove i luoghi di culto non ci sono. Ma spesso il campus ha quello che ti serve.
  • Non segnalare preferenze alimentari o esigenze spirituali nell’application per l’alloggio: farlo in ritardo complica le cose, sia per trovare coinquilini compatibili sia per accedere alle opzioni mensa.

Domande ricorrenti sulla libertà religiosa nelle università irlandesi

Posso indossare hijab o kippah a lezione?

Sì, nessuna restrizione nelle università irlandesi pubbliche, salvo situazioni specifiche di sicurezza nei laboratori.

Durante il Ramadan posso chiedere spostamento degli esami?

Sì, ma solo se avvisi con anticipo l’Examinations Office (di solito almeno un mese prima).

Ci sono mense halal o kosher in Irlanda?

Nei campus maggiori trovi servizi specifici, negli altri almeno opzioni vegetariane o vegan.

Riceverò inviti o pressioni a partecipare a funzioni religiose?

No, le chaplaincy offrono supporto a chi lo chiede; gli eventi religiosi sono sempre facoltativi e segnalati.


Religione, laicità, multifaith room nelle università: perché conta informarsi prima di partire?

Se credi che praticare la tua fede, o avere spazi dove non praticarla affatto, sia parte del tuo equilibrio e del tuo stare bene, è legittimo e non sei il solo a pensarla così. L’Irlanda, rispetto all’Italia, ha già costruito infrastrutture e servizi veri, nati anche per chi non segue alcun credo. In Italia qualcosa sta cambiando, ma il percorso è più lento e molto dipende dal singolo ateneo.

Se vuoi sapere — davvero, senza promesse o giri di parole — quali università irlandesi possono soddisfare le tue esigenze spirituali, pratiche o laiche (e come funzionano i costi, le procedure, i limiti attuali), scrivi pure a Studey. Ti rispondiamo noi, ex studenti, non un call-center impersonale. E se c’è qualcosa che non sappiamo, te lo diciamo chiaramente: negli anni abbiamo imparato che la trasparenza non fa mai male.

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