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Scienze della comunicazione in Irlanda: i corsi più richiesti

Studiare Scienze della comunicazione in Irlanda offre opportunità ma anche sfide. Scopri corsi, costi e esperienze pratiche per prepararti al meglio.

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Scienze della comunicazione in Irlanda: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire

Se sei tra quelli che si stanno chiedendo se conviene davvero studiare Scienze della comunicazione in Irlanda, sappi che non sei solo: questa domanda ce la siamo posti anche noi, anni fa. Libri, forum e classifiche online non sempre bastano per farsi un’idea chiara: poche guide raccontano davvero cosa vuol dire vivere e studiare in Irlanda, tra opportunità (tante) e difficoltà (non poche).

Qui provo a raccontarti, senza giri di parole, cosa c’è da aspettarsi — tra corsi più gettonati, costi, cosa aspettarsi dalla vita quotidiana e qualche spunto extra per chi vuole davvero capire se vale la pena partire o no.


Quali corsi cercano davvero gli studenti italiani?

Parlare di “Scienze della comunicazione” in Irlanda è un po’ come aprire una scatola con dentro tante sottocategorie. I programmi che attirano più studenti italiani (ma non solo loro) ruotano attorno a:

  • Media and Communication Studies
    Si parla tanto di media, ma poche volte si entra nel dettaglio. In questi corsi trovi sia teoria che pratica: si parte dalla storia dei media tradizionali (giornali, radio, TV) e si arriva ai social, al web e a nuove piattaforme che… finché non vai là, forse nemmeno conosci. Spesso ci sono workshop pratici e progetti dove sperimentare davvero (avviso: bisogna amare il lavoro di gruppo).
  • Marketing e Digital Marketing
    Se il mondo dei social, delle strategie per i brand e delle campagne online ti appassiona, qui c’è pane per i tuoi denti. Occhio però: non si tratta solo di “fare post su Instagram”, ma si lavora tanto con dati, analisi e presentazioni. Il taglio dei corsi irlandesi è molto concreto: simulazioni di progetti veri, uso di software professionali, collaborazione con aziende locali. No, non è facilissimo starci dietro se l’inglese zoppica.
  • Public Relations e Corporate Communications
    Più che imparare a “parlare in pubblico”, qui si studia come un’azienda o un’organizzazione pianifica tutto quello che comunica — dalla gestione delle crisi alle relazioni con i media. Se ti immagini in un ufficio stampa o a organizzare eventi internazionali, è una scelta logica. Ma serve saper scrivere (bene) in inglese… e spesso lavorare sotto pressione.
  • Journalism
    Da qualche anno attirano sempre più italiani, soprattutto i corsi che mischiano giornalismo classico (radio, TV, carta stampata) e digitale. Rimani aggiornato leggendo notizie in inglese: la differenza tra chi arriva “preparato” e chi no, si vede subito.

In generale, le università irlandesi (per fortuna!) inseriscono molti lavori di gruppo e spesso stage “veri” sin da metà percorso. Questo significa uscire dal corso con skills che servono davvero — ma richiede organizzazione e un po’ di sana umiltà (nessuno nasce super-esperto).


Quanto costa davvero il percorso? E quanto è sostenibile?

Non ci giro intorno: l’Irlanda è meno cara di molte destinazioni anglosassoni… ma vivere a Dublino non è regalato. Vediamo i numeri concreti (che spesso fatichi a trovare online):

  • Tasse universitarie: Per i corsi triennali (bachelor), nei college pubblici, solitamente si rimane attorno ai 3.000 euro l’anno — un po’ meno in alcune realtà, molto di più in certi master (anche 12.000 euro e oltre).
  • Vivere in Irlanda: Tra affitto, trasporti, spesa e uscite, si considera una forbice tra i 7 e i 12mila euro l’anno. Dublino è più cara di città come Cork o Galway. Occhio agli affitti: per una stanza singola in città si parte spesso da 600 euro al mese, anche di più se cerchi qualcosa di centrale.
  • Lavorare mentre studi: Gli studenti italiani (quindi europei) possono lavorare part-time fino a 20 ore a settimana durante il trimestre. Può essere un aiuto per coprire le spese, ma — parliamoci chiaro — non basta per mantenersi completamente o per pagare tutte le tasse universitarie.

Sul lato pratico: niente visto, ma occorre dimostrare di poter coprire almeno i primi mesi. Salva un gruzzoletto da parte (più di quanto pensi) e mettiti subito a caccia di alloggi e borse lavoro appena hai conferma dell’ammissione. È una giungla… ma si sopravvive!


Gli scogli veri: tra ansie e cose che nessuno dice

Andare in Irlanda non è la bacchetta magica che risolve tutto. Ci sono vantaggi belli pesanti (un network internazionale, un curriculum che “pesa” in tutta Europa, le famose prime esperienze lavorative), ma il rovescio della medaglia esiste.

  • Mercato del lavoro competitivo, soprattutto a Dublino. Avere un titolo irlandese aiuta, ma non garantisce nulla: bisogna sbattersi (e tanto).
  • Lingua inglese: serve più dell’IELTS. Quasi tutti i programmi richiedono una certificazione (IELTS, TOEFL…), ma le vere sfide sono la vita fuori dall’aula e le presentazioni orali continue. Non sottovalutare la fatica dello studio in un’altra lingua: se puoi, fatti qualche esperienza pratica in Italia o online prima di partire.
  • Solitudine e adattamento. Non tutti riescono ad adattarsi: a qualcuno pesa stare lontani da casa, altri fanno fatica a farsi nuovi amici. Fa parte del gioco e… no, non c’è una soluzione facile. Anche il sistema universitario è diverso: qui ci sono più lavori in autonomia, deadlines frequenti, meno “seguimento” rispetto all’Italia.

Non per spaventarti, ma è meglio prepararsi in modo onesto piuttosto che partire pensando che tutto sia perfetto (perché non lo è).


Due storie vere (e qualche riflessione prima di partire)

Sono passati anni, ma ricordo benissimo quando, pochi giorni dopo l’arrivo a Cork, quasi dimenticavo di pagare il canone dell’alloggio (lì i landlord non scherzano). Se non avessi avuto una “vecchia conoscenza Studey” che mi aveva avvisato di queste piccole trappole, rischiavo una multa assurda. Altro che vacanza!

Oppure c’è la storia di Marta, che abbiamo aiutato qualche mese fa: aveva voglia di fare un master in Digital Marketing, ma sapeva che il suo inglese non era al top. Ha scelto di lanciare il cuore oltre l’ostacolo solo dopo aver fatto un semestre in Italia tutto in inglese, per evitare di trovarsi subito sommersa di lavoro. Come ha raccontato lei: “Meglio farsi un esame di realtà prima, per non buttarsi in una situazione ingestibile”.


Sul serio: fa per te? Ecco qualche domanda da farti

  • Te la senti davvero di studiare (e vivere) in inglese per almeno tre anni?
  • Sei pronto a cambiare abitudini e adattarti a un ambiente molto internazionale?
  • Sai già COSA vuoi imparare (e non solo cosa “suona bene” sul titolo del corso)?
  • Sei disposto a cavartela da solo con una burocrazia diversa?

Se le risposte sono più “Sì” che “No”, forse l’Irlanda è la scelta giusta. Altrimenti non è un fallimento scegliere un’altra strada — esistono anche corsi brevi, summer school o esperienze più pratiche per esplorare prima in modo meno “definitivo”.


Cerchi università, costi e domande pratiche?

Università più conosciute e “italian-friendly”: University College Dublin (UCD), Dublin City University (DCU), University College Cork (UCC) — tutte pubbliche, tutte piene di studenti internazionali e con corsi in comunicazione aggiornati alle richieste del mondo del lavoro.

Non ti servono mille moduli, ma la selezione dei documenti richiede attenzione: non basta inviare la pagella tradotta. Di solito servono lettere di referenza e un personal statement scritto bene (può sembrare scontato, ma fa la differenza tra entrare e restare fuori).

Gli advisor Studey ci sono per questo — senza promesse di miracoli, ma evitando quegli errori stupidi che capitano a tanti al primo tentativo.


Dubbi? Parliamone

Se hai domande specifiche — anche scomode — o vuoi un confronto prima di prendere una decisione, puoi scriverci o prenotare una call con qualcuno che ci è passato di recente.

Studey non ti promette strade dorate, ma condivide info, esperienze e consigli veri, anche se a volte la risposta “perfetta” non c’è. E sì, restiamo disponibili anche dopo quel temuto volo per Dublino, quando tutto sembra un po’ più grande di te. Questo, almeno, ve lo possiamo garantire.

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