Studey - Studiare in Irlanda

Studiare part-time in Irlanda e in Italia: quali le differenze?

Studiare part-time in Italia e Irlanda offre vantaggi e sfide diverse. Scopri come ogni opzione influisce su tasse, durata e flessibilità.

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Studiare part-time in Irlanda e Italia: cosa cambia davvero (e cosa capire prima di scegliere)

Se sei arrivato qui probabilmente ti stai chiedendo: “Meglio scegliere un percorso part-time in Italia o in Irlanda? È davvero la soluzione giusta per me?” Se vuoi lavorare durante l’università, hai bisogno di più tempo per motivi personali, o semplicemente non te la senti di buttarti subito a capofitto in un full-time, sappi che part-time in Italia e in Irlanda non significano la stessa cosa. E non è uno di quei dettagli burocratici che “tanto poi si risolve”: a volte la scelta sbagliata complica davvero la vita, o pesa sul portafoglio molto più di quanto sembri all’inizio.

Facciamo chiarezza insieme, senza filtri da brochure: qui trovi quello che di solito le università raccontano tra le righe, ma che scopri solo vivendoci (o parlando con chi ci è passato).

Che cosa vuol dire davvero “studiare part-time” in Italia e in Irlanda?

Questa è la confusione numero uno. In Italia, “essere studente part-time” è uno status amministrativo: resti formalmente iscritto full-time, ma chiedi all’università di poter seguire meno esami e pagare meno tasse. Decidi quanti CFU (crediti) puoi affrontare, spesso tra 18 e 45 all’anno. In cambio, la retta si riduce del 40-50% circa, ma alcune tasse fisse (come la tassa regionale) restano uguali per tutti.

In Irlanda invece, seguire un corso part-time vuol dire iscriversi ad un percorso separato: spesso serale, più lungo, quasi mai allineato con la classe “classica”. Qui, niente Free Fees Initiative (il “trucchetto” per pagare zero tuition da EU student full-time): la retta si paga per ogni modulo frequentato. In compenso, possono esserci aiuti specifici tipo il SUSI Student Part-Time Fee Scheme, ma solo se rispetti alcuni requisiti di reddito.

Come funziona il part-time nelle università italiane? Che vantaggi reali ho?

Il percorso part-time in Italia è gestito diversamente da ateneo ad ateneo, ma di base funziona così:

  • Fai domanda sull’area studenti entro una certa data (di solito novembre).
  • Scegli tu quanti esami tentare quell’anno (tra un minimo e massimo di CFU).
  • Paghi una quota ridotta sulle tasse universitarie – in alcuni casi il taglio è sensibile, specie dopo il primo anno.
  • Puoi comunque accedere a borse regionali, DSU, o agevolazioni ISEE, purché tu superi il minimo di crediti richiesto dall’ente.

Attenzione, però: la durata si allunga, potresti dover restare iscritto per qualche anno in più. Se per sbaglio prendi meno crediti di quelli dichiarati nella domanda part-time, l’università può toglierti lo sconto e applicare anche delle penali. Ah, una volta scelta l’opzione part-time è generalmente irrevocabile per quell’anno.

Cosa cambia per tasse, durata e “flessibilità” se scelgo il part-time in Irlanda?

Ecco dove la maggior parte degli studenti si fa sorprendere. In Irlanda, i costi per percorsi part-time sono estremamente variabili (e spesso più alti di quanto immagini).

  • Non vale la Free Fees Initiative: i corsi part-time sono a pagamento completo, e la retta si calcola in base ai crediti/moduli che segui.
  • I programmi durano generalmente di più (4-6 anni per un bachelor, a seconda dei crediti annuali).
  • Con il nuovo Student Part-Time Fee Scheme puoi chiedere un contributo sulle tuition (da 750 fino a 7.500 euro), se rientri nei limiti di reddito richiesti da SUSI.
  • Niente alloggio finanziato, niente borsa di mantenimento: il contributo copre solo le tasse, non i costi della vita.

Serve anche avere già una buona autonomia: molte lezioni si svolgono la sera o nel weekend, e la compatibilità con il lavoro dipende dal tipo di impiego che trovi. Ah, per lavorare serve comunque pianificare bene i turni, perché la vita nelle città irlandesi è più costosa (soprattutto trasporti e alloggi) di quello che sembra su carta.

Quanto costa concretamente un percorso part-time in Italia e in Irlanda?

Ecco qualche dato reale – senza filtri da “sito ufficiale”:

Italia (esempio La Sapienza) Irlanda
  • Primo anno part-time: circa il 10% in meno sulle tasse; dallo step successivo, taglio netto del 40-50%.
  • Alcuni costi (es. tassa regionale, bollo) non cambiano mai.
  • Se impieghi più tempo del previsto, torni a pagare la quota piena maggiorata del 50% (attenzione ai fuori corso part-time!).
  • Se sei EU student full-time, la tuition è coperta dalla Free Fees Initiative (resta da pagare lo Student Contribution di 3.000 euro/anno, soggetto a cambi).
  • Part-time? La Free Fees non vale: la retta si paga per ogni credito/modulo seguito.
  • Contributi statali disponibili solo se rispetti criteri stringenti di residenza e reddito (SUSI). Il finanziamento può arrivare a 7.500 euro per anno, ma solo se tutti i documenti sono in regola e solo per corsi inclusi nell’elenco governativo degli “approved part-time courses”.

Quali aiuti economici spettano agli studenti part-time? Come funzionano ISEE e SUSI?

Italia: lo status part-time non ti esclude dalle borse di studio regionali, premi di merito, o l’esonero per la “no-tax area”. Devi però controllare sempre il requisito minimo di crediti superati che l’ente regionale impone per ricevere o mantenere la borsa.

Irlanda: SUSI copre solo una parte della retta se sei idoneo, ma non prevede aiuti per vitto, alloggio o spese quotidiane. L’idoneità si valuta su:

  • Residenza: almeno 3 degli ultimi 5 anni in EU/EEA/UK.
  • Reddito familiare: massimo 55.924 euro annuali (famiglia fino a 4 figli), +4.950 euro per ogni altro studente universitario in famiglia.
  • Il bando e le soglie cambiano ogni anno: verifica sempre online prima di presentare domanda.

Cosa rischio se cambio idea? È facile tornare full-time dopo essere partito part-time?

Domanda frequente, risposta… dipende!

  • In Italia, lo status part-time è solitamente irrevocabile durante l’anno accademico. In alcuni atenei, il passaggio può diventare “definitivo” e non sempre puoi tornare alla modalità standard con una semplice domanda.
  • In Irlanda, il passaggio è più macchinoso: puoi chiedere il cambio solo se il programma lo prevede e se ci sono posti disponibili. Attenzione: cambiano le tasse da calcolare e devi fare una nuova application.

Posso lavorare facilmente mentre studio part-time in Irlanda o Italia? Margini e limiti (veri...)

  • In Irlanda, il part-time può essere una buona soluzione se vuoi tenere lavori serali o nel weekend. Però molti lavori da studenti hanno orari variabili e i trasporti urbani non sono mai “economici” né rapidissimi. Sottovalutare il tempo (e i costi) negli spostamenti fra università, lavoro e casa può fare la differenza tra reggere il ritmo o mollare.
  • In Italia, lo status part-time ti aiuta sulle tasse ma non toglie la pressione di frequentare, dare esami e (talvolta) cercare stage. Statisticamente, chi lavora molto spesso finisce comunque fuori corso: non si può fare tutto senza sacrificare qualcosa.

Gli errori più frequenti nello scegliere (o gestire) il percorso part-time che vediamo da ex studenti e advisor

  • Dare per scontato che il part-time in Irlanda “costi come il full-time” (no, anzi spesso è di più).
  • In Italia, saltare i calcoli sull’ISEE e sulle tasse ridotte: a volte lo sconto reale è piuttosto basso rispetto alle attese.
  • Scegliere il numero di crediti “a sentimento” e poi recuperarli in extremis: spesso le università non fanno sconti se resti sotto la soglia, e anzi applicano penali.
  • In Irlanda, fare domanda per i contributi SUSI all’ultimo (serve documentazione tradotta, timbri ufficiali, tempistiche rispettate: meglio giocare d’anticipo).

Quando ha senso puntare sul part-time? E quando conviene restare full-time?

Ha più senso il part-time se...

  • Hai già un lavoro solido (almeno 20-25 ore settimanali), o stai facendo un apprendistato impegnativo.
  • Vuoi mettere in pausa parte del percorso, ma senza perderti i vantaggi fiscali italiani o una routines sostenibile in Irlanda.
  • Segui un percorso di upskilling specifico e il rischio “ritardo sulla laurea” non ti spaventa.

Meglio evitare se...

  • Devi laurearti “in tempo” per accedere a master o programmi graduate che vogliono laureati freschi.
  • In Irlanda, se vuoi puntare tutto sulla Free Fees Initiative o spostarti con Erasmus (la maggior parte dei partner accetta solo full-time).
  • Pensi di “guadagnare tempo”: spesso il rischio è di tirarla troppo lunga o stancarsi senza riuscire mai a staccare la spina.

FAQ: le domande (e le ansie) che riceviamo ogni settimana

Studiare part-time in Irlanda permette di partire in Erasmus?

No, purtroppo quasi tutti i partner Erasmus richiedono lo status full-time.

Passare da part-time a full-time: è possibile?

In Italia il cambio è difficile durante l’anno e a volte diventa definitiva la scelta. In Irlanda serve che il corso lo permetta, spesso richiede nuova application, e può cambiare il calcolo delle tasse.

Status part-time e permesso di soggiorno: rischio problemi?

Per italiani in Irlanda (o in area UE) non serve visto. Se studi già con un permesso legato a lavoro, meglio rileggere subito le condizioni.

SUSI tiene conto del mio percorso italiano per le borse in Irlanda?

No, conta solo residenza e reddito familiare, non il titolo di studi precedente.

Cosa succede se vado “fuori corso part-time” in Italia?

Molti atenei fanno pagare la contribuzione piena ordinaria +50%. Occhio alle regole scritte nel regolamento tasse della tua università.


In conclusione: il part-time non è “la scorciatoia facile”, ma può essere la scelta giusta

Non esiste una risposta universale. Il part-time può darti boccate d’ossigeno su tasse e tempo libero, ma allunga i tempi e, specie in Irlanda, può costarti più di quanto pensavi. Valuta bene carico di studio, costi nascosti, tuoi obiettivi personali (e quanto sei davvero disposto a “diluirli”). Se vuoi parlarne senza pressioni, qualche dritta extra o esempi di chi l’ha fatto davvero, puoi contattarci: Studey non vende sogni, ma aiuta a schivare le fregature. Meglio un confronto reale (gratuito, senza impegno) che una scelta avventata solo perché “sembrava conveniente”.

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