Tirocini obbligatori o opzionali in Irlanda: cosa cambia davvero rispetto all’Italia?
Che differenza c’è tra tirocinio universitario in Italia e work placement in Irlanda?
Se stai scegliendo un’università in Irlanda e ti imbatti nella parola “work placement” (o “cooperative education”), è normale chiedersi: ma che differenza c’è rispetto a uno stage in Italia? Spoiler: cambia quasi tutto. In Italia il tirocinio curriculare è spesso una parentesi (poche settimane, a volte nemmeno obbligatoria), mentre in Irlanda parliamo di mesi di esperienza concreta, valutata, che pesa davvero sul libretto. E la burocrazia? Anche quella ha una dimensione completamente diversa.
Che cosa si intende per tirocinio universitario o work placement? (con esempi pratici)
In Italia:
- Tirocinio curriculare: È l’esperienza che devi fare mentre studi per ottenere una certa quantità di CFU (crediti universitari). Pochi mesi, azienda trovata (spesso con difficoltà) tramite l’università, alla fine una relazione e qualche firma.
- Tirocinio extracurriculare: Si fa dopo la laurea, spesso per inserirsi nel mondo del lavoro. Qui c’è una piccola indennità, ma non sei più studente.
In Irlanda:
- Work placement/co-op/professional experience: Inserito dentro il programma di studi. In pratica, non puoi laurearti senza fare mesi di esperienza lavorativa. Si tratta quasi sempre di un “esame vero”, con crediti che contano e un tutor che valuta il percorso.
Quando il tirocinio è obbligatorio nei corsi universitari irlandesi?
Qui molti restano sorpresi: in Irlanda il placement non è l’eccezione, spesso è la regola, soprattutto nelle facoltà tecnico-scientifiche e sanitarie. Alcuni esempi:
- University of Limerick: placement di 6-8 mesi per tutti gli studenti undergraduate; 60 ECTS, cioè l’equivalente di un anno di studi intero.
- Shannon College of Hotel Management (University of Galway): due stage obbligatori e pagati, senza cui non si arriva alla laurea.
- Corsi di Nursing, educazione, fisioterapia: il periodo “in campo” è previsto dal piano di studi e ti viene assegnato (non te lo trovi tu, per capirci).
In Italia? Dipende dal corso. Alcuni premono di più su esperienze pratiche (es. psicologia, economia, alcune ingegnerie), molti altri la prevedono come attività a scelta, o la lasciano opzionale. E spesso la durata è contenuta.
In quali corsi il tirocinio è facoltativo? Conviene farlo comunque?
In Irlanda:
Nei corsi di discipline più teoriche (lettere, matematica, filosofia) il placement può essere facoltativo. Non è raro che tu possa scegliere tra “work placement”, semestre Erasmus o project work. Però, occhio: chi decide di non farlo perde un’opportunità di esperienza concreta che… sul CV pesa.
In Italia:
Su molti corsi umanistici, il tirocinio è più una voce a scelta. Pochi CFU, durata minima, e in tanti non lo fanno affatto.
Quando conviene?
Se hai modo di farlo all’estero, almeno per qualche mese, vale la pena: confrontarsi con il lavoro “vero” già da studente cambia la prospettiva.
Quanto dura e quanti crediti vale un placement in Irlanda rispetto a uno stage in Italia?
Paese | Crediti | Durata tipica | Impatto su laurea |
---|---|---|---|
Irlanda | ECTS (60 = 1 anno) | 6-8 mesi (UL), max metà corso | Valutato, obbligatorio, conta nel voto finale |
Italia | CFU (1 = 25h) | 75-225 ore (circa 1-2 mesi) | Spesso solo “idoneità”, influenza minima |
In altre parole: in Irlanda lo devi vivere davvero, preparare report, farti valutare. In Italia, in tantissimi casi, si chiude il tirocinio senza che abbia mai davvero inciso sul percorso universitario.
I placement in Irlanda sono pagati? Che costi devo aspettarmi vivendo lì?
Risposta breve: spesso sì, ma non sempre.
- Nei settori come hospitality, engineering, IT, i placement sono normalmente retribuiti (non sempre brillantemente, diciamolo).
- In ambiti artistici, sociali e comunicazione può capitare il contrario, anche se molte università ormai rifiutano aziende che non pagano almeno “qualcosa”.
In Italia:
Il tirocinio curriculare, a meno che tu non abbia fortuna o trovi aziende investite nel progetto, di solito è non retribuito. Extra-curriculare post-laurea invece ha una piccola indennità (che dipende dalla tua Regione).
Come si attiva un placement in Irlanda e quanta burocrazia c’è?
La differenza qui è davvero netta:
- In Irlanda l’università, tramite un office apposito, ha già accordi con le aziende. Ti propongono loro delle posizioni, spesso ti presentano direttamente alle aziende partner. Firmi un contratto chiamato “Learning Agreement”, l’assicurazione è a carico dell’università, e la valutazione finale la fanno insieme tutor aziendale e universitario. Soprattutto: non perdi mesi tra email, bolli e firme come spesso accade in Italia.
- In Italia devi solitamente trovare tu l’ente in cui fare tirocinio, far approvare il progetto da tutti i tutor, fare le pratiche assicurative (buona fortuna con l’INAIL) e stare attento a ogni dettaglio formale. A volte anche un errore su un orario richiede variazioni e giri di firme.
Nessuno dei due sistemi è “perfetto”, ma in Irlanda è più pratico – almeno dal punto di vista dell’attivazione.
Il placement in Irlanda fa davvero la differenza nel CV rispetto allo stage in Italia?
Qui si aprono due scenari molto diversi:
- In Irlanda il placement è formalmente nel transcript, valutato con un voto vero; spesso con una relazione anche di decine di pagine e check del tutor. Sui CV internazionali pesa, perché interlocutori HR sanno che lì non si scherza: veramente hai lavorato otto mesi all’estero da studente.
- In Italia lo stage curriculare può aiutare, ma è molto noto che – spesso – si tratta di esperienze “lampo”, dove si imparano magari poche cose. Conta? Sì, ma meno, e soprattutto devi essere tu bravo a valorizzarlo nel racconto.
A quali rischi stare attenti facendo il tirocinio in Irlanda o in Italia?
Alcuni errori visti e rivisti tra Studey e nella community di ex studenti:
- Sottovalutare i costi reali (soprattutto casa) se il placement è a Dublino o Cork: anche se ti pagano, puoi andare in negativo.
- Non chiarire cosa si aspettano da te e cosa devi imparare: in Irlanda il placement è valutato, non è una formalità. Se i learning outcomes non sono chiari, rischi una valutazione scarsa.
- In Italia, ridursi all’ultimo semestre per trovare un’azienda: si finisce spesso in tirocini “di facciata”, che servono solo a compilare la burocrazia.
- Confondere stage curriculare ed extra-curricolare: dopo la laurea cambiano tutele e paghe. Occhio a cosa stai firmando.
Un esempio vero: come funziona davvero un placement obbligatorio — la storia di Marta
Marta ha 21 anni, studia Computer Systems alla UL (University of Limerick). Quando è arrivato il momento del placement, l’università le ha proposto tre aziende. Ha scelto una software house a Cork: pagavano 2.400 euro al mese lordi, l’affitto della stanza condivisa era 700 euro. Alla fine dei 7 mesi, ha dovuto consegnare un report di 30 pagine e discuterlo con tutor aziendale e universitario. Valutazione: A-, 30 ECTS in pagella. Se non avesse fatto (e superato) il placement, non avrebbe potuto andare avanti con il corso. “È stato faticoso, ho avuto qualche momento di solitudine, ma adesso mi sento molto più pronta per il mondo lavoro.”
Domande pratiche che ci fate spesso sui placement in Irlanda
I tirocini universitari in Irlanda sono sempre retribuiti?
No, dipende. IT e hospitality di solito sì; arte, comunicazione e non profit spesso no. Meglio chiedere sempre all’ufficio placement dell’università per chiarimenti (noi aiutiamo a fare queste domande, se vuoi).
Posso rifiutare un placement obbligatorio?
Sì, tecnicamente sì. Ma perdi tempo: nella maggior parte dei corsi, è vincolante per passare all’anno dopo o per laurearsi. Quindi, pensarci bene prima di scegliere il corso.
Se ho già lavorato in Italia, posso farmi riconoscere quell’esperienza invece del placement?
È raro, ma in certi casi alcuni atenei irlandesi accettano la domanda di esonero. Devi però documentare che il lavoro era legato al tuo percorso di studi e seguire una trafila ad hoc con l’università.
60 ECTS di placement in Irlanda quanti CFU sono in Italia?
60 ECTS = un anno pieno, cioè circa 1.500-1.800 ore. In Italia sono teoricamente 60 CFU, ma ogni ateneo decide la conversione. Sicuramente è molto più pesante (e formativo) di un tirocinio italiano classico.
Serve il visto per lavorare durante il placement?
No, se sei cittadino UE. Ricordati però che per lavorare in Irlanda devi sempre attivare il proprio PPS Number e spesso aprire un conto bancario locale.
Quindi: meglio il placement in Irlanda o lo stage in Italia?
Non c’è una risposta sola, dipende molto da cosa ti aspetti.
- In Irlanda il placement è un’esperienza immersiva e lunga, da prendere sul serio. Ti confronti subito con il lavoro vero, ma devi anche mettere in conto fatica, responsabilità e le spese della vita fuori Italia.
- In Italia c’è più flessibilità. In tanti corsi lo stage è breve o non necessario, il lato pratico è meno valorizzato. Questo può essere sia un vantaggio (se vuoi concentrarti sui libri) sia un limite (se vuoi renderti subito spendibile sul mercato).
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