Studiare turismo e ospitalità in Irlanda: quello che nessuno ti dice (ma dovresti sapere)
Se stai pensando di studiare turismo e ospitalità in Irlanda, probabilmente ti stai facendo mille domande: “Ce la farò con l’inglese?”, “Come sono davvero le università irlandesi?”, “Ma poi trovo lavoro?”. Qui provo a raccontarti cosa c’è dietro le brochure patinate, usando quello che abbiamo vissuto in prima persona e ascoltando le storie di chi c’è passato prima di te.
Università, istituti, corsi… Sembra tutto semplice, ma…
In Irlanda puoi trovare sia corsi universitari triennali che master in tourism & hospitality, spesso in Institute of Technology oltre alle università classiche. La cosa positiva è che, molto spesso, la teoria si mischia sul serio alla pratica: difficilmente passerai tre anni tra le mura di una biblioteca senza mai mettere piede in hotel, agenzie di viaggio, ristoranti o eventi veri e propri. Gli stage sono parte integrante del percorso e – almeno sulla carta – ti aiutano a capire se questo settore fa per te.
Non è tutto oro, però. Organizzarsi tra lezioni, tirocinio e vita quotidiana richiede una buona dose di spirito pratico. Lo diciamo perché, sì, c’è chi arrivato carico di aspettative poi ha dovuto rallentare o cambiare strada. E non tutti i corsi si equivalgono: alcuni sono davvero verticali sul turismo, altri mischiano management, lingue, persino tecnologie digitali. Vale la pena valutare bene cosa ti interessa veramente.
Costi veri (non solo la retta): occhio al portafogli
Parliamo chiaro: l’università in Irlanda per gli europei (quindi anche per chi parte dall’Italia) costa circa 3.000 euro l’anno per la triennale – un impegno, ma più abbordabile rispetto ad altri Paesi anglofoni. I master invece salgono molto, anche oltre 12.000 euro. Ma il conto non finisce qui.
A Dublino, la città più gettonata, solo l’affitto spesso supera i 600-700 euro per una stanza. Sparsi per l’Irlanda i prezzi cambiano (un po’), ma una spesa mensile di 500-800 euro tra casa, cibo, libri, trasporti è realistica. Commissioni bancarie, caparre perse all’estero, abbonamenti: fidati, le piccole spese si sommano più di quanto immagini.
Un consiglio pratico? Alla burocrazia finanziaria irlandese serve farci l’abitudine: impara subito come funzionano i conti bancari, la questione del PPS Number (un po’ come il nostro codice fiscale), e informati bene sulle borse di studio. Esistono, ma la competizione è reale. Se sei in dubbio, chiedici: almeno ti eviti qualche gaffe evitabile.
Il lavoro c’è, ma non è una passeggiata
L’Irlanda vive tantissimo di turismo: pensalo già come un ambiente internazionale in cui può succedere di tutto (sì, anche lavorare dove la Guinness scorre a fiumi o in castelli fuori da una fiaba). Gli stage spesso aprono porte e fanno curriculum, ma serve una cosa che nessuna brochure ti dice: la pazienza di adattarti a ritmi impegnativi. Turni serali, weekend lavorativi, mesi “morti”, tanta fisicità e contatto con le persone. Non è un lavoro da scrivania.
La concorrenza nelle città grandi è alta, anche per ruoli entry level. Ma non impossibile, se ti prepari bene: curriculum ben scritto, referenze pronte (magari da esperienze fatte già in Italia o con lavoretti mentre studiavi), e una buona padronanza dell’inglese parlato. Ti possiamo aiutare in tutto questo, anche solo per fare chiarezza sul tipo di percorso più adatto al tuo profilo.
Sfide di cui si parla poco (e che pesano davvero)
Il mercato è stagionale: nei periodi di bassa occupazione, qualcuno fa fatica a mantenersi, quindi considera anche lavoretti extra per arrotondare. Integrare lo studio con il lavoro all’inizio può sembrare impossibile, specie se non hai ancora trovato la casa “giusta” o stai facendo i primi amici (spoiler: può volerci più tempo del previsto).
C’è poi il capitolo delle differenze culturali: non si tratta solo di parlare inglese, ma di capire tempi lavorativi diversi, tipologie di contratto, abitudini colleghi e capi. A chi ci chiede “ma non mi sentirò solo?”, rispondiamo che sì, ci sono momenti in cui la nostalgia pesa. Ma la community fa la differenza: sapere che c’è qualcuno già lì a cui chiedere o solo per farsi una birra aiuta (moltissimo).
Vale la pena? Sì, se sei pronto a metterti in gioco davvero
Se hai voglia di una formazione con piedi per terra, concreta, e sei curioso di provare sul campo cosa vuol dire lavorare nel turismo internazionale, l’Irlanda può essere una scelta felice. Non è per chi cerca scorciatoie né per chi pensa che cambiare Paese annulli ogni problema. Devi mettere in conto un impegno serio dal punto di vista economico, personale e “umano”.
Se vuoi capire meglio come funziona, come si fa domanda (senza impazzire con la burocrazia) o solo confrontarti su dubbi e ansie – noi ci siamo passati e ci siamo ancora dentro: puoi chiedere ai nostri advisor un parere reale, una revisione della documentazione o una chiacchierata. Zero pressione, solo consigli pratici e onesti.
Hai domande? Vuoi vedere come si traduce tutto questo sulla tua situazione concreta? Scrivici – anche solo per capire se l’Irlanda è davvero il posto giusto per te, qui nessuno ti prometterà la luna, ma almeno nessuno ti lascerà solo a inseguirla.
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